Ci sono date nel corso della storia che possono cambiare il destino delle persone e delle cose, e il caso ha voluto che anche Francavilla di Sicilia avesse una sua data da ricordare, una linea di demarcazione che segna un prima e un dopo.
È l’agosto del 1979 quando, nel corso di uno sbancamento edilizio in via Don Nino Russotti, strada costruita pochi anni prima per migliorare la viabilità interna del paese, iniziano ad affiorare dal sottosuolo le prime testimonianze di un passato lontanissimo: la storia di Francavilla stava per riemergere dalle profondità dopo un “sonno” durato più di venti secoli.
A lanciare l’allarme furono alcuni ragazzi del luogo che segnalarono il ritrovamento alla Soprintendenza di Siracusa, allora competente per territorio, che avviò il primo scavo archeologico della cittadina dell’Alcantara, riportando alla luce un santuario di età greca, ricchissimo di reperti (strutture murarie, vasellame, tegole, monete, statuette del VI-V sec. a.C.), attribuibile alle dee Demetra e alla figlia Persefone, un complesso sacrale di grande rilievo nella storia della Sicilia greca.
Un patrimonio storico che oggi “rivive” attraverso le immagini e i testi di un volume dal titolo “M.A.FRA., Nuovi studi e guida all’esposizione”, presentato sabato scorso, in concomitanza con l’inaugurazione della Sala Didattica Multimediale, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Cagnone, davanti ad una folta platea di appassionati e studiosi: una guida ragionata alla scoperta della Francavilla greca, a cura di Gabriella Tigano, direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina e Maria Grazia Vanaria, archeologa e funzionaria della prestigiosa istituzione tecnico-scientifica.
Edito dal Parco archeologico Naxos Taormina in un elegante design grafico, il volume è introdotto dai testi di Daniela Sparacino, Maria Concetta Calabrese e Diego Cavallaro, e include i contributi dei numerosi archeologi che dal 1979 hanno lavorato alle varie campagne di scavo a Francavilla, come Umberto Spigo e Cettina Rizzo, o che hanno studiato lotti di reperti, come Flavio Ferlito e Maria Musumeci. A corredo della pubblicazione le schede di Barbara Carè, Anna Cavallo, Anna Carbè, Elvira D’Amico, Giada Giudice, Annamaria Maggi, Maria Amalia Mastelloni, Giuseppina Monterosso, Vanaria, Spigo, Ferlito e Musumeci.
«Questo volume – ha commentato la direttrice Gabriella Tigano – è per noi motivo di grande soddisfazione: dopo il museo, spazio della memoria donato insieme al Comune di Francavilla alla comunità che qui può ritrovare la sua storia più antica, ecco il catalogo: strumento di studio e conoscenza di una felice stagione di ricerche che, nell’arco temporale di oltre 40 anni, ha visto il contributo di numerosi studiosi. Il Museo archeologico di Francavilla – ha continuato Tigano – si è rivelato un vero attrattore culturale, e se oggi noi siamo qui si deve all’impegno di chi ha lavorato prima di noi, in particolare a Umberto Spigo, promotore delle ricerche a Francavilla nel 1979 e a Cettina Rizzo, le due colonne portanti, senza di loro oggi non parleremmo di archeologia a Francavilla».
In seguito, l’archeologa ha messo in evidenza la fattiva collaborazione con l’Amministrazione comunale, «perché il Parco ha il compito di promuovere il territorio e la sua identità; la Valle dell’Alcántara in questi anni è cresciuta dal punto di vista turistico, con presenze nazionali e internazionali», soffermandosi poi sugli aspetti del volume, composto da una parte introduttiva, in cui ampio spazio è stato dato alla descrizione di Palazzo Cagnone (il “contenitore” del MaFra) e alle origini della famiglia nobiliare, da un nucleo centrale dell’opera dedicato agli studi e alla ricerca archeologica, e infine la “Guida all’esposizione”, suddivisa in tre sezioni: “prima dei Greci”, “La città greca”, “Il santuario e la necropoli”.
La professoressa Grazia Spagnolo, archeologa, docente presso il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina, avvalendosi di slide informative, ha posto l’accento sui contenuti scientifici del catalogo museale (organizzazione del tessuto urbano, tecniche costruttive, oggetti di uso quotidiano); la docente ha inoltre illustrato le caratteristiche del santuario suburbano di via Don Nino Russotti, all’epoca situato nei pressi del corso d’acqua oggi corrispondente a parte del tracciato della moderna via Regina Margherita, oggetto di uno studio approfondito da parte di Umberto Spigo.
«Noi come amministratori abbiamo il compito di tramutare questa ricchezza in benessere per la comunità – ha aggiunto l’Assessore ai beni culturali Gianfranco D’Aprile -; il nostro Comune lo scorso anno ha inviato ottomila mail a tutte le scuole d’Italia, e sarà quindi compito dell’Associazione “Dracma” creare un percorso virtuoso, allo scopo di valorizzare il nostro patrimonio storico-artistico».
Il MaFra, “da attrattore ad attivatore culturale”, promotore di conoscenza e servizi alla comunità, strumento di “sviluppo del senso di appartenenza”: un progetto descritto da Grazia Salamone, archeologa e presidente dell’associazione culturale “Dracma”, costituita da tre archeologhe, una storica dell’arte, una pedagogista e una progettista culturale.
Motore di tutto la Sala Didattica Multimediale, progettata e finanziata dal Parco per i visitatori più piccoli e gruppi scolastici, che sarà gestita dell’associazione “Dracma” grazie alla convenzione firmata dall’Amministrazione comunale e dal Parco Archeologico Naxos Taormina, un programma che vede coinvolte anche alcune giovani laureate del territorio.
Articolata in due stanze, la Sala Didattica Multimediale del MaFra sarà uno spazio dove giocare in compagnia con l’archeopuzzle e l’archeoquiz per mezzo di tavoli interattivi touch screen, mentre nella seconda saletta sarà possibile realizzare con la plastilina vasellame ispirato ai reperti museali.
Oltre alle visite guidate, numerosi gli eventi – a cura di “Dracma” – in calendario: “Archeocamp”, il campus estivo per bambini; per gli adulti in arrivo “Archeotrekking, percorso guidato tra archeologia e natura”; previsto anche un workshop di pittura ad acquerello nonché la rassegna “Sere d’estate” (con inizio domenica 4 giugno con il Festival “Pietre e Stelle”, coordinato dall’astrofisico Andrea Orlando): quattro incontri dedicati all’archeoastronomia, alla numismatica, all’archeologia e alla comunicazione culturale, pensati per coinvolgere la comunità della Valle dell’Alcantara sui temi della scienza e del mondo antico, realizzati in collaborazione con NaxosLegge, Archeoclub Giardini-Naxos-Valle dell’Alcantara e Istituto di Archeoastronomia Siciliana (IAS).
Il MaFra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18; la domenica 10-14 – Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3 euro, gratis da 0 a 18 anni. Visite guidate 5 euro. Lunedì chiusi. Info Dracma 351.2963095
Luigi Lo Presti