E’ la prima tegola vera per il sindaco di Riposto Davide Vasta. Una tegola seria che precipita sul tetto tegolato del municipio di via Archimede mentre tutto intorno è avvolto dal fuoco estivo.
Nella missiva del penalista catanese si cita il “procedimento penale n. 4706/14 RGNR, Tribunale di Catania, instaurato a carico degli imputati Gino Daidone e Nino Virgitto, rinviati a giudizio con l’accusa di tentata estorsione ai danni dell’allora Vicesindaco di Riposto Pappalardo Fiumara (anni 2014-2015)”.
Il legale rivolgendosi al sindaco Vasta chiede se è “a conoscenza del procedimento penale in atto e se, alla luce dello stesso, non ritenga il signor Biagio (Gino) Daidone, da lui nominato lo scorso 19 giugno nella sua Giunta, assessore della Città di Riposto, con determina n.10 del 19 giugno 2023, incompatibile, ai sensi dell’art. 63, comma 1, n. 4, del decreto legislativo n. 267/2000, a ricoprire tale ruolo stante che il Comune di Riposto è costituito parte civile nel procedimento penale de quo”.
“A miglior chiarimento – precisa il penalista – appare opportuno evidenziare che il reato del quale è imputato il neo assessore Daidone sarebbe stato compiuto ai danni di un Pubblico Ufficiale, Amministratore della città di Riposto nell’esercizio delle sue funzioni e che, proprio in forza di tale rilevanza, il Comune di Riposto ha ritenuto di doversi costituire formalmente parte civile nel procedimento in corso”.
A questo punto per il sindaco Vasta si aprono due strade complicate. La prima è quella di procedere con la eventuale revoca dell’incarico assessoriale conferito a Gino Daidone, a poco più di un mese e mezzo dal suo insediamento in Giunta, o decidere, in alternativa, al ritiro della Costituzione della parte civile del Comune di Riposto.
Secondo la Procura di Catania (indagini coordinate dalla dott.ssa Agata Santonocito), l’ex deputato regionale Nino Amendolia, Nino Virgitto e Gino Daidone, avrebbero preteso 5 mila euro dall’allora vice sindaco di Riposto, Pappalardo Fiumara, in cambio di una meno pressante opposizione in Consiglio comunale.
La denuncia di Pappalardo Fiumara era stata inoltrata alla Guardia di finanza di Riposto, nel marzo del 2014, che ha avviato le indagini, supportate da registrazioni audio contenenti numerosi brani di conversazioni con Daidone, Amendolia e Virgitto che lo stesso Pappalardo Fiumara ha consegnato agli investigatori.