Sono stati assolti perchè il fatto non sussiste. Questa la sentenza, in primo grado del giudice del Tribunale di Catania Laura Barbato che ha prosciolto dall’accusa di omicidio colposo il medico Claudio Maganuco e lo specialista di base Salvatore Gullotta.
La vittima, quella mattina di 3 anni fa, dopo un consulto con il proprio medico di famiglia, si era presentato in ospedale al presidio territoriale d’emergenza (il pronto soccorso era stato soppresso alcuni anni prima) dopo avere accusato dei dolori lancinanti all’addome.
Il medico di turno al Pte, in quella circostanza, avrebbe inquadrato il caso come un malore gastrointestinale. Ha quindi somministrato un antidolorifico e, secondo quanto sostenuto dalla difesa, ha poi dimesso il paziente. Nell’arco di poche ore, le condizioni di Magaraci, purtroppo, sono peggiorate fino alla morte.
La moglie della vittima, Manuela Tomarchio, prima che la situazione precipitasse aveva subito allertato il 118. L’ambulanza che è intervenuta non era medicalizzata. Nel frattempo Magaraci perse i sensi. Solo dopo la drammaticità dei fatti è intervenuta, finalmente, l’ambulanza con il medico a bordo ma, purtroppo, era già troppo tardi. Vani i tentativi di rianimarlo.
Nel corso dell’istruttoria è stato rimarcato che, entrambi i medici chiamati a giudizio, adottarono tutte le necessarie accortezze. Secondo il perito della famiglia del paziente, invece, ci sarebbero state presunte inosservanze rientranti in un classico caso di malasanità, escluse però dal giudice.
Manuela Tomarchio non demorde e, all’esito giudiziario, non nasconde la propria delusione. “Attendiamo di conoscere, prima, le motivazioni – afferma – tuttavia questa prima sentenza mi ha ferita, ritengo che la vicenda andava approfondita meglio in dibattimento, e non superficialmente. Come purtroppo accadde 3 anni fa”.