Il Coordinamento delle Donne della zona ionico-etnea ha scritto alle tre assessore del comune di Giarre, Antonella Santonoceto, Giusi Savoca e Tania Spitaleri, al fine di instaurare una fattiva collaborazione. Al centro della missiva l’esigenza di portare la vivacità dell’associazionismo anche in periferia, la richiesta individuare anche a Giarre uno spazio di incontro e di riflessione dedicato alle sole donne e la richiesta di notizie sull’asilo nido.
“Care Assessore,
con la presente lettera, il Coordinamento delle Donne della zona ionico- Etnea esprime ciò che da tempo desiderava sottoporvi in un incontro congiunto.
A premessa, il Coordinamento intende ribadire l’importanza che la giunta municipale di Giarre sia composta da tre donne su cinque assessori, dato che può essere interpretato, per tutta una serie di motivi, anche come un valore aggiunto nel governo della città.
Da qualche anno, come vi è noto, tra Giarre e Riposto opera il Coordinamento Donne, costituito da donne di diverse esperienze e generazioni: studentesse, professioniste di ogni campo, pensionate, casalinghe. Un gruppo di loro ha già vissuto in passato anche un’attività di impegno politico e culturale con le donne e per le donne.
Per tutte è stato bello incontrarsi e rincontrarsi con un progetto per Giarre: non solo per fare conoscere il pensiero delle donne che negli ultimi cinquant’anni ha interpretato con nuovi paradigmi e coordinate la storia, la letteratura e la scienza, ma anche per avere contezza dell’attuale funzionamento dei servizi che hanno costituito capisaldi dei diritti delle donne, ed infine affidare alla nuova generazione questa storia che è la premessa della loro attuale libertà ed emancipazione.
Nel raggiungervi adesso con questa comunicazione vorremmo porre in evidenza alcuni punti, su cui auspichiamo di poter collaborare con Voi e con gli altri referenti istituzionali presenti nel territorio al fine di una crescita comune.
Abbiamo più volte notato che i luoghi delle iniziative si fermano al centro della città. Il nostro gruppo e le tante altre associazioni culturali e sociali presenti nell’area esplicano le loro attività, spesso sostenute dalla stessa Amministrazione, all’interno dello spazio fisico costituito dalle scuole superiori, dalla Biblioteca comunale, dal Salone degli Specchi e dai locali di via Carolina, quest’ultima sede oramai storica di una nota associazione.
Le donne del Coordinamento si chiedono quanto di questo impegno profuso per mantenere e stimolare la qualità della vita della città raggiunga effettivamente le donne delle frazioni e dei quartieri popolari dei nostri Comuni. Ci si chiede, per esempio, cosa sia realmente arrivato alle donne vittime di femminicidio, tra cui Melina e Santa uccise a Riposto lo scorso inverno, di tutto questo fervore culturale e di relazioni umane presente tra Giarre e Riposto.Ci rendiamo conto che i rapporti tra centro e periferie, intesi in senso ampio, rappresentano una storia vecchia. Alcune esponenti del Coordinamento hanno pure cercato di mettere in atto nel tempo delle azioni politiche e culturali per favorirne lo sviluppo, ma si è trattato di iniziative rimaste purtroppo isolate.
La coesione sociale, obiettivo delle politiche europee a partire dai territori locali, dovrebbe costituire anche un obiettivo del fare all’interno dell’associazionismo giarrese. In questa direzione sarebbe auspicabile che alcune iniziative delle associazioni possano svolgersi nelle frazioni e nei quartieri più lontani, non solo urbanisticamente, dal centro. A tal fine, sarebbe tuttavia necessario il
coinvolgimento del Comune, delle dirigenze scolastiche, di studenti, genitori e cittadinanza residenti nelle frazioni e nei quartieri, con l’obiettivo sinergico di permettere la circolazione in tutta la città del lavoro volontario prodotto dalle associazioni, sostenute spesso con il patrocinio dello stesso Comune.
Il Coordinamento, riferendosi alla politica delle donne del “partire da sé”, intesa come responsabilità personale e collettiva femminile, con tale proposta intende concretamente avviare dei processi per porre fine alla separatezza tra il centro e le frazioni e i quartieri emarginati, situazione che purtroppo si ripete in ogni città e che esclude tali territori dalle esperienze di sviluppo.
Attraverso politiche dialoganti e di partecipazione di tutto il territorio si coltivano, infatti, atteggiamenti di responsabilità non solopersonali ma anche civili, da cui scaturisce per tutta la cittadinanza una migliore qualità della vita segnata pure da comportamenti solidali e rispettosi.
Desideriamo inoltre sottoporvi la proposta di pensare ad un luogo delle donne, cioè uno spazio dove l’associazionismo femminile possa discutere, elaborare, progettare per poi confrontarsi con le istituzioni e con la città. Il desiderio dello spazio tutto per sé è di antica data, metaforica è stata la “stanza” di Virginia Woolf in nome della quale il movimento delle donne ha conquistato più di una stanza: La casa delle donne a Roma e il Centro documentazione donne dell’Udi di Palermo, sono solo un esempio.
Seppure con un profilo ridotto anche Giarre, che vanta dagli anni Settanta un percorso di movimenti e di associazioni femminili di vari credi e culture, può ambire ad un inedito spazio delle donne. Pur nella consapevolezza dell’attuale penuria di locali comunali, la realizzazione di un luogo delle donne si potrebbe assumere come un progetto politico da condurre in porto.
In conclusione, vorremmo avere notizie sull’Asilo Nido del Comune, un servizio che, pur non soddisfacendo tutte le richieste delle donne giarresi, rappresenterebbe con il suo funzionamento un simbolo importante del rispetto dei diritti delle donne.
Con l’augurio di un buon lavoro e nell’auspicio di prossimi riscontri e proficue intese comuni, vi raggiungano i nostri cordiali saluti“.