Giorno 29 gennaio scorso, nella sede della Biblioteca Comunale “Domenico Cucinotta” di Giarre la Società Giarrese di Storia Patria e Cultura, il Lions Club Giarre Riposto, il Comune di Giarre e il Coordinamento donne zona jonico etnea, hanno organizzato un incontro culturale con tema “La persecuzione delle donne durante il nazismo”. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di ricordare le vittime della persecuzione e dello sterminio nazista, che furono sia gli uomini che le donne di etnia ebraica, sottolineando, tuttavia, che le donne sia ebree che non ebree furono spesso soggetto ad una persecuzione eccezionalmente brutale da parte del regime. Infatti, l’ideologia nazista prese di mira anche le donne Rom, quelle di nazionalità polacca e quelle che avevano difetti fisici e mentali e che vivevano negli istituti.
Il Presidente della Società Giarrese di Storia Patria, prof. Carmelo Torrisi, dopo i saluti istituzionali ha introdotto l’interessante approfondimento storico dell’Olocausto. Il relatore, prof. Carmelo Belfiore, docente di Storia e Filosofia, con dovizia di particolari, si è soffermato sugli approfondimenti storici, affermando che le vittime della persecuzione e dello sterminio nazisti furono sia uomini che donne di etnia ebraica. Ha sottolineato che le donne ebree, come anche quelle non ebree, furono spesso soggette a una persecuzione e violenza brutale da parte del regime. Il prof. Belfiore, all’inizio, ha tenuto a precisare che la lotta razziale del nazionalsocialismo veniva definita da Himmler come “una battaglia mortale di uomini, non soltanto contro altri uomini come in una tradizionale guerra militare, ma anche e soprattutto contro le donne e i bambini”.
«Sta proprio in questo aspetto – ha affermato Belfiore – la singolarità del genocidio nazista». Il relatore ha svolto un intervento denso di informazioni, molto apprezzato dai presenti per il rigore della ricerca storica e bibliografica, per una veridicità assoluta delle fonti.
«A far data dal 1933 – ha affermato il relatore –, il governo nazista ha avviato un programma pseudoscientifico di eugenetica con il quale intendeva rafforzare la razza ariana con la pretesa di controllare addirittura, la riproduzione. La legge del 14 luglio 1934 rendeva obbligatoria la sterilizzazione degli individui affetti da determinate tare e, l’anno successivo, la politica eugenetica decretò il divieto assoluto di contrarre matrimoni con ebrei, zingari e con tutte le persone affette da tare che potevano compromettere la sanità della razza».
A seguire è stato trattato il tema, ancora più drammatico, delle deportazioni nei campi di sterminio, dove la donna era trattata in modo mortificante. I versi di Primo Levi, descrivevano con poche ma intense parole la condizione sulla condizione femminile nella storia del nazismo e della Shoah, la donna resa oggetto nei lager: “Considerate se questa è una donna senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana di inverno”.
Nel contesto della delicata tematica è intervenuta la dott.ssa Nunziatina Spadafora, a nome del Coordinamento donne della zona ionico etnea, riconoscendo al prof. Belfiore “il grande merito di aver trattato questo periodo storico con lucidità e acume e di aver gettato la luce sulla condizione femminile nella storia del nazismo e della Shoah, in cui le donne venivano trattate come schiave, a cui veniva negato la condizione di madri e figlie, nella assoluta umiliazione e mercificazione del loro corpo”.
Il dibattito si è animato con grande passione e commozione, subito dopo, con interventi e domande a cui Carmelo Belfiore ha risposto con puntualità e precisione. È seguito un interessante dibattito con gli interventi del pubblico e, in particolare, del dott. Alberto Micalizzi, del poeta Giuseppe Piazza, del prof. Daniele Marano.
Anna Fichera