La notizia era nell’aria, soprattutto dopo la prima sentenza di ieri che ha riguardato l’on. Nicola Catania di Fratelli d’Italia.
La corte di Appello di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale Civile di Palermo dichiarando il deputato Vasta ineleggibile.
Sulla notizia il sindaco di Riposto Vasta, attraverso una sua nota pubblicata sul proprio profilo social si è così espresso: “Il mio ricorso è stato rigettato dalla Corte di Appello di Palermo che ha ritenuto sussistente la causa di ineleggibilità sollevata dal primo dei non eletti Salvatore Giuffrida. Il caso in esame riguardava un contratto per la fornitura di pasti alla Guardia di Finanza di Palermo aggiudicato dalla cooperativa della quale ero amministratore. Nonostante la tipologia di contratto non fosse specificatamente contemplata dalla norma di ineleggibilità, i giudici hanno ritenuto di applicare la norma in maniera estensiva.
Accettiamo, come sempre, le decisioni della magistratura – conclude Vasta – ma ci riserviamo di presentare ricorso in Cassazione per far valere le nostre ragioni. Continuerò a lavorare da sindaco di Riposto per la mia comunità con lo stesso entusiasmo e la stessa dedizione”.
“Durante tutto questo percorso – dichiara il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca – abbiamo sempre mantenuto una linea trasparente e coerente. Abbiamo votato contro la legge salva deputati proposta in Parlamento, anche se non riguardava direttamente il nostro deputato per evitare possibili strumentalizzazioni e allontanare qualsiasi ombra. Questo è un segno tangibile della nostra integrità e coerenza nei confronti dei nostri valori e principi. Ribadiamo il nostro sostegno a Davide Vasta in questo momento delicato. Restiamo fiduciosi che la Cassazione possa fare luce su questa vicenda e garantire un esito giusto e equo”.
Dopo Nicola Catania (FdI) decaduto ieri dal ruolo di deputato regionale per ineleggibilità dopo il ricorso di Giuseppe Bica primo dei non eletti alle scorse regionali nella lista di Fratelli d’Italia, è costretto a lasciare l’Ars, per lo stesso motivo, anche Davide Maria Vasta (Sud chiama Nord).
I giudici d’appello del tribunale di Palermo hanno respinto il ricorso di Vasta, al suo posto subentra Salvatore Giuffrida, primo dei non eletti, che nel ricorso è stato assistito dagli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Giovanni Verga.
I legali hanno sostenuto che Vasta non si era tempestivamente dimesso dalla carica di componente del consiglio di amministrazione, con delega per la gestione del personale, di Cot società cooperativa anche oltre il termine di dieci giorni dalla data prevista per la convocazione dei comizi elettorali del 25 settembre 2022.
In primo grado il tribunale ha accolto il ricorso visto che la Cot ha intrattenuto rapporti contrattuali con soggetti pubblici, e che, la cooperativa è stata destinataria di un’autorizzazione regionale per la produzione di pasti e piatti pronti, ed un’autorizzazione di natura igienico-sanitaria per l’attività di produzione e commercializzazione di prodotti a base alimentare. Adesso la Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado.
Salvatore Giuffrida – primo dei non eletti – con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Giovanni Verga, diventa quindi deputato all’Ars.
Il Tribunale ha nel contempo dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Santo Orazio Primavera, consigliere comunale a Giarre – secondo dei non eletti alle scorse elezioni regionali– nei confronti di Giuffrida, ad eccezione della parte in cui lo stesso eccepiva il ritardo delle dimissioni di Vasta dalla carica di consigliere di amministrazione della cooperativa Cot. Avverso la sentenza, hanno proposto appello Vasta e Primavera. Giuffrida ha chiesto e ottenuto che venissero entrambi rigettati. Il tribunale ha condannato l’avv.Santo Primavera al pagamento delle spese di lite in favore di Salvatore Giuffrida che si liquidano in € 4.300,00, oltre rimborso spese generali al 15%, nonché C.P.A. e I.V.A come per legge se dovute.
“A seguito del ricorso da me presentato nell’ottobre 2022 contro Davide Vasta, anche la Corte di Appello di Palermo si è espressa per le ragioni di ineleggibilità dello stesso, dichiarandone la decadenza con effetto immediato dalla carica di deputato e condannandolo a pagare euro 8500,00 euro di spese legali a mio favore oltre a quelle per la condanna in primo grado.
Il ricorso da me avanzato con incarico di difesa all’Avvocato cassazionista Nunzio Andrea Russo ha riguardato anche la dichiarazione di ineleggibilità del primo dei non eletti Salvatore Giuffrida, in quanto non ha eliminato le cause ostative alla candidatura nei termini previsti, rimanendo in ruoli e funzioni d’ufficio durante la campagna elettorale. In tal caso la Corte di Appello di Palermo ha deciso, senza entrare nel merito ,per l’inammissibilità della mia azione, solo in quanto il Giuffrida risultava non eletto al momento della presentazione del ricorso ma solo ora.
Chiaramente essendo certi della ineleggibilità di entrambi avevamo presentato azione giudiziale sia nei confronti del Vasta che del Giuffrida ma la Corte d’appello ritenendo necessario proporre l’azione giudiziale nei confronti di uno per volta solo quando proclamati, ha abdicato al principio della economia processuale e della ragionevole durata del processo adducendo che solo ora che il Giuffrida è proclamato potrò chiederne la dichiarazione di ineleggibilità.
Ciò mi appare ingiusto perchè dovrò riproporre l’azione con ulteriori mesi di attesa – immaginatevi se gli ineleggibili fossero stati cinque quanti giudizi avrei dovuto attendere !!! Ritenendo profondamente ingiusta tale situazione, in quanto è stato violato non solo il pubblico interesse ad una corretta competizione elettorale ma anche il mio legittimo diritto a subentrare per surrogazione all’Assemblea regionale siciliana, ho dato mandato all’Avvocato cassazionista Nunzio Andrea Russo mio legale di continuare a difendere le suddette ragioni di fatto e diritto davanti l’autorità giudiziaria competente, alla luce dell’intervenuta attuale proclamazione del Giuffrida e quindi di proposizione nei suoi confronti di azione giudiziale per ineleggibilità. Chiaramente ogni ineleggibile risponderà anche dei danni arrecati nel ricoprire illegittimamente il ruolo di deputato regionale”.
Nella sentenza si rimarca che “Davide Vasta, al momento delle elezioni, era consigliere di amministrazione di una società avente in corso di esecuzione plurimi contratti di appalto di servizi con lo Stato, e i dubbi di costituzionalità della norma sono manifestamente infondati. Tanto palesa l’infondatezza dell’appello, con conseguente assorbimento di tutte le altrequestioni, apparendo del tutto superflua la disamina dell’eventuale sussistenza anche dell’ipotesi di ineleggibilità prevista dall’art. 10, comma 1, lett. b) l.r. 29/1951.
Le spese seguono la soccombenza e si liquidano come in dispositivo, avuto riguardo ai parametri di cui al DM 55/2014 e successive modifiche ed integrazioni. Davide Vasta è stato condannato al pagamento delle spese di lite che si liquidano in € 8.500,00 oltre rimborso forfetario spese generali al 15%, nonchè C.P.A. e I.V.A. come per legge se dovute”.