Lacerazioni interne, visioni opposte. Continui mal di pancia che non danno pace al sindaco Cantarella. Che incassa. Silenzioso. Dispensando, seraficamente ottimismo. Forse, nel tentativo di mostrare serenità. Che non c’è. Il sindaco sottovaluta le difficoltà, correndo il rischio di avventurarsi in modo sprovveduto su strade pericolose. Le tegole continuano a cadere sulla “testa” dell’Amministrazione e sembrano essere l’anticamera di un crollo. La vicenda che ruota attorno alla mancata reintegrazione della dirigente Pina Leonardi rischia di trasformarsi in una tragicommedia. Con diversi attori protagonisti.
Il primo ha motivato la scelta per la mancanza di un parere legale, l’altra perché ha ritenuto inopportuna la non riammissione del dirigente in servizio, dopo una sentenza immediatamente esecutiva.
Eppure questa contorta vicenda, che rischia di degenerare ulteriormente, sembra poca cosa dinanzi la nuova tegola sulla quale, al momento, vige un silenzio imbarazzante. Al Comune sarebbe stata recapitata una pesantissima cartella dell’Agenzia delle Entrate dell’importo di 1,8 milioni di euro.
L’entità della cartella farebbe pensare che, in fondo, al comune di Giarre non c’è mai pace. Troppi e soprattutto enormi gli errori commessi nel recente passato. Che adesso si addensano pericolosamente, rischiando di avvolgere l’apparente clima serafico di questa amministrazione. Che cerca di sfuggire alla realtà.
Al netto della somma, davvero pesante e spropositata, quel che colpisce sono le contestazioni mosse dall’Agenzia delle Entrate. Nell’oggetto della cartella si legge: “comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria (fascicolo n.2024/25694) “.
Il Comune, si apprende, nel periodo antecedente il dissesto del 2018, non avrebbe pagato contributi previdenziali, Iva, oneri fiscali, tasse di circolazione dei mezzi del Comune. Sarebbe opportuno che l’amministrazione facesse chiarezza sulla delicata questione, anche per sottolineare la paternità di queste gravi presunte omissioni. Temi sui quali anche l’opposizione, finora non pervenuta, dovrebbe chiedere conto. In Consiglio o meglio ancora in pubblica piazza.