Non finisce mai di stupire la politica comunale a Riposto, tra prese di posizione e smentite. La vicenda dell’ex assessore Elisa Torrisi che sembrava fosse finita nel dimenticatoio continua a regalarci invece nuove emozioni. E’ di queste ore la notizia secondo cui la Torrisi abbia definitivamente rotto con il proprio partito di appartenenza, Fratelli d’Italia. Eppure, dopo le dimissioni sofferte e mal gestite, platealmente scaricata dal partito e dal sindaco di Riposto Davide Vasta, cosi come in tanti avevano raccontato, ella supinamente aveva accettato di svolgere il ruolo di agnello sacrificale, sottoscrivendo una dichiarazione pubblica “concordata”, all’indomani delle sue dimissioni che, invero, avevano suscitato non pochi dubbi. Fratelli d’Italia, mi ha proposto di ricoprire il ruolo di assessore, mi ha subito informata che ci sarebbe stato un avvicendamento – scriveva la Torrisi nel febbraio scorso – ho accettato di buon grado con l’unico intento di mettermi al servizio della città.
La Torrisi ha fatto sapere di avere “notificato le intenzioni di dimettersi dalle fila del partito “Fratelli d’Italia”, inviando una nota ai coordinatori provinciali, regionali e nazionali, “perché – scrive – non si identifica più negli ideali del partito stesso”. E se le parole hanno un peso e un significato, sembra di capire che la Torrisi abbia improvvisamente deciso di prendere le distanze da quel partito che, per sette mesi, l’ha proposta come assessore, salvo poi pentirsene e rimpiazzarla con una sostituta. Direttamente da Giarre! A questo punto appare del tutto evidente ciò che in tanti avevano raccontato a bassa voce. A cominciare dalla presunta rottura tra la Torrisi e il consigliere Orazio Virgitto. Sullo sfondo striscianti gelosie sul presenzialismo smodato della Torrisi che aveva suscitato non pochi malumori all’interno della maggioranza e della stessa Giunta. Di meccanismi strettamente legati alla necessità di prendersi meriti per ogni singola azione intrapresa, facendo slalom.
La famosa medaglia “di cartone” da attaccarsi al petto. A questo punto il dado è tratto. La Torrisi, con un atto di coraggio – ci ha impiegato due mesi – ha smesso i panni della vittima sacrificale che accettava di buon grado, ovvero di essere usata come una pedina politica. Perchè di questo, purtroppo, si tratta. Una pedina a tempo (7 mesi) per una peones che ha però deciso di alzare la voce e staccare la spina, lavando i panni sporchi in piazza. Davanti a tutti.