Acquisiti nell’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania e condotta dal Nucleo investigativo di Catania tra il 2018 e il 2021 (nella presente fase, in cui non è stato ancora attivato il contraddittorio con gli indagati), tanto gli accordi illeciti tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca mafiosa “Santapaola-Ercolano”, riguardanti l’elezione nel 2015 dell’attuale Sindaco Santi Rando, quanto la successiva “degenerazione affaristica” dell’Ente, messa in atto dai funzionari infedeli mediante numerose corruttele, per concedere permessi e assegnare lavori agli “imprenditori amici”.
In particolare il Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, anche grazie all’intervento di Luca Rosario Sammartino, principale referente politico del Primo Cittadino, all’epoca dei fatti Deputato Regionale e attuale Vicepresidente della Regione, sarebbe stato avvantaggiato attraverso la riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, promettendo in cambio il sostegno elettorale, per le elezioni europee del 2019, al candidato sostenuto dal Sammartino.
Sono stati sin qui acquisiti gravi elementi indiziari in ordine a una pluralità di reati commessi, secondo la prospettiva accusatoria, nell’ambito della gestione amministrativa del Comune di Tremestieri Etneo e, in particolare, ad accordi stretti tra alcuni dei soggetti preposti al governo dell’Ente ed elementi vicini ad esponenti della cosca mafiosa SANTAPAOLA-ERCOLANO. Le risultanze investigative di natura tecnica sono state riscontrate dalle dichiarazioni accusatorie rese da alcuni collaboratori di giustizia, già affiliati alla medesima famiglia, ed in particolare Silvio CORRA, già responsabile del gruppo Nizza, e Salvatore BONANNO, soggetto che aveva già fornito dichiarazioni di rilievo in tempi precedenti all’esecuzione delle indagini in argomento.
Durante tutto l’arco delle presenti indagini, è emersa quindi la figura del COSENTINO a fianco del sindaco di Tremestieri Santi RANDO, del quale risultava essere uomo di maggior fiducia e unitamente al quale risulterebbe essere soggetto attivo nel reato di voto di scambio politico – mafioso, in relazione alle consultazioni elettorali amministrative del 31.05.2015 ed al successivo ballottaggio del 21.06.2015, congiuntamente ai pregiudicati Vito ROMEO e Francesco SANTAPAOLA, tutti affiliati mafiosi ed esponenti di vertice della cosca SANTAPAOLA-ERCOLANO (come da sentenze di condanna ormai passate in giudicato).
Tuttavia, dopo la vittoria elettorale del RANDO, una serie di operazioni giudiziarie (ed in particolare quelle denominate Kronos e Carthago2) certificavano l’appartenenza a “Cosa Nostra catanese” di Francesco SANTAPAOLA e di Vito ROMEO, coinvolgendo altresì Alfio ROMEO, a suo tempo tratto in arresto per reati in materia di stupefacenti; tali sopraggiunte vicende giudiziarie divenivano, agli occhi di coloro che avevano beneficiato di appoggio elettorale, una pregiudiziale scomoda per il soddisfacimento delle promesse preelettorali, che sarebbero state quindi concretizzate solo per il COSENTINO, unica figura non raggiunta da alcuna misura cautelare, seppure fosse divenuta nota la chiamata in correità dal collaboratore di giustizia BONANNO Salvatore nei suoi confronti.
Le acquisizioni investigative hanno attestato, di conseguenza, il forte malcontento espresso dal nucleo familiare del ROMEO, rimasto fortemente insoddisfatto in quanto escluso da alcuna diretta utilità nonostante l’appoggio elettorale fornito e le promesse rilasciate, mentre COSENTINO, dopo avere ottenuto la “sistemazione” lavorativa dei due figli COSENTINO Vincenza e COSENTINO Francesco, veniva escluso dalle liste elettorale per le elezioni amministrative del 2021, in quanto divenuto un soggetto facilmente ricollegabile al sodalizio mafioso SANTAPAOLA-ERCOLANO.
In questo specifico contesto, si sono acquisiti elementi che dimostrerebbero una degenerazione affaristica del governo locale del comune di Tremestieri Etneo, del quale Luca Rosario SAMMARTINO, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione, risultava essere il principale referente politico del primo cittadino Santi RANDO.
Le attività investigative hanno esplorato le dinamiche interne al citato Ente Locale ed è emersa la dettagliata pianificazione di numerose corruttele, che avrebbero visto nei pp.uu. RANDO e Giovanni NACCARATO (Dirigente della Direzione Lavori Pubblici e della Direzione Pianificazione del Territorio-Urbanistica), oltreché in COSENTINO e Puccio MONACO (Architetto e all’epoca dei fatti consulente del Sindaco a titolo gratuito), i funzionari corrotti, i quali avrebbero ricevuto denaro e altre varie utilità, quasi sempre grazie alla costante e “professionale” attività di intermediazione dell’Ing. Paolo DI LORETO, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici.
Tra i destinatari della misura cautelare, infatti, figurano anche quattro imprenditori (di cui uno già deceduto per cause naturali) emersi nell’ambito di altrettante vicende corruttive, in relazione alle quali avrebbero beneficiato, in cambio di denaro e altre utilità elargite illecitamente ai pubblici ufficiali, della concessione di permessi comunali (autorizzazioni a costruire e cambi di destinazioni d’uso) e assegnazioni di lavori pubblici (ristrutturazioni e manutenzioni di edifici pubblici), anche solo promesse, come nel caso dell’appalto relativo alla ristrutturazione della locale Caserma Carabinieri, poi mai verificatosi.
Nell’ambito della stessa ordinanza, il G.I.P. ha riservato la propria decisione nei confronti di un militare dell’Arma in servizio attivo, del cui ausilio si sarebbe avvalso SAMMARTINO Luca, dietro corresponsione di somme di denaro, per eseguire attività di “bonifica” tecnica alla ricerca di microspie nei suoi uffici; il militare, pertanto, sarà sottoposto ad interrogatorio, in esito al quale il GIP valuterà l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, come richiesto da questa Procura della Repubblica.
Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.