Nuova luce su fatti e personaggi del territorio jonico -
Catania
15°

Nuova luce su fatti e personaggi del territorio jonico

Nuova luce su fatti e personaggi del territorio jonico

Ad un anno dalla pubblicazione di “Mascali e il suo territorio – La Storia – Dai Bizantini a Carlo III di Borbone (535-1759)” del prof. Antonino Alibrandi ricordiamo la figura della mistica, serva di Dio, mascalese Margarita Elisabeth Scandura

Celebriamo un anno (aprile del 2023) che, per i tipi e la distribuzione di Amazon, il prof. Antonino Alibrandi ha pubblicato il volume fondamentale sulla storia di questo tratto di territorio etneo che un tempo era detto il “Mascalese” ed oggi il “Giarrese”. Il volume, “Mascali e il suo territorio – La Storia – Dai Bizantini a Carlo III di Borbone (535-1759)”, consta di 554 pagine, 489 capitoli e 1360 note. Riteniamo “fondamentale” questo lavoro perché, innanzitutto, è la prima pubblicazione complessiva ordinata sul piano della successione temporale dei fatti, degli avvenimenti storici, del nostro territorio, non solo riportati secondo certezze documentali, ma anche ragionati alla luce del dibattito storiografico intercorso, in merito alle singole questioni e ai singoli dati storici, lungo il tempo. Metà circa dei contenuti storici riportati sono risultati inediti, frutto, soprattutto, di ricerche in archivi italiani ed esteri; di grande valore la ricostruzione puntuale del territorio mascalese nello scontro angioino-aragonese seguito, per quasi un secolo, dopo il Vespro; puntualissimi i dati sulla pirateria turca e turchesca e sul banditismo fra Cinquecento e Seicento; originali i dati e fatti sulla Santa Inquisizione; dettagliatissime le concessioni enfiteutiche lungo i secoli (indubbiamente, ad oggi, l’elencazione più completa di esse); interessante l’analisi sull’attribuzione o meno, nel XVI secolo, del titolo di “Conte di Mascali” al Vescovo di Catania; il sorgere di Giarre e di Riposto; la riflessione sui toponimi; i riveli (censimenti) riportati con cura; le descrizioni del territorio ad opera degli storici e dei viaggiatori del passato; le carte topografiche, fin da quella del Mercatore del 1589; la produzione economica; la realtà sociale e la vita religiosa; le colate laviche e i terremoti; le figure illustri; anche i piccoli fatti di cronaca; e tanti altri argomenti che, qui, sarebbe lunga cosa riportare e dettagliare.

È testo che è stato presentato già a Puntalazzo di Mascali (15 luglio 2023), a Torre Archirafi di Riposto (7 ottobre 2023), a Giarre (4 dicembre 2023), a Milo (15 dicembre 2023), a Santa Venerina (5 gennaio 2024); e sarà presentato in Sant’Alfio (settembre 2024) e, finalmente, a conclusione, in Mascali (ottobre 2024). Presente in tutte le biblioteche del nostro territorio e oltre, è volume già di molto apprezzato e consultato.

Riportiamo (omettendo le relative e puntuali note dalla 977 alla 981) a corredo di questo nostro articolo i contenuti di un capitolo del testo dell’Alibrandi (cap. 352, pagg. 375-376), quello in relazione ad una figura interessantissima e ancora poco conosciuta e studiata, quella della mistica, della Serva di Dio, Margarita Elisabeth Scandura, che visse proprio in Mascali nel diciottesimo secolo: “Il 20 febbraio 1715, venne battezzata (probabilmente, lo stesso giorno della nascita o qualche giorno dopo), a Mascali Margarita (nell’Indice del “liber baptizatorum” 1715-1736, riportata come “Margharita”) Elisabeth Scandura; a redigere l’atto di nascita fu “Antoninus Gullo cappellano della madre chiesa di Mascali”. Il padre della bambina era Giovanni Scandura; la madre, Flavia Pennisi; il padrino, don Giovanni Battista La Rosa; l’ostetrica, Maria lo Giusto (alla data del 17 novembre 1719, risulta nata una sorella, Maria Anna Scandura).

Di questo personaggio interessante nulla si conosceva prima di un articolo, del 1985, pubblicato dal ripostese Mario Denaro su “La Voce dell’Jonio” e prima di un altro articolo, pubblicato su “La Rosa di Valverde, nel 1988, dal padre agostiniano Teodoro Sciuto, soprattutto sul pellegrinaggio che la Mistica realizzò, nel 1763, insieme al suo padre spirituale, il can. Leonardo Rosario Bartolotta (affidatole, all’uopo, dall’Arcivescovo di Messina) e ad altri (fra cui il marito), proprio nel Santuario Mariano di Valverde (dove ha vissuto spiritualmente e fisicamente lo Sciuto). Il prof. Alibrandi si preoccupò, il 14 febbraio 1991, di redigere un articolo divulgativo, per il “Gazzettino di Giarre”, per ampliare la conoscenza di questa donna dalle incredibili virtù mistiche. Il canonico Leonardo Bartolotta (si legga, in proposito, quanto scritto nel capitolo, qui, dedicato a questo illustre mascalese), poiché la donna non era alfabetizzata, scrisse quattro libri (il primo è andato perduto e i tre rimanenti sono custoditi nell’Archivio Parrocchiale di Mascali) sulla vita e sulle “contemplazioni” della Mistica, titolati “Vita Spirituale o sia Vita e contemplazioni della Serva di Dio D.nna Margarita Bassi e Scandura” (Bassi era il cognome del marito).

Nel volume secondo è descritto l’emblematico pellegrinaggio della mascalese “Serva di Dio”, proprio al Santuario Mariano di Valverde, che avvenne alla fine del mese di luglio del 1763. Alcuni giorni prima della festa di Santa Venera, Donna Margarita Bassi e Scandura sentì il bisogno di recarsi a Valverde e chiese al Signore di manifestarle, in merito, la sua volontà; ed il Signore così le rispose: “Non credere essere solo tua volontà tale risoluzione; io ti ho posto questa inclinazione; va, sì, a venerare quella sagra Effigie della dolcissima Madre, ed essendo ivi, avrai da Essa uno sguardo, come quello che diedi io ad Ella stando ai piedi della Croce…; voglio però che da qui partissi come una penitente e con una grande devozione; e giunta che sarai a quel Santuario, farai, come li Re Magi, tre genuflessioni e non potendoli fare corporalmente, le farai con la volontà e col desiderio…La prima genuflessione la farai al limitare della porta della chiesa; la seconda prima di accostarti a quella Sagra Immagine e la terza innanzi a quel sagro altare. Ivi ti comunicherai figurandoti di ricevere la Comunione non dalle mani del sacerdote, ma dalla stessa carissima mia Madre; ed unendoti con tutti li Beati del Cielo e dei miei servi in terra, offrirai con essi la Comunione al mio Eterno Padre, pregandolo per i meriti della mia SS.ma Madre di cui se ne ritrova in questa terra il suo ritratto, lasciandovi già impressa la sua immagine per amore dei fedeli…”.

Al seguito di Donna Margarita Bassi e Scandura partirono (dalla casa, nel quartiere di “Sant’Antonino”), il 25 luglio, il marito, il figlio, due nipoti, il can. Bartolotta ed altre persone. Raggiunta Acireale, donna Margarita, il 26 dello stesso mese, fu portata nella chiesa di San Sebastiano, per contemplare il Crocifisso (posto nell’oratorio). A Valverde giunsero nella mattina del mercoledì 27; scesero dalle loro cavalcature, percorsero un tratto di strada a piedi e giunsero alla porta del Santuario. Nell’entrare, Donna Margarita ed il can. Bartolotta fecero la prima genuflessione recitando le seguenti parole: “Ave, Filia Dei Patris! Ave, Mater Dei Filij! Ave, Sponsa Spiritus Sancti!”. Queste parole a tutt’oggi, da allora, sono ripetute, in particolari momenti celebrativi, dagli Agostiniani Scalzi di Valverde. Donna Margarita ed il suo confessore ripeterono la genuflessione davanti all’altare dov’è posta la sacra immagine della Vergine; indi, per la terza volta, la ripeterono davanti all’altare centrale. Con uno sguardo la Vergine comunicò, alla “serva di Dio”, “un’aura felicissima di beatitudine”.

Il can. Bartolotta celebrò la Santa Messa e Donna Margarita si intrattenne in interiore colloquio con Gesù Eucaristia. Molte cose furono quel giorno comunicate a Donna Margarita. Le fu manifestato che “a lasciare ivi impressa quella figura o ritratto della SS. Vergine vi concorse prima il permesso dell’Eterno Padre”; che “spesso quella sagra figura riceve sguardi da Maria SS., comunicandovi forza e virtù per illuminare le anime che la visitano e a lei ricorrono. Quella SS. Immagine, miracolosamente comparsa e dipinta, comunica forza e virtù a tutti quelli che la vanno a visitare con vera devozione e non per curiosità”; che “separatamente dagli altri Angeli e serafini, i quali stanno in custodia di detta SS. Immagine, ivi vi sta assegnato un Angelo il quale nota nel numero dei devoti di Maria SS. quelli che devotamente vanno a riverirla”; e tanto d’altro ancora le fu reso manifesto. Donna Margarita si unì, la sera, alle litanie che elevavano alla Madonna i Religiosi del Santuario e, prima di partire, pregò per il marito, per il figlio, per la città di Mascali e per tutti i mascalesi, per tutti coloro che si erano recati con lei nel Santuario, e particolarmente per il can. Bartolotta. A questi sempre si rivolse, poi, donna Margarita, particolarmente per impetrare la Vergine Madre affinché le donasse una veste d’umiltà come base e sostegno della sua vita spirituale.

Margarita Scandura morì, in Mascali, il 16 ottobre 1785; così, nell’atto di morte: “Donna Margarita Bassi moglie di Don Giuseppe Bassi di circa 70 anni rese l’anima a Dio. Sepolta nella chiesa madre”.

GDG

 

 

Potrebbero interessarti anche