Brillante operazione dei carabinieri della Compagnia di Giarre nel rione popolare giarrese Jungo (alloggi popolari di viale delle Province). Neutralizzata una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti. In manette – su ordine di custodia cautelare – 4 persone, mentre una ventina sono le persone indagate e coinvolte nell’inchiesta. raggiunte da avvisi di conclusione indagini.
A corollario dell’attività, saranno inoltre notificati gli avvisi di conclusione indagini preliminari ad altre 20 persone nei confronti delle quali, pur essendo stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, non sono state emesse misure cautelari personali per assenza di esigenze cautelari. Queste ultime – si apprende – sarebbero stati inseriti nel medesimo contesto associativo criminale e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione denominata “Tigre reale” (da un romanzo di Giovanni Verga) coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia e dalla Stazione di Giarre, si è sviluppata nel periodo compreso tra settembre 2019 a giugno 2021.
L’attività si è fondata su varie servizi di osservazione e pedinamento e, attraverso un’attività tecnica di intercettazione, che ha consentito numerosi riscontri oggettivi quali arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga e denaro.
Le investigazioni avrebbero consentito di disarticolare un gruppo criminale dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere popolare di viale delle Province (rione“Jungo”) a Giarre.
Una fiorente attività criminale gestita a conduzione familiare. L’indagine avrebbe infatti consentito di accertare la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di Maurizio Viscuso, Salvatore e Giuseppe, e della moglie Rosa Arcidiacono, la quale si sarebbe occupata di diffondere le direttive del marito agli altri appartenenti al gruppo. Nello specifico, l’indagine avrebbe appunto consentito di far luce sui ruoli dei due fratelli, il minore Giuseppe Viscuso, che si sarebbe occupato dell’attività di spaccio e del recupero crediti relativo ad alcune consegne di stupefacente, e il maggiore Salvatore, che avrebbe avuto una funzione di alter ego del padre Maurizio, accompagnandolo nelle trasferte per il carico dello stupefacente sia nel territorio giarrese che nel capoluogo catanese, nonché contrattando insieme a lui il prezzo del quantitativo di droga approvvigionato.
L’indagine avrebbe inoltre permesso di accertare il placet di cui avrebbe goduto la famiglia Viscuso da parte de “clan Laudani” di Piedimonte, nello specifico da parte di Antonio Di Mauro – figlio di Paolo detto “u prufissuri” – responsabile dell’area di Giarre – con il quale Maurizio Viscuso avrebbe avuto continui rapporti di frequentazione, arrivando a chiedere il suo intervento in occasione del suo ferimento dopo una lite per motivi estranei al mondo della droga. In un’altra occasione sarebbe stato lo stesso Di Mauro a chiedere al Viscuso di fare da tramite con un soggetto, noto spacciatore, verosimilmente per l’acquisto di una partita di sostanza stupefacente.
Un episodio emblematico del carattere verticistico dell’associazione e dell’impossibilità di mettere in discussione le direttive del promotore, sarebbe stato il brutale pestaggio, avvenuto nell’agosto 2020, ai danni di uno spacciatore al dettaglio, che dopo essersi rifornito presso l’emporio della droga dei Viscuso, avrebbe osato mettere in discussione la qualità e la modalità di taglio dello stupefacente, pretendendo di partecipare alla preparazione della cocaina da vendere, al fine di accertarsi di non essere raggirato.
In un caso, uno degli arrestati deteneva in casa 55 grammi di marijuana, mentre in un’altra circostanza, il soggetto monitorato dai Carabinieri è stato visto prendere qualcosa da un muretto a secco, nella via Ungaretti di Giarre, e sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di un involucro di 13 grammi di cocaina. In una terza occasione, un pusher accortosi di essere seguito dai Carabinieri, ha provato a liberarsi di due involucri, contenenti rispettivamente 55 e 56 grammi di cocaina, gettandoli a terra, ma è stato tempestivamente fermato dai Carabinieri ed arrestato.
Con l’esecuzione delle ordinanze del GIP che ha disposto 4 misure di custodia cautelare in carcere, e con la successiva notifica della conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altri 16 indagati, è stato inferto l’ennesimo colpo ad un gruppo criminale dedito alla gestione di una fiorente piazza di spaccio sita nel territorio di Giarre.
PERSONE DESTINATARIE DELLA MISURA – CUSTODIA IN CARCERE: