Il passato weekend del 13 e 14 aprile a Roma, nella moderna cornice dell’impianto Sportivo Palatorrino nel quartiere EUR, si è respirata un’aria di energia giovane e di valori sportivi con la tenuta del Campionato Nazionale di Karate. Un appuntamento di grande importanza, curato dalla Commissione Nazionale Karate in sinergia con il Comitato Regionale Csain Lazio, che ha visto l’adesione di numerosi giovani atleti, dimostrando così come lo sport possa essere un veicolo potente per l’inserimento sociale e la formazione del carattere.
Riservato alle società affiliate e agli atleti tesserati CSAIn, il campionato ha accolto partecipanti in diverse fasce di età: dai Pre-Agonisti (dai bambini di 8 anni ai ragazzi di 12 anni), agli Agonisti (dagli Esordienti di 14 anni ai Seniores adulti) e ai Master. Una competizione che, più che mai, ha evidenziato l’impegno dei più giovani nel seguire un percorso di crescita sia fisica che morale.
Mentre il panorama mediatico spesso si concentra su aspetti più inquietanti della gioventù, come le cosiddette “Baby Gang” e i riferimenti alla cultura urbana e problematiche sociali veicolate da alcune correnti musicali, esistono realtà come quella degli atleti di Randazzo, un grazioso comune alle pendici dell’Etna, che raccontano una storia differente. Guidati con dedizione dal maestro Enzo Bordonaro, un gruppo di giovanissimi karateka ha viaggiato fino a Roma per dare il meglio di sé, rappresentando non solo il proprio club, il Passion Fitness, ma anche i solidi principi su cui si basa il loro insegnamento.
Tra questi atleti si distingue Christian Carciola, soli 9 anni, che ha conquistato il primo posto nella categoria Kata dei U10 cintura verde-blu, e anche un lodevole terzo posto nel Kumite. Insieme a Cristian, altri ragazzi come Pietro Batturi e Alessandro Battagliola, e a seguire Andrea Ragaglia, Materia Salvatore e Mariano Farina hanno brillato ottenendo risultati eccellenti nelle rispettive categorie e dimostrando quanto lontani possano essere questi giovani dalla disgregazione sociale spesso descritta nei media.
Questi ragazzi e i loro successi sono la dimostrazione palpabile che lo sport, e in particolare discipline come il karate, possono giocare un ruolo cruciale nell’educare alla resilienza, al rispetto, alla disciplina e al coraggio. Oltre a formare atleti, lo sport forma cittadini.
Randazzo e i suoi giovani atleti, con il supporto di figure mentor come il maestro Bordonaro, stanno tracciando una rotta di speranza e integrazione, dimostrando che la gioventù, se supportata adeguatamente, può davvero aspirare a un futuro di successo e di contributo attivo alla società.
In un’epoca di sfide complesse, la storia di questi piccoli grandi campioni ci ricorda che ogni bambino, con la guida giusta e opportunità adeguate, può trasformarsi in un campione nella propria vita e nella vita della comunità che lo circonda.
Alfio Papa