Chi non ha mai fatto una partita di poker la sera con gli amici? In un modo o nell’altro, presto o tardi, quasi tutti oggi hanno provato a tenere le carte in mano, effettuare delle puntate e stanare i propri avversari. Ma è proprio così che si inizia: per puro e sano divertimento.
In Italia d’altronde il poker è cresciuto tantissimo, toccando picchi che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili. Addirittura, il Bel Paese ha spopolato per quanto riguarda il poker online, giocando molto sui casinò online AAMS e diventando il secondo paese europeo per partecipazione su piattaforme virtuali.
I giocatori accedono alle poker room con grande facilità, rapidità e comodità: è quasi un invito a nozze per chi è in cerca di un divertimento diverso da solito. Solo alcuni di loro però riescono – o vogliono – fare il grande salto: passare da giocatore amatoriale a giocatore professionista, come se il poker fosse un vero e proprio sport.
Ma come funziona e qual è la differenza? Cosa deve avere un giocatore di poker professionista?
La differenza è incredibilmente ampia, anche se forse non sembra. Il pokerista amatoriale gioca come e quando vuole, senza curarsi troppo delle strategie, dell’allenamento e dei propri avversari. Niente di più sbagliato invece per chi gioca a poker per lavoro.
Il pokerista professionista infatti deve condurre una vita simile a quella di un atleta, poiché il benessere del proprio corpo è fondamentale.
Innanzitutto, partecipare a tornei ufficiali in diverse località e rimanere concentrati per ore richiede uno stile di vita salutare; l’attenzione quindi all’alimentazione, l’allenamento fisico e la preparazione mentale sono parte della routine quotidiana. Proprio come uno sportivo di alti livelli. Inoltre, dedicare tempo allo stretching è cruciale, poiché stare seduti a lungo può causare tensioni sia mentali che fisiche. A tutto ciò si aggiunge l’importanza di saper controllare il proprio respiro: questa qualità è utile per mantenere il cervello ossigenato, controllando così l’ansia e la tensione durante le partite.
Chiaramente nessun medico misurerà mai la percentuale di massa grassa di un pokerista professionista come avviene invece per i calciatori ai massimi livelli, ma la cura del proprio corpo e della propria mente è altrettanto importante.
Il poker sportivo ha attirato sempre più appassionati negli ultimi anni, trasformando una semplice passione in una vera e propria professione per molti. Questa disciplina ha recentemente ottenuto il riconoscimento di “skill sport”, ovverosia gioco di abilità.
Un pokerista per professione deve quindi possedere determinate caratteristiche, qualità mentali ed emotive che gli permettono di competere contro avversari preparati e pronti a tutto. Non si tratta ovviamente solo di conoscere alla perfezione le regole del gioco e le varie strategie – che è invece la base – ma proprio di comprendere le fasi della partita, gestire chi si ha di fronte e saper sfruttare tutto ciò a proprio vantaggio.
Innanzitutto, la prima dote fondamentale è la capacità di calcolo. Questo è indispensabile per ottenere buoni risultati, sia nei tornei aperti a tutti che in quelli più prestigiosi. Conoscere alla perfezione le probabilità ed avere elevate competenze matematiche può fare la differenza in qualsiasi partita.
Molto importante è anche la cosiddetta “deception”, meglio conosciuta con il termine di “bluff”. Si tratta di quella particolare abilità di far credere agli avversari qualcosa che non è vero: ad esempio, fingere di avere in mano carte precise che in realtà non si possiedono. Non è assolutamente un imbroglio delle regole, ma una qualità importantissima senza la quale è praticamente impossibile avere successo.
Infine, un pokerista per professione deve saper controllare le proprie emozioni. Nei tornei importanti è vietato perdere calma e lucidità: la conseguenza sono solo scelte irrazionali ed illogiche. Mantenere la mente sgombra dai cattivi pensieri e non lasciarsi influenzare dai “bluff” altrui è vitale per continuare a prendere decisioni razionali e strategiche.