Le grandi città italiane seguono l’esempio di Melbourne e introducono il divieto di fumo per strada. Iniziano Milano e Torino, ma pare che l’era smoke-free sia alle porte. E il Regno Unito fa da traino per creare una generazione senza fumatori.
Il divieto di fumare all’aperto, oltre che una necessità per preservare la salute dei non fumatori e per limitare le occasioni di accendere una sigaretta ai fumatori, è anche un beneficio ambientale. Due grandi metropoli italiane come Milano e Torino lo hanno capito e hanno introdotto il divieto di fumare in strada.
La legge entrerà in vigore a Milano il 1° gennaio 2025, mentre Torino non ha ancora una data ufficiale. Come sempre l’Italia arriva un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi, come l’Australia, ad esempio, dove già dal 2016 a Melbourne è totalmente vietato fumare all’aperto. Ma meglio tardi che mai.
In particolare, la delibera che riguarda Milano parla del divieto di fumo se tra il fumatore e il non fumatore non è possibile rispettare una distanza di 10 metri. Da questo provvedimento è esclusa la geek bar venduta su Svapostore e gli altri dispositivi da svapo.
A Torino, invece, la tolleranza è maggiore: si può fumare con una distanza minima di 5 metri, la cosiddetta “distanza di cortesia”. Inoltre, se alla persona che non fuma non dà fastidio avere accanto un fumatore (e qui si chiude un occhio alla questione dei danni del fumo passivo), può dare il proprio esplicito consenso al fumatore di accendere la sigaretta ad una distanza inferiore ai 5 metri di cortesia.
Il divieto di fumo all’aperto non è, dunque, ancora totale, ma i fumatori possono ancora accendere una sigaretta negli spazi all’aperto più ampi che consentono distanze maggiori di 5-10 metri tra una persona e l’altra.
Questa misura nasce con lo scopo di salvaguardare soprattutto la salute di bambini e donne in gravidanza, davanti ai quali è in ogni caso vietato fumare. In Italia è in vigore il divieto di fumo in auto in presenza di soggetti appartenenti a queste categorie.
A Torino era già vietato fumare in prossimità delle aree gioco dei parchi, e in tante città italiane è in vigore il divieto di fumare nei parchi. Con la nuova delibera del consiglio comunale di Torino, proposta dal consigliere Silvio Viale, viene modificato il Regolamento di Polizia urbana: oltre ai luoghi al chiuso, in cui non si fuma da ben 21 anni per merito della legge Sirchia, a Torino non si potrà fumare mentre si attende l’autobus, in coda per entrare in un locale, alle manifestazioni, sui marciapiedi e nei dehors, se attorno ai fumatori ci sono altre persone che non fumano.
Una posizione comunque abbastanza moderata, se si pensa che nel Regno Unito si punta alla creazione di una prima generazione senza il vizio del fumo. È stato introdotto, infatti, il divieto di vendita di sigarette, sigari e tabacco ai giovani nati dopo il 1° gennaio 2009. Una legge anti-fumo che segna una svolta culturale decisiva, con la soglia legale che continuerà a salire, perché tra cinquant’anni i fumatori saranno soltanto gli over 60.
Come già accennato, il provvedimento di Torino, seppur sia meno rigido in termini di distanza, lo è di più rispetto a Milano per quanto riguarda le sigarette elettroniche e tutti i dispositivi da svapo. In strada non si potranno né fumare prodotti a combustione né svapare con i dispositivi elettronici, mentre a Milano il divieto di fumo non riguarderà le sigarette elettroniche. Ma chi lo infrange rischia una multa da 40 a 240€.
Questa misura è infatti pensata per limitare l’inquinamento ambientale, di cui le sostanze tossiche sprigionate dalla combustione del tabacco sono in parte responsabili. Ma dalla vaporizzazione delle e-cigarette non vengono emanate sostanze dannose, anche se ai non fumatori potrebbe dare fastidio anche il vapore.