Omicidio di Dario Chiappone, l'ergastolo all'ottantenne "killer delle carceri" -
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Omicidio di Dario Chiappone, l’ergastolo all’ottantenne “killer delle carceri”

Omicidio di Dario Chiappone, l’ergastolo all’ottantenne “killer delle carceri”

Ieri la quarta sezione della Corte d’assise di Catania per l’omicidio di Dario Chiappone ha condannato all’ergastolo quell’Antonino Marano noto come il killer delle carcere.  A Marano, 80 anni, il provvedimento restrittivo per l’omicidio Chiappone è stato notificato in carcere nel dicembre del 2019.

Marano, ha una storia criminale di grosso spessore ed è passato alla cronaca come uno dei killer delle carceri con il sodale Antonino Faro e il rivale Vincenzo Andraus. Come quando nel carcere di San Vittore a Milano, con Faro, urlò di essere in possesso di una bomba e col complice fece irruzione nella cella di Andraus per ucciderlo con un tubo della doccia che «avevamo staccato con le mani» per «assassinare un infame», ma l’intervento dei secondini bloccò il tentativo di omicidio.

Ai giornalisti, durante il processo in cui i due furono condannati a 17 anni di carcere ciascuno, non spiegarono il movente: «Se Andraus fosse morto – sostenne Marano – si poteva dire, ma purtroppo è vivo. Quando morirà ne riparleremo…».Il 5 ottobre del 1987 lui e Faro furono vittime di un attentato nell’aula della Corte d’assise di Milano: durante la requisitoria del Pm Francesco Di Maggio al processo Epaminonda, il detenuto Nuccio Miano sparò con una pistola diversi colpi contro di loro, ma ferì due carabinieri.

Il tentativo di vendetta arrivò un anno dopo: era il 7 novembre del 1988 e nell’aula-bunker delle Vallette di Torino si celebrava un processo-stralcio contro il ‘clan dei catanesì davanti la Corte d’assise presieduta da Gustavo Zagrebelsky, quando da una delle gabbie Marano lanciò una bomba-carta contro la celle in cui si trovano i fratelli Nuccio e Luigi ‘Jimmy’ Miano.

L’ordigno artigianale realizzato con dell’esplosivo nascosto dentro un pacchetto di sigarette non colpì il bersaglio, ma una canaletta elettrica e un termosifone in ghisa sventrato dall’esplosione.

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