Randazzo di fronte alla crisi idrica tra siccità e infrastruttura obsoleta -
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Randazzo di fronte alla crisi idrica tra siccità e infrastruttura obsoleta

Randazzo di fronte alla crisi idrica tra siccità e infrastruttura obsoleta

Erano anni che a Randazzo non si fronteggiava una lunga crisi idrica generalizzata. Giorno dopo giorno la mancanza d’acqua nelle case sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza di protezione civile e di diffuso malcontento.

Dopo il comunicato del 13 luglio 2024, con cui la Commissione Straordinaria ha annunciato l’avvenuta riparazione del guasto ad una delle pompe sommerse per il sollevamento dell’acqua dalla falda freatica, sembrava che il ritorno alla normalità fosse questione di ore. Invece, nonostante l’annuncio, il sistema ha mostrato ancora una volta il suo fragile equilibrio e vaste zone dell’abitato sono ancora senza acqua e ci vorranno giorni per un ritorno graduale alla normalità.

«La Commissione Straordinaria continua a monitorare l’emergenza idrica ormai in fase di chiusura – afferma la Dott.ssa I. Giusto, che aggiunge – la pompa di sollevamento è stata sostituita e sull’impianto connesso sono state avviate una serie di manutenzioni straordinarie per evitare ulteriori blocchi di erogazione. Si comprende il disagio della popolazione, ma i tempi tecnici necessari per la risoluzione del problema non potevano essere inferiori. L’apertura del C.O.C. [centro operativo comunale di protezione civile] ha permesso di far fronte, col supporto delle Istituzioni che ci hanno sostenuto, alle migliaia di richieste di forniture di acqua con autobotte. Si ringraziano i responsabili degli uffici tecnici e della P.M. e tutto il personale coinvolto».

Nel frattempo, da un sondaggio effettuato sui social, risulta evidente che diversi settori della città ricevono l’acqua, ma con penuria. La pressione, dicono i cittadini, è talmente bassa da non consentire né l’erogazione ai piani superiori, né il riempimento delle vasche di riserva posizionate a un metro dal piano stradale. Tuttavia, le zone più densamente popolate sono purtroppo ancora a secco. Nei giorni scorsi, la protezione civile comunale è stata mobilitata per coordinare l’approvvigionamento attraverso il servizio autobotti svolto con mezzi comunali, ma soprattutto con uomini e mezzi del servizio antincendio boschivo della Forestale. Alle operazioni stanno partecipando pure i volontari della Protezione Civile di Bronte intervenuti con un’autobotte messa a disposizione dalla protezione civile della Città metropolitana di Catania. Nonostante uomini e mezzi lavorino incessantemente, in atto non si riesce a soddisfare le numerose richieste di intervento. Il servizio autobotti, si apprende da fonti informate, continuerà per le zone in sofferenza dalle 18 di oggi 15/7 e proseguirà anche domani.

La situazione potrebbe aggravarsi e diventare ingestibile in caso di fuoco alla vegetazione boschiva. Con il clima torrido, se dovessero verificarsi incendi le autobotti della forestale sarebbero necessarie per trasportare acqua per spegnere i roghi. Questo crea un problema di doppio impiego delle risorse, poiché le autobotti non possono essere contemporaneamente utilizzate per distribuire acqua alla comunità e per spegnere gli incendi.

Le sorgenti sui Nebrodi che da sempre hanno fornito acqua, almeno al settore più antico dell’abitato, stanno registrando progressivamente una preoccupante riduzione della portata d’acqua. La siccità, la mancanza di neve e di ghiaccio, stanno aggravando questa condizione. Negli ultimi anni, i periodi di siccità sono diventati più frequenti e prolungati, causando un abbassamento del livello delle falde acquifere anche nei pozzi sul versante etneo trivellati negli anni Ottanta del secolo scorso. È stato stimato che le abbondanti risorse idriche estratte giornalmente dai pozzi di S. Caterina sarebbero sufficienti per soddisfare il fabbisogno di una popolazione di circa ventimila abitanti, invece buona parte dei residenti lamenta una penuria di acqua ormai cronica.

Ciò significa che acquedotto è ormai obsoleto e bisognoso di manutenzione straordinaria. Le perdite lungo la rete di distribuzione si stima siano numerose e ciò contribuisce a sprecare risorse idriche preziosissime.

Le amministrazioni comunali del passato sono state criticate per la mancanza di lungimiranza nelle politiche di gestione dell’acqua. Nonostante l’urgenza delle crisi, le misure adottate spesso sono risultate inadeguate. La pianificazione e l’investimento in infrastrutture moderne e più efficienti sembra essere una questione improcrastinabile cui la futura governance dovrà occuparsi. Secondo le recenti normative, tra qualche anno, la gestione della distribuzione dell’acqua potrebbe essere affidata a una società privata.

Questa prospettiva suscita preoccupazioni tra la popolazione, timorosa che la privatizzazione possa portare a un aumento dei costi e a una gestione meno attenta alle necessità del territorio. Un ulteriore problema è rappresentato dalla scarsa sensibilità alle buone pratiche di risparmio idrico. L’educazione ambientale e l’informazione sul corretto uso dell’acqua sono ancora carenti. La popolazione, già provata dalla crisi idrica, deve essere incentivata a un consumo più consapevole e responsabile. Il futuro di Randazzo, la sua stessa sopravvivenza, dipende strettamente dalla capacità di gestire le risorse idriche in modo sostenibile. È imperativo avviare programmi educativi fin dalle scuole elementari, per insegnare ai più giovani l’importanza del risparmio idrico e delle buone pratiche ambientali. Solo con un consumo oculato e con politiche di gestione più efficienti si potrà sperare di superare le crisi.

La frustrazione per i continui disservizi sta alimentando tra l’utenza un crescente malcontento. Serpeggia, infatti, la voglia di disobbedienza fiscale. Molti cittadini sono tentati a non pagare le bollette dell’acqua in segno di protesta per le interruzioni frequenti e la scarsa qualità del servizio. Questo atteggiamento, tuttavia, rischia di aggravare ulteriormente la situazione economica e gestionale dell’acquedotto comunale.

La crisi idrica a Randazzo rappresenta una sfida complessa che richiede un impegno congiunto da parte sia delle istituzioni sia dei cittadini. È necessario, dunque, intervenire con urgenza per rinnovare le infrastrutture, migliorare la gestione delle risorse idriche e sensibilizzare la popolazione all’uso responsabile dell’acqua.

Gaetano Scarpignato

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