Emergenza cenere, vertice sindaci area jonica etnea al Comune di Giarre -
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Emergenza cenere, vertice sindaci area jonica etnea al Comune di Giarre

Emergenza cenere, vertice sindaci area jonica etnea al Comune di Giarre

Si è svolta stamane municipio una riunione operativa cui hanno partecipato i sindaci dei Comuni dell’area jonica etnea: Zafferana, Riposto, Mascali, Santa Venerina e Milo. In collegamento telefonico, anche l’assessore regionale agli Enti locali, Andrea Messina. Il sindaco Cantarella si è soffermato sulle difficoltà organizzative per la gestione di una emergenza sollecitando mezzi, risorse e soprattutto ristori per la popolazione e le attività imprenditoriali che, a causa della cenere vulcanica subiscono danni importanti”.

Sulla stessa linea i sindaci di Milo e Zafferana (solo oggi 15 chili di cenere per metro quadrato) che hanno lamentato “danni notevoli al comparto turistico”. Come ha sottolineato l’assessore regionale Messina, “la Regione nell’ultimo assestamento di bilancio ha stanziato 1 milione di euro per gli ultimi eventi vulcanici, benchè la Protezione civile abbia preventivato una spesa di almeno 4 milioni”.

Una somma ritenuta dai sindaci dell’area jonica irrisoria. Come ha rimarcato il sindaco di Zafferana Salvatore Russo: “solo per gli ultimi due episodi vulcanici di luglio il Comune ha sostenuto spese per quasi mezzo milione di euro”.

Per domani pomeriggio alle 15 i sindaci dei Comuni dell’area jonica sono stati convocati dal sindaco della Città Metropolitana di Catania, Enrico Trantino, per un vertice operativo.

L’APPELLO DEL CONSIGLIERE SANTO PRIMAVERA

“I continui parossismi dell’Etna che da anni in modo continuo si verificano e che comportano copiose cadute di cenere vulcanica lungo la fascia ionica-etnea, nei comuni di Acireale, Giarre, Riposto, Mascali, Milo, Sant’Alfio, Zafferana, Santa Venerina, stanno mettendo a dura prova le popolazioni locali e le attività commerciali ed agricole.

La copiosa cenere e’ fonte di disagio e danno a cose, colture e persone. Nessuno mai, per miopia politica, ha previsto in un piano di protezione civile un tale fenomeno continuo con tutte le conseguenze connesse. Ne’ la Regione, ne’ i comuni sono stati in grado di fronteggiare le conseguenze legate alla caduta continua di cenere vulcanica, a partire dalla pulizia delle strade pubbliche, per non parlare di eventuali seri e non apparenti sostegni o supporti alla popolazione locale.

In attesa del riciclo di tale materiale – ragiona il consigliere Primavera –  la cenere vulcanica sulle strade rappresenta un rifiuto, pure pericoloso sotto diversi profili. Realisticamente dobbiamo convivere con il vulcano Etna, ma ciò non esime ma anzi impone che lo Stato intervenga dichiarando lo stato di calamità naturale e supportando con mezzi e risorse i comuni e le popolazioni residenti per fronteggiare questo evento naturale straordinario per la densità del fenomeno e per la durata.

Pertanto, propongo di dichiarare per la fascia ionico etnea non solo lo stato di calamità naturale e di attuare per i comuni un piano straordinario di protezione civile, ma di attingere le risorse dai fondi comunitari per le calamità naturali, così come avvenuto già nel 2003″.

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