Francavilla, successo per l'“Apericena C’a Passioni” al Parco Suburbano Madonna Gala -
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Francavilla, successo per l’“Apericena C’a Passioni” al Parco Suburbano Madonna Gala

Francavilla, successo per l’“Apericena C’a Passioni” al Parco Suburbano Madonna Gala

Come già avvenuto lo scorso anno, il Parco Suburbano Madonna Gala, polmone verde e area di pregio storico-naturalistica situata a nord-ovest del centro abitato francavillese, torna nuovamente ad essere fruibile a cittadini e turisti.

Un risultato reso possibile grazie ad un evento dal titolo “Apericena C’a Passioni”, giunto alla seconda edizione, andato in scena venerdì sera 2 agosto e organizzato dall’associazione “a Passioni”, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Pro Loco, un’iniziativa encomiabile che ha soprattutto il merito di accendere i riflettori su problematiche complesse, come la tutela e la salvaguardia del patrimonio naturalistico, nel nostro caso il Parco Madonna Gala, più volte al centro dell’attenzione pubblica locale per le condizioni di abbandono e degrado.

Inaugurato nel 2015, il parco rappresenta uno dei maggiori siti di aggregazione socioculturale e luogo di eventi pubblici della cittadina dell’Alcantara, dispone di un anfiteatro in grado di ospitare piccole rappresentazioni teatrali, spettacoli di vario genere, esibizioni canore o concertistiche, arene estive, dibattiti pubblici, presentazioni di libri, e così via.

Nei giorni scorsi, in preparazione della manifestazione, gli operai dell’azienda Forestale hanno rimosso sterpaglie e rifiuti, un’operazione di manutenzione ordinaria (ma la struttura necessita di ulteriori interventi) condotta in collaborazione con i membri del gruppo culturale “a Passioni”, con in testa il presidente Tonino Orsina.

Tre i percorsi a disposizione del pubblico: il primo dedicato al sapore, al buon cibo, con una ricetta, “u frittu ‘nto coppu”, ovvero croccanti frittelle di fiori di zucca, salvia fritta in pastella, piccoli arancini a base di verdure, patatine artigianali e un buon vinello locale, il tutto preparato sul posto dai soci dell’associazione e volontari; come location la piazzetta del Parco, con i cubi metallici in disuso trasformati in originali tavolini.

Il secondo spazio di intrattenimento – “Nannu, mu cunti un cuntu?” – è stato occupato da un personaggio entrato ormai nel cuore di tutti i francavillesi, Ciccino Sciacca, grande animatore del carnevale francavillese, il quale, messo da parte (per il momento) lo spirito carnascialesco, ha indossato i panni del narratore, del novelliere, incantando il pubblico con vecchie storie di vita locale e simpatici aneddoti raccolti in paese, per strada, ascoltando gli anziani, i nonni, che sono poi la nostra memoria, un bagaglio di conoscenza e antica saggezza.

Il carretto passava e quell’uomo gridava “gelati!”, ed è così, canticchiando la prima strofa della canzone “I giardini di marzo” del grande Lucio Battisti, che Sciacca ha voluto ricordare una figura del passato (anni ’50 e ’60) rimasta impressa nella memoria di tanti francavillesi, il Cavaliere Salvatore Zappalà, proprietario di un bar in via  Umberto,  «… iatu, siccu, cu na bella giacca ianca eleganti, un beddu cappeddu di marinaru, e nu paru di baffi ca sulu i siciliani sannu puttari ..non muttava u carrettu ma na speci di bicicletta, cu nu scatafasciu supra, e puttava granita al limone, niautri carusi scappaumu di cussa chi bucali a manu: 10 lire di granita, e si l’aveumu o non l’aveumu questo signore, col sorriso sulle labbra, la granita ce la dava lo stesso».

Nei ricordi del nostro “cuntastorieanche i “Sirati d’invennu”, quando le case, mancando la televisione, si trasformavano in “teatru”, e poi la triste storia di “Filumena” (vite rubate)”, un racconto scritto da Sciacca prendendo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto, (« …un fratello in cerca di una sorella che era stata affidata»).

E ancora la curiosa e del tutto particolare storiella (inedita) “U sciopuru, u terrurismu e na juta di corpu”, ovvero la disavventura intestinale da “signura Rosina” patita sul treno per Bologna fermo per sciopero (siamo negli anni Settanta) e scambiata per una “bomba”, un atto di terrorismo.

Ma Ciccino Sciacca tocca anche temi forti, come quello delle “morti bianche” in Italia, la strage silenziosa di persone che perdono la vita sul posto di lavoro, e lo fa a modo suo, recitando in siciliano una canzone pop di Anna Identici, presentata nel 1972 al Festival di Sanremo, “Era bello il mio ragazzo”, un testo dedicato alle vittime degli incidenti sul lavoro, diventata “Era beddu u’ me carusu”; ma prima di lasciare la scena ecco “A vanedda”, la poesia con cui Sciacca chiude il suo incontro con il pubblico riscuotendo applausi e simpatia.

Infine, il terzo ambiente, anch’esso rappresentato nell’arena dell’anfiteatro ai margini del fiume San Paolo, la “Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo”, andata in scena lo scorso mese di marzo, e di cui sono stati riproposti su un maxischermo, a beneficio di turisti e francavillesi in vacanza nei luoghi di origine, alcuni momenti significativi intervallati da suggestivi spazi di recitazione dal vivo, arricchiti quest’anno di effetti speciali: l’episodio della lavanda dei piedi agli Apostoli, Gesù nel Getsemani e la  tentazione ad opera del diavolo (recitati in siciliano), il pentimento di Giuda, Gesù davanti a Caifa e poi al cospetto di Ponzio Pilato, la Flagellazione e l’incontro con Maria, la Veronica, la Pietà, e per ultimo l’immagine del Cristo Risorto, forse un’anticipazione della prossima “Sacra Rappresentazione”.

In conclusione, Tonino Orsina, presidente dell’associazione “a Passioni”, ha ripercorso brevemente le fasi che hanno portato alla costituzione del gruppo associativo e alla realizzazione della “Rappresentazione” in forma recitata («… nel 2014 abbiamo rivoluzionato un po’ tutto perché non c’era più la possibilità di farla come una volta, sui carri ..», ringraziando infine l’Amministrazione comunale, il sindaco Vincenzo Pulizzi e il vicesindaco Gianfranco D’Aprile, un grazie anche alla Pro Loco di Francavilla, alla Croce Rossa Italiana, a Gian Piero Romano per il supporto video, a Giuseppe Malatino per l’audio e a Carmelo Spitaleri per le fotografie.

«Questo è un luogo di grande valenza storica e ambientale – ha aggiunto il conduttore della serata Filippo Zullo, socio dell’associazione – un secolo fa, proprio qui vicino venivano persone da Taormina in carrozza a fare i bagni sulfurei, e ci sono ancora le case, le vasche …; è un sito – ha continuato – che noi vogliamo custodire e valorizzare, e per questo parteciperemo ad una “manifestazione di interesse” per essere presenti ogni anno, tutte le estati qui con tante iniziative, spettacoli, giochi e momenti di animazione».

Luigi Lo Presti

Foto gentilmente concesse da Carmelo Spitaleri

 

 

 

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