Crisi profonda e veleni. Al comune di Giarre esplode il caso Scuderi. Sotto l’ombrellone scimitarre e lunghi coltelli al posto di secchielli e rastrellini. Ieri seduta consiliare al vetriolo. Assenti dai banchi il sindaco e l’amministrazione. Una scelta deliberata per rimarcare – ove ancora servisse – le distanze interne. Una guerriglia istituzionale in atto senza esclusione di colpi. E cosi, ieri, saltata l’attività ispettiva, unico punto all’ordine del giorno, la seduta si è concentrata sull’intervento preliminare del consigliere di maggioranza Gabriele Di Grazia che ha voluto mettere fine al chiacchiericcio su una vicenda che già circolava da poco di un anno nei corridoi del palazzo municipale, salvo poi diventare di pubblico dominio attraverso alcune lettere anonime ad opera di qualcuno che ben conosce le stanze del municipio, lasciate sul tavolo usato dai consiglieri durante le commissioni consiliari.
Lettere in busta chiusa indirizzate ai presidenti delle cinque commissioni consiliari. Di Grazia in aula ha rotto gli indugi e, in diretta streaming, ha rivelato pubblicamente il contenuto di quelle buste, ovvero la copia del verbale con cui la Polizia locale contesta all’avv.Scuderi, esperto legale del sindaco, già consigliere e assessore forzista durante la sindacatura Sodano, la violazione degli articoli 192 e 255 del D.Lgs n.152/2006, ovvero abbandono di rifiuti.
Nel verbale si legge: “In data 29 giugno 2023, alle 9.43, dall’autovettura in transito lungo via della Regione a Macchia, accostatasi a margine della carreggiata, in corrispondenza di una curva, scendeva il trasgressore e abbandonava rifiuti, depositandoli sul ciglio della strada, all’interno di un sacco di plastica di grandi dimensioni di colore verde, in un sito già utilizzato come discarica abusiva. La violazione è stata accertata a seguito di conclusione indagini conseguenti all’acquisizione e alla visione delle immagini riprese da telecamera di videosorveglianza della zona. Le foto e i video documentanti l’illecito sono state conservate presso il comando di Polizia Locale”.
Il consigliere Di Grazia “ho ritenuto opportuno rendere nota la vicenda – ha detto – anche per evitare potenziali strumentalizzazioni” – tuttavia esprimendo profondo rammarico per il fatto che “l’avv.Scuderi avrebbe presentato ricorso , chiedendo il ritiro in autotutela del verbale, contestando il fatto che via della Regione è una strada provinciale e che pertanto la polizia locale non aveva competenze”.
La preliminare del consigliere Di Grazia ha finito per infiammare l’aula. Maggioranza e opposizione, a braccetto, non hanno perso occasione per stigmatizzare l’accaduto, invocando financo le opportune dimissioni delll’avv.Scuderi. Durissimo l’attacco sferrato dal consigliere di minoranza Leo Patanè. “Il problema è che questa vicenda crea un grave danno all’immagine del Comune, del Sindaco e dell’Amministrazione.
Sinceramente non vorrei essere nei panni del sindaco e dell’avv. Scuderi, in particolare, perché – ha spiegato in aula Patanè – al suo posto avrei avuto seri dubbi nel continuare lo svolgimento dell’incarico conferito onde evitare di trascinare nella gogna mediatica il sindaco e l’intera Amministrazione per un fatto così grave.
Purtroppo non possiamo pretendere dai cittadini di effettuare una raccolta differenziata sempre migliore e poi dall’altro lato aumentare le bollette della Tari e, cosa ancora più grave, come giustificare oggi che l’esperto del sindaco nonché uomo più vicino a quest’ultimo, perché scelto in base ad un rapporto meramente fiduciario, alimenti le discariche abusive presenti a Giarre facendosi addirittura filmare e sanzionare? Purtroppo – ha rimarcato il consigliere Patanè – è un episodio gravissimo che non può passare inosservato e rappresenta una pagina triste per Giarre. Un gesto incomprensibile che non lascia adito a dubbi visto il tenore del verbale e le riprese effettuate dalle videocamere.
Credo che su questa vicenda serva una profonda riflessione sull’opportunità di proseguire o meno il rapporto fiduciario con il sindaco considerato che, in breve tempo, questa vicenda sarà sulla bocca di tutti con evidenti ricadute negative per l’immagine del sindaco, dell’intera Amministrazione e della città e soprattutto nei confronti dei cittadini che tanti sforzi stanno facendo per migliorare la differenziata. Ancor più grave appare il fatto che, in base alle informazioni acquisite dal consigliere Di Grazia, l’esperto si sarebbe addirittura rifiutato di pagare la sanzione, contestando che la competenza ad irrogare la sanzione era della Provincia e non del Comune”.
Dal canto suo, invece, il consigliere Santo Primavera si è invece soffermato su un altro aspetto ovvero “la diffusione di un atto interno, con dati sensibili recapitato in forma anonima ma proveniente dagli uffici della Polizia locale. In tal senso ha chiesto al segretario generale Puglisi, di “adottare i provvedimenti del caso per accertare la violazione del segreto d’ufficio e individuare il funzionario o impiegato infedele”. Sulla stessa linea i consiglieri di minoranza Alfio Tomarchio, Francesco Vitale e il componente di maggioranza Antonio Camarda.
L’attività ispettiva ieri, alla fine è saltata, in assenza dei rappresentanti dell’amministrazione e la seduta dopo la deflagrazione del “caso Scuderi”, è stata rinviata a data da destinarsi. A questo punto, il sindaco Cantarella, impegnato nell’emergenza cenere vulcanica, dovrà inevitabilmente fare i conti con un fuoco politico. Una eruzione di veleni. Senza precedenti.
LA REAZIONE DEL SINDACO CANTARELLA
Il sindaco Leo Cantarella, interpellato sulla vicenda non nasconde il proprio imbarazzo: “Ho appreso dei fatti in differita poiché impegnato in una riunione sull’emergenza cenere alla Città Metropolitana. Si tratta di un caso delicato che necessita di opportuno approfondimento.
Essendo una vicenda personale dell’avv. Scuderi non ero a conoscenza dei particolari. Sono necessarie opportune valutazioni. Certamente inquieta il fatto che la vicenda sia stata resa nota attraverso la diffusione di un atto interno, con dati sensibili. Chiederò al segretario l’avvio di una indagine interna e perseguire chi ha violato il segreto d’ufficio”.