La Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo un provvedimento di confisca di beni, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania nei confronti di Antonino e Carmelo Paratore, padre e figlio, leader di un importante gruppo imprenditoriale della Sicilia orientale. Colpito un vasto complesso societario e patrimoniale, con un valore stimato in oltre 100 milioni di euro.
Le indagini, avviate nel 2020 dalla Dia in collaborazione con la Procura di Catania, hanno esaminato a fondo le attività economiche della famiglia Paratore, già coinvolta in precedenti indagini penali nell’operazione “Piramidi”, che portò al loro arresto. Il tribunale ha riconosciuto il legame duraturo tra i due indagati e Maurizio Zuccaro, boss del clan Santapaola-Ercolano oggi detenuto a Milano, e ha attribuito a questa connessione il rapido successo imprenditoriale della famiglia.
Le indagini hanno messo in luce che l’espansione delle attività dei Paratore, avvenuta soprattutto a partire dalla fine degli anni ’90, è stata sostenuta da ingenti flussi di denaro di origine illecita, provenienti da Zuccaro. Questo legame ha permesso ad Antonino Paratore di trasformarsi da umile carpentiere in uno degli imprenditori più ricchi della Sicilia.
La confisca riguarda 14 società di capitali, operanti principalmente nella raccolta e trattamento dei rifiuti, nella gestione di stabilimenti balneari e nel settore immobiliare, oltre a otto fabbricati e numerosi rapporti finanziari. Inoltre, il tribunale ha imposto a Antonino e Carmelo Paratore la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per tre anni.