Giarre, il Coordinamento Donne zona ionico-etnea ha dato alla stampa il documento su decentramento e autonomia differenziata

In questi giorni il Coordinamento delle Donne zona ionico-etnea ha dato alla stampa il Documento finale sull’attualissimo tema affrontato durante l’iniziativa del 10 aprile 2024: “Dal decentramento all’autonomia differenziata: come il regionalismo competitivo ha spaccato l’Italia. Una riflessione sull’età Repubblicana”.

L’incontro dello scorso aprile è stato organizzato dal Coordinamento delle Donne congiuntamente alle associazioni: Articolo 1- L’Agorà – Cinecircolo L’Agorà – Clessidra- Società giarrese di Storia Patria e Cultura, presso la Sala tau Sala Tau – Chiesa San Francesco d’Assisi al Carmine. In quella occasione la redazione del documento è stata affidata alla stessa relatrice del convegno, Melania Nucifora storica dell’Università di Catania, che ha scritto sulle politiche del Mezzogiorno, approfondendo la parabola del regionalismo dal dopoguerra ad oggi.

Il Documento ha tenuto conto della relazione, condivisa dal Coordinamento delle Donne e dalle associazioni che hanno sostenuto l’iniziativa, nonché dei vari interventi, succedutisi durante l’incontro, da parte di donne e uomini delle istituzioni, della Chiesa, dell’informazione e delle associazioni.

Il testo manifesta una forte preoccupazione verso l ‘autonomia differenziata, già diventata norma, che così concepita, come si legge nel documento, è il punto d’arrivo di progetti e battaglie ispirati a un massimalismo devolutorio pericoloso, in quanto fortemente in contrasto con una visione strategica unitaria dello sviluppo nazionale, oggi più che mai necessaria di fronte alle sfide globali che l’Italia dovrà affrontare.

Ed ancora sul documento si legge: “La legge sull’Autonomia differenziata semplicemente scompone l’idea stessa di interesse nazionale in un mosaico di interessi particolaristici, alimentando il virus del localismo, ma soprattutto abbandona apertamente e definitivamente l’obiettivo fondamentale del contrasto alle disuguaglianze. E questo è un male per tutti. La legge sull’Autonomia differenziata semplicemente scompone l’idea stessa di interesse nazionale in un mosaico di interessi particolaristici, alimentando il virus del localismo, ma soprattutto abbandona apertamente e definitivamente l’obiettivo fondamentale del contrasto alle disuguaglianze. E questo è un male per tutti”.

Il documento si chiude con una riflessione sulle politiche meridionalistiche, o meglio antimeridionalistiche: “La mutazione delle culture politiche antimeridionaliste e la virata verso un nazionalismo sovranista e xenofobo non hanno cambiato la matrice originaria di quel pensiero che non vede nella coesione interna nazionale sociale ed economica e nel contrasto ai divari interni obiettivi da perseguire per il bene dell’Italia. L’insieme di autonomia differenziata e riforma del premierato, frutto di un pernicioso compromesso politico, può dare vita a un “monstrum” senza uguali, capace di mettere a dura prova la tenuta dell’architettura istituzionale italiana, definendo insieme un misto aberrante di centralismo politico e schizofrenia programmatoria e gestionale: il frutto evidente delle incongruenze e delle profonde contraddizioni dell’attuale maggioranza. Di questo pessimo progetto il Mezzogiorno è destinato a pagare il prezzo più alto, nel silenzio di larga parte della sua classe dirigente attuale”.

Il documento, infine, costituisce un contributo dei territori al dibattito e alle vicende referendarie in atto per il futuro dell’unità della nostra Nazione. In questi giorni, infatti, sul territorio nazionale un Comitato referendario sta raccogliendo con successo le firme per l’abrogazione della legge del 26 giugno 2024 n. 86 recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario”, cui fa riferimento lo stesso documento.