Siti archeologici e vi particolare pregio ambientale abbandonati, specie vegetali e animali rare. C’è una Sicilia notevole, da scoprire ma trascurata che non è detto che potrà arrivare alle nuove generazioni se nessuno e se ne prenderà cura. Questa Sicilia ha raccontato Salvo Quattrocchi del Wwf Sicilia nord orientale in un incontro tenutosi in piazza Macherione, nell’ambito del programma dell’estate giarrese.
Tra i siti da riscoprire illustrati da Quattrocchi durante la conferenza vi è il sito archeologico di Castelluccio, che si trova in un territorio compreso tra Noto e Palazzolo Acreide. “Lì ci sono le nostre origini, 4000 anni fa, siamo tutti castellucciani”, dice il relatore. Quattrocchi ha parlato anche dell’Erjxyaculus, un boa costrittore scoperto da poco tra Caltanissetta e Agrigento.
Tra i manufatti da recuperare ha indicato anche la tonnara di Santa Panagia a Siracusa, ora chiusa. E poi il colle San Basilio, vicino Lentini, dove si trova una sorta di tempio scavato, con 30 colonne con relative coperture: potrebbe essere una cisterna,o forse un deposito di cereali, ma sarebbero necessario ulteriori studi. Il sito si trova in un terreno privato e versa nell’abbandono. Indicati durante la serata altri siti che all’estero o in nord Italia sarebbero valorizzati, e magari si dovrebbe pure pagare un biglietto per entrarvi.
“Conoscere un territorio è importante – ha detto la presidente del Wwf Vita Raiti -. Solo se si conosce un territorio lo si può tutelare”. La presidente ha incoraggiato a impegnarsi nel volontariato ambientale: spesso tocca alle associazioni colmare i vuoti lasciati dalle Istituzioni e dal volontariato la popolazione si attende che risolva problemi che vanno aldilà del possibile e che solo le istituzioni possono affrontare.