Un libro e una barca possono sembrare due elementi distanti, ma in occasione dell’evento “Per non dimenticare Francesca Morvillo, donna di legge”, hanno rappresentato un potente connubio per riflettere sulla giustizia e sulla gestione virtuosa dei beni confiscati.
L’iniziativa, promossa dal R.U.O. in collaborazione con il Marina di Riposto, l’I.i.s “Leonardo” di Giarre e la Lega Navale Italiana Sezione di Riposto, nell’ambito delle iniziative della campagna nazionale, promossa da LNI, “Mare di Legalità”, ed ospitata al Circolo velico delPorto dell’Etna-Marina di Riposto, ha visto la partecipazione di figure autorevoli come la dottoressa Stefania Barbagallo, sostituto procuratore per i minori del Tribunale di Catania, la dottoressa Sarita Giuffrè, viceprefetto di Catania, il magistrato dott. Alfredo Morvillo, collegatosi da remoto e tante autorità civili, militari e religiose.
Il viceprefetto Giuffrè si è soffermata sull’ aspetto sociale ed ha parlato dell’importanza di fare sistema e rete tra le istituzioni per intervenire sulle cause che alimentano il disagio giovanile, e non sugli effetti, con azioni sinergiche, espressione del territorio per creare occupazione, promuovere formazione e recuperare i presidi più importanti per creare attenzione.
Il dottore Morvillo, che ha dato, da magistrato a sua volta, un decisivo contributo nella lotta a Cosa nostra, anche dopo la strage di Capaci in cui morirono la sorella, Francesca, ed il cognato, il giudice Giovanni Falcone, oltre alla scorta, ha ricordato di avere vissuto in prima persona i mutamenti del sistema giudiziario, ma anche quelli di Cosa nostra, partendo appunto da Corleone, per approdare, nel 1981, negli anni più bui di Palermo, proprio alla Procura del capoluogo.
Nel corso del suo collegamento ha ribadito la necessità che le commemorazioni delle vittime di mafia non siano solo fini a sé stesse, ma che il sacrificio di tante persone e la volontà di tutti porti alla fine di Cosa nostra, che finirà solo se tutti lo vorremo. Il momento repressivo alla mafia conosce ormai livelli di efficienza eccezionali ma da solo non è sufficiente se non accompagnato da un progresso di allontanamento culturale da essa.
Il volume, pubblicato da Pacini Giuridica, è incentrato sulla figura e la vita della dott.ssa Francesca Laura Morvillo, rimasta fissata nell’ultimo tragico istante della sua fine, avvenuta il 23 maggio 1992, nella strage di Capaci.
Francesca Morvillo era un magistrato di altissimo valore, un vero talento del diritto, non solo, dunque, un modello a cui ispirarsi, per i giuristi, ma anche una figura di riferimento di enorme impegno sociale. Francesca Laura Morvillo è stata un magistrato al servizio della giustizia minorile che ha lasciato un segno indelebile nel sistema giudiziario italiano. La sua storia professionale, caratterizzata dalla forte passione e dedizione per il suo lavoro, è stata segnata tragicamente dalla sua morte precoce.
A dialogare con l’autrice, la professoressa Daniela Mainenti, professore straordinario in diritto processuale penale comparato presso il centro interdipartimentale innovazione e salute Università Roma Tre e presidente del Reserch unit one (R.U.O) centro internazionale di ricerca sulla comparazione giuridica, Think Tank al Parlamento Europeo, la giornalista Patrizia Tirendi, con la formula del talk, impreziosito dal reading di alcune pagine, a cura degli studenti dell’I.i.s “Leonardo”, coordinati dalle docenti: Gabriella Gullotta, Pina Gangemi, Tiziana Sotera e Letizia Torrisi e dall’esposizione delle opere pittoriche dedicate al tema, dell’artista Grazia Russo.
La serata è proseguita poi con la visita a bordo di “Lady Marianna”, barca a vela confiscata alla criminalità organizzata, che la usava per il traffico di migranti, dedicata a Francesca Morvillo e agli agenti della scorta della strage di Capaci: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Una clip video, che ne ha raccontato la storia dal recupero, all’affidamento dell’imbarcazione, alle sue molteplici missioni di tutela ambientale, di solidarietà sociale e di diffusione della cultura marinara, ha riassunto questi anni di virtuosa gestione. Questa barca rappresenta un esempio mirabile di come la disciplina sulla gestione dei beni confiscati possa essere applicata in modo corretto e virtuoso.
Affidata alla Lega Navale Italiana (LNI), che la impiega nell’ambito della campagna nazionale “Mare di Legalità”, l’imbarcazione è utilizzata per promuovere attività di pubblico interesse, educare ai valori della legalità e coinvolgere i giovani e i soggetti fragili in iniziative di cultura marittima, formazione nautica, tutela ambientale e inclusione sociale.
L’obiettivo comune di R.U.O. e Lega Navale Italiana, nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato quest’anno, è quello di promuovere iniziative congiunte orientate ai valori della legalità e l’inclusione sociale attraverso la gestione virtuosa dei beni confiscati, trasformando questi strumenti del malaffare in simboli di riscatto e di speranza.