In un mondo che cambia velocemente, segnato da fenomeni complessi e profonde trasformazioni, scoprire piccole oasi di pace e di serenità è un’esperienza che appaga l’animo e il desiderio di conoscenza, luoghi in cui ritrovare quella semplicità di una volta e il piacere di vivere senza fretta, come nel delizioso borgo di Motta Camastra, in provincia di Messina, nel cuore della Valle dell’Alcantara.
Lasciata la statale 185 a fondovalle, la strada (SP7) per il paesino di Motta Camastra si snoda tra alberi di ulivo, querce ed eucalipti; un viaggio tra l’azzurro del cielo e il verde di una natura splendida e incontaminata; da lassù, a 450 metri di altezza, il panorama è incantevole: sotto di noi la grande pianura tra Francavilla e Fondaco Motta, incisa dal fiume Alcantara, in lontananza Castiglione di Sicilia, la mole dell’Etna e il mare ad est; su tutto si staglia il profilo della cittadina, con le casette aggrappate alle pareti di roccia arenaria, a strapiombo sulla vallata.
L’autunno è già arrivato e il piccolo comune messinese celebra l’evento più atteso dell’anno, la “Festa della Noce”, giunta alla sua XX edizione, un appuntamento gastronomico e culturale organizzato dal Comune, in collaborazione con la Pro Loco, e con il Patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, e Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo.
Come da tradizione, ad aprire la manifestazione, venerdì scorso 27 settembre, nella sala consiliare “Aurelio Pagano”, è stato il convegno “La Noce di Motta Camastra e la Dieta Mediterranea”, che ha visto a confronto esperti del territorio e del settore, imprenditori e studiosi.
Ad avvio dei lavori, il coordinatore e moderatore del convegno, dottore agronomo Filippo Zullo, ha richiamato le motivazioni contenute nell’atto di riconoscimento della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, sottolineando come la dieta mediterranea non sia «soltanto manifestazione nutrizionale o dietologica, ma aspetto sociale, comportamentale e relazionale di una comunità», quindi, ha dato la parola alla dr.ssa Francesca Cerami, presidente dell’Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta Mediterranea (Idimed) e ricercatrice del Consorzio di Ricerca sul Rischio Biologico in Agricoltura (Co.Ri.Bi.A.).
La studiosa, in premessa, ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa e per la bellezza dei luoghi, focalizzando il suo intervento sul “valore” del cibo e sulla rilevanza delle origini, delle radici da cui esso proviene: il cibo, dunque, come patrimonio storico, culturale e sociale di un determinato territorio. La ricercatrice ha inoltre posto l’accento sulla cosiddetta cultura del consumo, cioè la misura della dose, l’eccessiva quantità di cibo consumata, nonché sulla necessità di avere un’alimentazione più informata attraverso un’attenta lettura delle etichette dei prodotti.
«La dieta mediterranea può diventare una scommessa, anche con riferimento alle nuove generazioni, – ha detto la relatrice -, il nostro slogan è “crescere in salute e invecchiare con successo”; oggi l’aspettativa di vita è cresciuta tantissimo, ma si è abbassata l’età in cui cominciano a comparire le prime patologie, problemi cardiovascolari, metabolici, questo perché lo stile di vita che facciamo non è più quello della dieta mediterranea: dobbiamo ritornare a cucinare, saper scegliere prodotti di qualità e controllarne la provenienza. La Sicilia – ha concluso Cerami – è stata riconosciuta “Regione europea della gastronomia 2025”, e tanti turisti verranno nella nostra Regione a cercare cibo identitario e una cultura da raccontare».
Molto interessante il racconto dell’imprenditore Carmelo Currò, produttore di noci, formatore e maestro innestatore, il quale ha ripercorso la storia della noce locale della varietà “Currò”, che parte agli inizi del secolo scorso, quando suo nonno dal Trentino-Alto Adige trasportò alcune piante in Sicilia per essere innestate nel territorio di Motta; da qui il nome “Currò” alla cultivar mottese.
Il dott. Giovanni Dell’Acqua, dirigente Servizio 13 – “Servizio per il Territorio di Messina”, Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale e Territoriale, ha ricordato la funzione produttiva esercitata dal patrimonio boschivo (nocciolo, castagno, noce), fondamentale anche dal punto vista della prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico.
L’Ispettorato delle Foreste di Messina è stato rappresentato da Giovanni Cavallaro: «Motta Camastra – ha detto il dirigente Ripartimentale – si trova all’interno di un’area protetta, il Parco Fluviale dell’Alcantara, e ciò deve costituire un valore aggiunto; il prossimo Giubileo che si terrà nel 2025 – ha continuato – rappresenta un’occasione per tutta l’Italia e noi dovremo essere pronti a saper cogliere questa grande opportunità di crescita turistica».
La seconda parte del convegno è stata dedicata alla presentazione del volume “Natura e Geo-Architettura dell’antica Mocta Sancti Michaelis” (Motta Camastra, Valle dell’Alcantara, ME) – (Libritalia.net Editore, 512 pagine), scritto da Ernesto Bellomo, Gaetano Consalvo e Alessandro Crisafulli, una pubblicazione di alto valore storico, culturale e scientifico, che contribuisce enormemente alla conoscenza del borgo di Motta Camastra e dei contesti ambientali di riferimento.
L’opera è impreziosita ulteriormente da bellissime immagini con descrizioni molto accurate e dettagliate nei particolari (tradotte anche in inglese), mentre la parte introduttiva del libro porta le firme del dott. Enzo Patanè, storico della Valle dell’Alcantara, del Sindaco di Motta Camastra Carmelo Blancato e un commento in quarta di copertina a cura di Santi Trovato, Commissario Straordinario Parco Fluviale dell’Alcantara.
Gli autori: Ernesto Bellomo, geologo e naturalista, ha curato l’impostazione scientifica, la redazione e la scrittura del volume, nonché gli aspetti naturalistici, geologici e geo-architettonici; Gaetano Consalvo, farmacista, socio fondatore dell’Istituto per la Cultura Siciliana, presidente della sede locale di Motta Camastra, ha fornito gran parte dei dati storici del territorio, documenti e stampe inedite sugli aspetti socioeconomici del comune; Alessandro Crisafulli, ricercatore presso la Facoltà di Scienze MM.FF.NN. (Dipartimento ChiBioFarAm) dell’Università di Messina, ha redatto la sezione relativa agli aspetti botanici del territorio (biodiversità e habitat), nonché l’utilizzo etno-botanico delle diverse specie.
Tornando alla Festa della Noce, anche quest’anno il programma dei festeggiamenti (28 e 29 settembre, 5 e 6 ottobre) si presenta ricco di iniziative: percorsi gastronomici per degustare negli appositi stand prodotti a base di noci (dolciumi, liquori, pane, salsiccia), numerosi intrattenimenti musicali (banda musicale locale “Attanasio Fastuca”, “Majorettes Città di Randazzo”), spettacoli canori ed itineranti, gruppi folkloristici, esibizioni di sbandieratori, tamburi imperiali e sfilate di carretti siciliani addobbati per l’occasione.
Luigi Lo Presti