Le pene congrue, ma occorre aggiungere un ristoro, come risarcimento danni, in favore del Comune di Tremestieri Etneo.
E’ la decisione del Gup di Catania, Simona Ragazzi, sul patteggiamento presentato da tre degli imputati del procedimento Pandora, nato da indagini dei carabinieri su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata ed episodi di corruzione al Comune di Tremestieri Etneo. L’udienza di ieri, quindi, è stata aggiornata al prossimo 21 ottobre.
Il patteggiamento è stato richiesto dall’allora consulente del sindaco Giuseppe ‘Puccio’ Monaco, assistito dal penalista Vito Pirrone, e dal professionista Paolo Di Loreto, difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Luigi Latino: imputati per associazione per delinquere e corruzione hanno concordato con la Procura, rispettivamente, la pena a due anni e nove mesi e a tre anni e sei mesi di reclusione.
Per il Gup non è sufficiente: occorre prevedere un risarcimento danni. Lo ha già fatto il terzo imputato, accusato di corruzione: l’ex consigliere comunale Mario Ronsisvalle che, assistito dagli avvocati Walter Rapisarda e Salvo Sterlino, ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, pena sospesa, e un ristoro di 20mila euro per il Comune di Tremestieri Etneo.
Altri dieci imputati hanno fatto accesso al rito alternativo del giudizio abbreviato. Tra loro l’ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, e Pietro Alfio ‘Piero’ Cosentino, e due presunti esponenti di spicco di Cosa nostra: Francesco Santapaola e Vito Romeo, quest’ultimo cognato di Cosentino.
I quattro sono accusati di scambio politico-mafioso per le amministrative del 2015. Oltre a loro, all’udienza del 25 novembre, saranno chiamati a comparire davanti al gup anche Antonio Battiato, Salvatore Bonanno, Domenico Cucinotta, Antonino Cunsolo, Giuseppe Ferlito e Giovanni Naccarato
Le indagini dei carabinieri dell’inchiesta Pandora sono state coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Puleio e dai sostituti Rocco Liguori, Fabio Saponara e Santo Distefano.