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Francesco Di Pasqua, missionario laico, è morto in Honduras

Francesco Di Pasqua, missionario laico, è morto in Honduras

Italia e Honduras, due terre così lontane tra di loro, eppure così vicine. Ad unirle un nome, una notizia triste e dolorosa apparsa il 31 ottobre scorso sul quotidiano on line honduregno “El Heraldo”, che ha riferito della morte del missionario laico italiano Francesco Di Pascua, trovato senza vita in una casa di Nueva Suyapa, un sobborgo di Tegucigalpa, capitale dell’Honduras.

A Francavilla di Sicilia, paese di origine di Francesco Di Pasqua (in spagnolo “Di Pascua”), dove in tanti lo ricordano con grande affetto e simpatia, la notizia della sua scomparsa, all’età di 69 anni, è stata diffusa dai parenti, che in memoria del loro caro defunto hanno fatto celebrare una Messa di suffragio nella chiesa della SS. Annunziata.

Il giornale honduregno riporta che il missionario si era trasferito in quel paese più di 30 anni fa, spinto da motivi religiosi e da una vocazione verso il prossimo, vissuta nel villaggio di Las Flores, Francisco Morazan, accanto alla gente del posto, che lui amava e aiutava in piccole e grandi opere, promuovendo una mensa per bambini, la costruzione di case, la medicina naturale, fornendo aiuto e assistenza ai soggetti a rischio, e porgendo una mano ai più deboli, a quei giovani prigionieri dell’alcolismo e della droga.

Per il suo impegno nel sociale, nel 2015 il quotidiano El Heraldo ha incluso Di Pasqua tra “i dieci eroi non celebrati” dell’Honduras, che egli considerava come la sua seconda patria e dove ora riposano le sue spoglie.

Di lui non si sa molto, le poche informazioni a nostra disposizione si fondano su racconti di parenti e vecchi amici, e dalle notizie giunte da oltre oceano; ciò che sappiamo, invece, è che Francesco Di Pasqua era un anticonformista, una personalità libera e ribelle che si manifestò in lui fin da ragazzo, come quella volta che si fece tagliare i capelli alla moicana, un’acconciatura che a quei tempi sembrava, e forse lo era, come una sfida alla “normalità”.

Ma in lui soffiava anche quell’insopprimibile spirito di avventura, quel desiderio di mettersi alla prova, di indipendenza, tanto da indurlo ad arruolarsi nella legione straniera.

E probabilmente fu proprio quella esperienza estrema a portarlo verso un altro tipo di missione, non più militare, ma spirituale, un cammino interiore, frequentando prima il Convento dei Padri Cappuccini di Francavilla di Sicilia e poi l’eremo di Brucoli.

Ma nella cittadina dell’Alcantara il suo nome resta indissolubilmente legato ad un particolare episodio, verificatosi il 15 febbraio del 1995 quando, nel corso dei lavori di ristrutturazione del vecchio teatro comunale (ex chiesa del convento delle suore di S. Teresa), oggi sala consiliare, si rese necessario trasferire in altra sede un antico Crocifisso collocato su una parete della struttura.

Nessuno in paese volle saperne di toccare il simulacro, perché secondo una superstizione popolare chi avesse osato rimuoverlo dal suo posto sarebbe morto all’istante o, comunque, avrebbe patito gravi conseguenze.

Poi arrivò il colpo di scena, un’azione “liberatoria” compiuta da un giovane che si fece avanti per sfatare una leggenda durata a lungo, forse secoli, e che si era radicata nella memoria di generazioni di francavillesi: quell’uomo si chiamava Francesco Di Pasqua, fu lui ad entrare nell’edificio e prendere il manufatto, mentre all’esterno una folla ansiosa lo attendeva, c’era chi applaudiva, chi pregava e chi piangeva.

E quando Di Pasqua uscì, fece come il cireneo, ma senza essere comandato: si caricò del Crocifisso sulle spalle, e con l’aiuto di un amico olandese e di tanti altri, lo portò in processione fino al Convento dei Frati Cappuccini, dove si trova tuttora.

Del caso si occuparono anche i giornali locali, tra cui “Noi dell’Alcantara”, un mensile che nell’edizione n. 2 del febbraio 1995 intitolava, “Il Cristo offeso e dimenticato, trova il suo posto nel Convento dei CappucciniIl Fratello Francesco Di Pasqua cancella la paura del Cristo dimenticato”.

Qualcosa di impercettibile, di straordinario, è sicuramente successo il 15 febbraio del 1995 – scrisse in un bellissimo articolo il dott. Filippo Zullo – Fratello Francesco Di Pasqua ha ridato ordine alla storia e al sentimento religioso. Il Cristo offeso, umiliato, tradito, è ritornato ad essere il Cristo”.

Luigi Lo Presti

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