Alluvione, ha funzionato l'allerta meteo e la chiusura delle scuole ma va ripensata la rete di drenaggio. Il punto dei sindaci Cantarella, Messina e Vasta -
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Alluvione, ha funzionato l’allerta meteo e la chiusura delle scuole ma va ripensata la rete di drenaggio. Il punto dei sindaci Cantarella, Messina e Vasta

Alluvione, ha funzionato l’allerta meteo e la chiusura delle scuole ma va ripensata la rete di drenaggio. Il punto dei sindaci Cantarella, Messina e Vasta

Passata la grande paura, ma mentre ancora piove, svariate strade e abitazioni sono al buio, cantine e garage allagati, veicoli distrutti, esercizi commerciali devastati, danni economici ingenti, senza che tutto ciò abbia, per fortuna, provocato vittime, qualche punto fermo possiamo metterlo: la pioggia che il 13 novembre ha interessato il giarrese, con 500 millimetri di pioggia in circa 8 ore, in una zona in cui in in un anno si contano 900 mm di pioggia, è stato un evento eccezionale. Cosa poi voglia dire eccezionale in tempo di cambiamento climatico è un altro capitolo.

La prof.ssa Rosaria Musumeci, associata di Idraulica presso il Dipartimento Ingegneria civile e architettura dell’Università di Catania, originaria di Giarre, spiega: “E’ stato osservato che l’evento di pioggia odierno è stato verosimilmente eccezionale non solo a causa dell’intensità ma anche a causa del fatto che è stato fortemente localizzato nella zona del giarrese e questo ha acuito gli effetti al suolo. Andrebbe attenzionata e ripensata la rete di drenaggio superficiale e sotterranea. Per esempio, il torrente Jungo ha sezioni ristrette o tombate in molti tratti. Il torrente Babbo che sfocia a Torre Archirafi a un certo punto viene tombato in mezzo alla campagna, senza un apparente motivo”.

Ci sono, tuttavia, aspetti positivi e aspetti da migliorare per affrontare questi eventi estremi. “L’allerta meteo – aggiunge Musumeci – e la sensibilizzazione della popolazione sul rischio idraulico ha evitato che ci fosse gente in strada. Tuttavia i modelli previsionali risultano ancora imprecisi, in quanto non riescono a cogliere l’evoluzione di fenomeni così localizzati”.

Un’altra certezza verso cui le amministrazioni comunali devono profondere ogni sforzo è la necessità di dotarsi personale con competenze adeguate per prevenire e mitigare il rischio idraulico. “Gli uffici tecnici comunali in generale soffrono di carenza di personale con adeguata formazione nel campo dell’ingegneria idraulica – commenta l’ing. Musumeci -. Questo comporta non solo il fatto che non si riescano a programmare, progettare e realizzare adeguati interventi, piccoli e grandi, di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle reti di drenaggio”.

Chi era presente in occasione dell’alluvione del 1995 ricorderà danni anche più gravi di quelli odierni, soprattutto la perdita di vite umane. Ma è evidente che questi eventi estremi sono sempre più frequenti e bisogna porre in essere interventi importanti e costosi per convogliare le acque e mettere in sicurezza il territorio. Si è già costruito molto dove non si doveva costruire e restituire spazio all’acqua non è semplice. Non è solo questione di pulizia delle caditoie dove, comunque, troverete impigliati tra le grate anche tanti rifiuti che erano stati abbandonati in strada. Quando lasci spazzatura in giro ci pensi mai che può ostruire le caditoie?

I sindaci del comprensorio difficilmente dimenticheranno questo 13 novembre. Il sindaco di Giarre Leo Cantarella ha dichiarato: “Fortunatamente non ci sono vittime o feriti. Cinque famiglie sono state evacuate e hanno trovato alloggio da alcuni parenti. Nella zona di Altarello abbiamo liberato e messo in sicurezza alcuni anziani rimasti intrappolati. Tra gli sfollati ci sono anche tre bimbi di meno di un anno. La situazione è stata ed è molto critica”.

Mai chiusura delle scuole fu più appropriata di quella disposta per oggi. “Tra Giarre e Riposto – ha ricordato Cantarella – c’è una popolazione scolastica di 10mila alunni giornalmente, fortunatamente gli istituti erano chiusi, come cimiteri e parchi. Tutto il mio territorio, che si estende per circa 34 chilometri quadrati, è stato colpito ed è in una situazione drammatica. Siamo, insieme ai Comuni di Riposto e Mascali, l’epicentro del maltempo. Chiederemo lo stato di emergenza”.

A Mascali, il sindaco Luigi Messina, assieme al vice sindaco Veronica Musumeci, all’assessore alla protezione civile Paolo Virzì, all’assessore Angelo Patti e ai volontari del Noes di protezione civile, stanno eseguendo dei lavori e dei controlli di monitoraggio di tutto il territorio comunale per evitare ulteriori pericoli e disastri.

“Oggi – ha detto Messina – siamo intervenuti lungo via San Giovanni, nella frazione di Nunziata, dove un muro è crollato interrompendo la circolazione viaria. Dopo esserci accertati che non ci fossero persone o mezzi intrappolati abbiamo provveduto a liberare la sede stradale dalla grossa quantità di detriti. Abbiamo messo in sicurezza questo tratto demolendo le parti di muro pericolanti. Domani continueranno gli interventi di rimozione del materiale composto da sassi, fango e detriti ancora presente lungo via San Giovanni, attenzionando e sgomberando dai detriti anche altre strade del territorio comunale dove il nubifragio di oggi ha creato non pochi disagi e pericoli”.

Situazione difficile a Torre Archirafi, frazione di Riposto in provincia di Catania, dove l’ondata di maltempo ha provocato allagamenti e danni ingenti. “A causa dello straripamento del torrente Babbo – spiega il sindaco di Riposto Davide Vasta – l’acqua ha invaso le strade e abbiamo diverse case allagate”. Il torrente ha trascinato verso il mare tutto quello che ha incontrato. “Tre auto sono finite in mare – ha spiegato il primo cittadino -. Anche ad Altarello, frazione di Giarre e Riposto, la situazione è drammatica perché in molti hanno le cantine allagate, sono senza luce e non riescono a uscire. Abbiamo una cabina di Enel che se salta, fa restare al buio buona parte della città per diversi giorni”.

Su Riposto e in tutta la zona, “sono caduti oltre 400 millimetri di acqua. E tutto – aggiunge il sindaco – in poco più di tre ore, dalle 8,30 alle 12. A Riposto in particolare, non pioveva tanto forte, la situazione era più critica nella zona pedemontana ma poi è chiaro che arriva tutto in basso, al mare, e Riposto si è presa le conseguenze”.

Maria Gabriella Leonardi

 

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