L’intelligenza artificiale viene ormai usata regolarmente come servizio di aiuto per i compiti per casa. Ne fanno uso gli studenti di tutte le età, specie quelli della secondaria.
Ma mentre negli Stati Uniti gli educatori ne dibattono l’utilità, a giudicare dai titoli delle testate giornalistiche in Italia non si evince la medesima consapevolezza e lo stesso interesse. Risulta perciò difficile giudicare se l’IA coi compiti faccia bene o male, soprattutto in Italia.
Che si possa fare uso di IA per ricevere aiuto coi compiti è fatto sdoganato. È sia possibile svolgere compiti altrui e farsi pagare che pagare altri per farsi aiutare coi compiti e anche svolgerli per intero.
Come ha commentato Angelina Grin, una scrittrice creativa, degli Stati Uniti: “Have you ever wanted to pay someone to do homework? Platforms like Studybay let you do just that: pay people to do your homework and pay for advanced AI that helps you do HW for money. If you need someone for your homework, hire them and lighten up your study space.” – “Hai mai pensato di pagare qualcuno per fare i compiti? Piattaforme come Studybay ti permettono di fare proprio questo: pagare persone per fare i tuoi compiti e utilizzare IA avanzata che ti aiuta con i compiti a pagamento. Se hai bisogno di qualcuno per i tuoi compiti, assumilo e concentrati sulla creazione del tuo spazio di studio perfetto.”
In altre parole, servizi come Studybay stanno permettendo a studenti di tutto il mondo di farsi aiutare da altri studenti oltre che da professionisti nello svolgere i loro compiti per casa.
Intanto l’IA viene impiegata dagli studenti per risolvere esercizi di matematica, per scrivere temi di italiano e per spiegare i processi chimici, fisici o informatici. Il tutto facendo uso di comode chat su piattaforme interattive come ChatGPT, il modello linguistico sviluppato dalla società OpenAI.
Per Intelligenza Artificiale (IA) nel contesto della scuola e dell’aiuto coi compiti si pensa innanzitutto a piattaforme come ChatGPT, Bard (di Google) e Claude (di Anthropic), che funzionano come delle chatbox: spazi virtuali in cui scrivere richieste sotto forma di domande o comandi e ricevere risposte, solitamente testuali, elaborate a partire da dati provenienti da enormi archivi linguistici.
Alcune di queste piattaforme, come il Copilot di Microsoft, stanno sviluppando versioni dedicate alla scuola (“Copilot for Education”), mentre piattaforme didattiche come Quizlet e Edmondo stanno integrando delle funzioni basate sugli stessi modelli linguistici.
Sul lato imprenditoriale si cerca infine di capitalizzare sull’interesse degli studenti per le piattaforme di Intelligenza Artificiale più adatte a fornire aiuto coi compiti. Tant’è che una nuova piattaforma intitolata semplicemente “The Homework AI” (“L’IA dei compiti”) si propone di attrarre il pubblico giovanile in cerca proprio di un servizio IA di aiuto coi compiti.
Ma sempre in parallelo con l’IA e quindi con l’utilizzo dei bot come aiuto coi compiti per casa, rimane forte il fenomeno di studenti che aiutano altri studenti a fare i compiti per mezzo di internet. In Italia alcuni dei maggiori servizi di aiuto scolastico e specializzati nelle ripetizioni indicano chiaramente “Aiuto compiti” come servizio fornito dai loro studenti e docenti collaboratori. Gli esempi attuali sono Superprof, Letuelezioni.it e Ripetizioni.it (di Skuola.net).
Secondo una ricerca apposita condotta dall’istituto americano Common Sense Media, “Sette giovani su 10 dall’età compresa fra i 13 e i 18 anni dicono di avere usato almeno uno strumento di IA generativa.” Inoltre, “I giovani dicono di usare l’IA generativa per vari scopi, ma l’uso per l’aiuto coi compiti è il più comune.”
Il fenomeno apparentemente dilagante fra gli studenti americani dell’intelligenza artificiale usata per i compiti viene rilevato dalla facoltà della formazione della prestigiosa Harvard University. Accogliendo il fatto assodato che questa tecnologia emergente è in uso fra studenti, la Harvard ha cominciato a pubblicare riflessioni sul bene che l’IA potenzialmente offre rivolgendosi innanzitutto ai genitori.
Perché sono i genitori la categoria che, anche in America, viene rilevata come la meno informata sull’utilizzo delle nuove tecnologie nel fare i compiti e quindi la categoria che serve cominciare ad informare. La sopracitata ricerca della Common Sense Media scopre infatti che “La maggior parte dei genitori è all’oscuro dell’utilizzo dell’IA generativa dei loro figli”.
Parlando direttamente ai genitori, la Harvard segnala:
In altre parole, l’IA coi compiti fa bene, ma potrebbe anche fare male, se studenti, docenti e genitori non sono consapevoli dei suoi meccanismi e delle sue limitazioni.
Una prospettiva quella americana, quindi, che cerca di affrontare l’arrivo dell’intelligenza artificiale nella classe con quanta più consapevolezza pratica possibile. Si potrebbe persino dire con ottimismo. Come a riprova di questo, la piattaforma del settore WeSchool puntualizza che non è l’IA a fare i compiti degli studenti ma sono gli studenti a farli usando l’IA. Si vuole così sottolineare l’emergere di una nuova competenza più che l’abbandono di una certa disciplina didattica.
Anche in Italia, come segnala OrizzonteScuola.it, 8 studenti su 10 confermano di aver fatto ricorso all’IA per i loro impegni scolastici (più della metà usano ChatGPT, secondo RaiNews). Il portale dedicato alla scuola indica poi la propria percezione del fenomeno discutendo le “criticità” di questa novità e soprattutto “Il rischio di manipolazione”.
Altro sito dedicato alla discussione della scuola, tuttoscola.com, come commento di Marco Andreoli, suggerisce la mancanza di preparazione del mondo didattico italiano a fronte della possibilità che gli studenti italiani ricorrano all’aiuto dell’IA per fare tutti i loro compiti per casa. Ancor più preoccupato è il sito Wired.it, che pondera “la fine dei compiti di matematica” se gli studenti rifiutano di svolgerli autonomamente, mentre il blog cosedicomputer.com propone una lista dei motivi per non usare l”’intelligenza artificiale che fa i compiti”.
Nettamente più ottimista è la visione InvalsiOpen, la piattaforma istituzionale che si occupa degli esami nazionali. Nel 2021 il sito proponeva una riflessione moderata su “Intelligenza Artificiale: sfide e opportunità per la Scuola del futuro”, mentre nel 2023 spiegava bene “Come studiare e fare i compiti con l’Intelligenza artificiale” in un articolo dedicato.
La grande maggioranza delle testate giornalistiche, delle riviste online e dei blog italiani paiono infine limitarsi a riferire la palese popolarità dell’IA per fare i compiti e a registrare il dato statistico appena riportato. Come a suggerire che non abbiamo un giudizio sul fatto che l’IA faccia bene o male e che lascino ai propri lettori la valutazione sul da farsi.
Le prospettive americana e italiana convergono su alcuni dei potenziali rischi dell’IA usata come aiuto coi compiti, in particolar modo il pericolo della disinformazione. Emerge però una consapevolezza più articolata e, in parte, più ottimistica nelle discussioni americane del fenomeno dell’IA a scuola rispetto alle discussioni del nostro Paese.
Il fatto non ci sorprende: l’America è il Paese in cui la maggior parte delle piattaforme IA interessate ha avuto origine e sede. La scuola americana è pertanto il laboratorio privilegiato per questo esperimento in itinere.
La prospettiva italiana è più cauta e scettica. Difficile non intuire che sarà anche la prospettiva che più faticherà a gestire il fenomeno dell’IA come servizi di aiuto per i compiti e in generale quello delle nuove tecnologie in classe.
Common Sense Media, “The Dawn of the AI Era: Teens, Parents, and the Adoption of Generative AI at Home and School”, 2024
Harvard Graduate School of Education, “Students Are Using AI Already. Here’s What They Think Adults Should Know”, 2024
Invalsi Open, “Come studiare e fare i compiti con l’Intelligenza artificiale”, 2023
OrizzonteScuola.it, “Intelligenza artificiale, 8 studenti su 10 la utilizzano, la maggior parte per completare i compiti. RICERCA”, 2024
Superprof, “Quale intelligenza artificiale usare per i compiti di scuola?”, 2024