Giarre, martedì 10 al teatro Rex i misteri di Cagliostro

Un antico manoscritto anonimo in latino che è passato di mano in mano, alcuni appassionati studiosi che da diversi anni cercano di fare luce sul mistero Balsamo-Cagliostro e il Rito Egizio di cui il Grande Cofto fu fondatore, Santo Primavera e Tommaso De Chirico. Il tutto nell’ambito del processo della Santa Inquisizione che si svolse a Roma e portò alla condanna del Conte di Cagliostro, alla sua reclusione nella cella chiamata del “pozzetto” e alla successiva controversa morte nel Forte di San Leo.

Ciò di cui si parlerà a Giarre il 10 dicembre alle 9.30 al Cine Teatro Rex, in un invito rivolto alle scuole e non solo. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Leo Cantarella e del presidente del Consiglio Giovanni Barbagallo, ne dibatteranno il giarrese Filippo Di Mauro, lo storico Tommaso De Chirico e Santo Primavera. Modererà Angelo Di Rosa. A seguire la rappresentazione teatrale “I Misteri di Cagliostro”. Gli attori Stefano Paiusco e Stefania Riva si esibiranno in una rappresentazione teatrale storiografica: il processo a Cagliostro e la sua prigionia a San Leo, la fuga precipitosa e la tragica morte.

Ci sono tutti gli ingredienti perché questo evento, nato sulla scia dell’interessante convegno “Cagliostro torna in Sicilia” svoltosi a luglio 2024 ad Acireale e che adesso sarà ripreso nella laica Giarre dalle forti tradizioni culturali risorgimentali, lasci il segno sia per la novità della ricerca storica che per gli enigmi che si pongono.

Partiamo dal manoscritto di 40 pagine che sarà svelato in anteprima proprio a Giarre, donato in copia commentata alle biblioteche scolastiche e il cui frontespizio in latino recita: “Iosaphi Balsami qui Comitis Caliostri nomen sibi fraudolentar adscivit Summarissima ex Processu derivata Historia. Accassit Appendix=Da Aegyptio Ritu a Caliostro restituto ac propagato” (La sintetica storia tratta dal processo di Giuseppe Balsamo, che si attribuì fraudolentemente il nome di Conte di Cagliostro, In Appendice =Il Rito Egizio da Cagliostro recuperato e diffuso).

Scritto sul finire del 1700 da mano ignota, il manoscritto in carta filigranata, periziata da esperti calligrafici che ne hanno conclamato l’autenticità storica è risalente allo stesso periodo in cui si svolse il celebre processo di Santa Romana Chiesa al “pericoloso” Cagliostro. Nei quindici mesi fra prigionia preventiva e processo, dal 27 dicembre 1789 ad aprile del 1791.

La sua importanza e originalità consiste innanzitutto nel fatto che sia stato redatto interamente in latino, mentre il famoso Compendio del Barberi fu scritto in italiano volgare e tradotto in altre lingue soltanto anni dopo. Anticiperebbe per questo l’opera dello stesso Barberi?

Perché fu compilato? A quale scopo doveva servire? Le domande sono più che legittime. Gli studiosi avanzano l’ipotesi – ben motivata leggendo il testo e la sua traduzione in italiano – che si tratti di una prima copia forse riservata agli ambienti ecclesiastici e che dovesse subito servire a meglio comprendere i misfatti contestati al Cagliostro e così ad avallare una damnatio memoriae universale.