“Sono io il tuo destino”, l’ultima fatica dello scrittore magistrato Domenico Cacopardo

Se con il penultimo romanzo, Pas de Sicile, l’obiettivo dello scrittore Domenico Cacopardo Crovini era quello di stare lontano dalla sua Sicilia, dove è cresciuto e si è formato, nell’ultimo non può fare a meno di richiamarsi alle origini della isola; a trama seppure ambientata in Emilia Romagna, si collega sempre alla nostra Isola.

Sono io il tuo destino è il titolo della sua ultima fatica, il ventesimo romanzo dell’autore. Già dal titolo si intuisce una scrittura che non presagisce ottimismo e ragione, ovvero quel saper vivere con consapevolezza e maturità la complessità delle realtà interpersonali e sociali. La parola destino è già inquietante.

La trama del romanzo racconta la storia della giovane coppia Berenice Stellanotte, veterinaria, e Temoteo Barraci medico, entrambi di origini siciliane che vivono in provincia di Reggio Emilia. Non hanno figli, lei non ne può avere. Teo si innamora della sua giovanissima paziente, Milena, mentre Berenice fa sesso con un giovanissimo cugino del marito, arrivato a casa loro dalla Sicilia per motivi di studio.

Il dottore viene a sapere della relazione della moglie, alla notizia scatta l’orgoglio dell‘uomo, che non ha perso le sue radici culturali e che pertanto deve lavare subito con il sangue l’affronto. L’autore insiste sulla convinzione di Temoteo sull’onore da salvaguardare con la morte dell’adultera, tanto da sembrare fuori tempo, infatti oggi femminicidio ha il significato della paura maschile dell’abbandono da parte delle donne.

Il delitto effettuato dal protagonista nel 2002, basato sulle ragioni del delitto d’onore e per certi versi istigato dal padre, in un primo momento appare un atto arretrato, invece si coglie il suo significato distopico quando, nella seconda parte, l’autore immagina la messa in atto dell’autonomia di alcune regioni del Nord dopo la legge sull’autonomia differenziata.

Risulta amara, ironica, divertente ma preoccupante la situazione politica immaginata dall’autore, dove la guerriglia secessionistica produce diverse normative. E così quando Temoteo già condannato per l’uxoricidio, ottiene dopo oltre vent’anni la semilibertà, essa è valida nella regione dichiaratasi autonoma, mentre in quella che non ha aderito è considerato prigioniero.

L’autore, che immagina la parte Nord-Est del territorio italiano come in stato di guerra civile, ci parla di un tempo segnato, dunque, dalla complessità dei rapporti interpersonali e dei rapporti politici e sociali affrontata con un ritorno al passato: delitto d’onore e Stato pre-unitario.

Infine la parola destino nel titolo, cioè la fissazione di Temoteo per la giovane Milena, che costituirà durante tutto il periodo che trascorrerà in carcere un pensiero fisso, tanto di tentare di cercarla fin dal carcere. Teo troverà Milena, la donna del suo destino, che accetterà di rivederlo, ma troverà anche il suo destino, cioè la morte che avviene in modo banale.

Domenico Cacopardo continua, con perseveranza e convinzione, ad ambientare i suoi romanzi in tutto il territorio della nostra penisola, lo spazio politico, culturale e sociale in cui ognuna/o si può muovere liberamente: si può nascere in una regione, formarsi in un’altra e lavorare in un’altra ancora.

Infine, e non per ultimo, pone l’interrogativo sull’orrorismo femminile: come una donna può accettare di frequentare un uomo che ha ucciso un’altra donna?

Nunziatina Spatafora