E’ stata allestita e sarà visitabile fino al prossimo 12 gennaio, nella “Sala dei miracoli” della chiesa “Arcangelo Raffaele” di Acireale, ad ingresso libero, la collettiva d’arte sacra “Dilexit Nos”.
La mostra è stata promossa dall’associazione Kdiem in collaborazione con don Orazio Barbarino. “Con voi carissimi artisti – dichiara don Orazio Barbarino – vorrò imparare ad ascoltare parole nuove, vedere un mondo nuovo, riconoscendolo magari in un angolo della nostra città dove ci si saluta e ci si augura buona strada. A voi che siete pittori, scultori, fotografi, artisti del bello, dico di non desistere, di continuare a scandagliare le profondità del cuore umano. E di tanto in tanto fateci dono di qualche colore della vostra tavolozza. Abbiamo iniziato una avventura: diamo fiducia a questo progetto, diamo il meglio di noi stessi. Diventiamo delle spugne che nutrendosi del meglio che va perseguito, decidono di lasciare la loro impronta positiva dovunque esse vivono”.
In esposizione opere di diversa natura e di straordinario valore artistico dei pittori: Sandra Chinelate, Gea Contarino, Tiziana Di Mauro, Tina Fichera, Aurora Garozzo, Angelo Giueni, Rosario Grasso, Corrado Iozia, Letizia Manciagli, Maria Motta, Grazia Russo, Ambra Santini, Massimiliano Stimolo e degli scultori: Giorgio Atkinson, Placido Calì, Pippo Contarino, Giosuè Gino Vetro. E i fotografi: Antonio Patanè, Michele Pennisi, Marcello Trovato. Insieme a questo vasta gamma di proposte artistiche, sono esposte anche alcune opere del maestro Saro di Aci. Gli artisti presenti condividono le diverse esperienze artistiche, ma accomunate dall’idea del bello e dalla voglia di far emergere la propria interiorità.
Tra le opere in mostra spicca “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, quadro di Grazia Russo, che mette al centro del quadro la donna.
“Si tratta di una maternità contro ogni forma di discriminazione e conflitti – ha spiegato l’artista Grazia Russo – essa rappresenta la Trinità con al centro il sacro cuore. Maria con capelli di foglie simile ad un albero, rappresenta l’unione della natura e l’universo. L’amore universale, in alto piccoli pianeti colorati. Ha una corona di 5 margherite il 5 numero speciale, ha una fascinazione culturale e filosofica dell’uomo attraverso le diverse epoche e società: cinque sono le dita della mano, i sensi sono cinque e attraverso di essi percepiamo il mondo che ci circonda, 5 sono gli elementi naturali visibili, terra, acqua, aria, fuoco, etere. Cinque sono le ferite di Cristo. 5 sono le linee del pentagramma. Il numero cinque – ha aggiunto la pittrice – simboleggia la vita universale, l’individualità umana, la volontà, l’intelligenza, l’ispirazione, la genialità, l’evoluzione verticale, il movimento progressivo ed ascendente. Il numero cinque – ha concluso -, secondo la religione cristiana, è un numero angelico, un segno importante e positivo di cambiamento, non nel senso di aspettare che le cose cambino, ma che siamo noi gli interpreti per creare occasioni di cambiamento. Siamo noi – ha aggiunto – i protagonisti delle nostre scelte. Il numero cinque rappresenta l’unione maschile e femminile, il concepimento dell’essere perfetto. L’osservazione dell’opera in particolare – ha concluso Grazia Russo – ci invita a fare un percorso di riflessione interiore sull’amore universale e la forza e la potenza dell’evoluzione dell’animo umano secondo le leggi del divino amore. Un quadro fanciullesco di grande luminosità. Il colore espressione di potere straordinario come lo Spirito Santo. Un quadro dipinto dalla mia bambina interiore perché se darete i colori ai bambini, loro vi spiegheranno la vita”.