Storia ed evoluzione delle lenti a contatto -
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Storia ed evoluzione delle lenti a contatto

Storia ed evoluzione delle lenti a contatto

Le lenti a contatto rappresentano un dispositivo medico molto comune la cui popolarità ha raggiunto, se non superato, quella degli occhiali da vista. Ogni giorno, in qualunque Paese del globo, molte persone affette da disturbi visivi indossano un paio di queste lenti per poter osservare meglio la realtà che le circonda. Ma quando sono nate le lenti a contatto? Nei prossimi paragrafi verranno svelate le loro origini, e non solo.

Gli studi di Leonardo e René Descartes

I primi tentativi di concepire qualcosa che potesse avvicinarsi al concetto di lenti a contatto sono da attribuire al genio di Leonardo Da Vinci. Nel 1508 lo scienziato e inventore italiano, nel condurre esperimenti in merito a potere refrattivo dell’acqua sugli occhi, teorizzò il possibile impiego di una semisfera di vetro per modificare il potere della vista. In base ai suoi disegni si sarebbe dovuto trattare di un dispositivo in vetro contenente acqua, da posizionare sulla superficie corneale. Un’invenzione che, all’epoca, non divenne concreta a causa delle limitazioni tecnologiche esistenti. Il secolo successivo, esattamente nel 1636, fu il filosofo francese René Descartes a disegnare un tubo di vetro, anch’esso riempito d’acqua, da poggiare sulla cornea. In questo caso, le dimensioni del dispositivo e la sua forma (due fattori che non permettevano di battere le palpebre) non portarono a nulla di concreto.

 

Dalle coperture corneali di August Müller ai modelli in plastica

Al di là degli studi teorici è possibile far risalire i primi tentativi tangibili a un maestro vetraio tedesco, August Müller, capace di realizzare una copertura corneale. L’anno seguente il collega Adolf Fick predispose la prima lente a contatto realizzata in vetro soffiato. Trattandosi di un materiale allo stesso tempo spesso e pesante, le lenti risultavano rigide, quindi impossibili da indossare se non per poche ore. L’avvento della plastica in tale ambito è datato fine anni ’40 del XX secolo. Nello specifico, le lenti a contatto erano in polimethilmethacrilato (PMMA). Una vera rivoluzione che diede grande impulso al comparto. Con il passare degli anni, a modificarsi furono anche spessore e diametro, destinati a ridursi gradualmente.

 

Lenti a contatto sempre più performanti

Agli inizi degli anni ’60 furono dei farmacisti cecoslovacchi a realizzare la prima lente a contatto in plastica morbida. La scelta premiò il Polimacone (definibile come il padre dei Polimeri oggi impiegati per i modelli in commercio), un materiale idrofilo, ossia in grado di assorbire l’acqua. Tra le innovazioni che si sono susseguite possono essere ricordate le lenti a uso continuo, multifocali, morbide colorate, usa e getta e in silicone idrogel. Quest’ultimo, in particolare, garantisce una circolazione ottimale dell’ossigeno tra lenti e cornea. Il vantaggio è dato dal fatto che la maggiore ossigenazione può ridurre notevolmente due fenomeni come la secchezza oculare e la sindrome dell’occhio rosso. Il mercato è oggi capace di proporre varianti di lenti morbide per tutti i gusti e tutte le esigenze (come le lenti a contatto giornaliere monouso). Si passa dalle lenti toriche ai modelli rigidi gas-permeabili, bifocali, cosmetiche e dotate di protezione UV.

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