Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania sta conducendo una importante e impegnativa campagna di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al fenomeno delle truffe, spesso rivolte ai danni degli anziani, poiché ritenuti dai malviventi, con pregiudizio, maggiormente vulnerabili.
In quest’ottica, i vari Reparti Carabinieri della provincia etnea hanno intrapreso un percorso di comunicazione teso a raggiungere i cittadini più fragili, ma anche i loro familiari, questi ultimi spesso fondamentali per la loro azione di sostegno in situazioni di difficoltà o pericolo. Un percorso fatto di incontri, organizzati in modo sistematico e capillare su tutto il territorio, nei centri anziani, nelle chiese, prima o dopo le funzioni religiose, e nei diversi centri di aggregazione, per raggiungere una platea quanto più ampia possibile.
Durante le conferenze, i Comandanti delle Compagnie e delle Stazioni descrivono le modalità attraverso cui operano i truffatori, facendo perno sull’emotività delle vittime, a cui prospettano telefonicamente situazioni di difficoltà di un loro figlio o parente, chiedendo del denaro per tentare di risolvere il grave problema.
A questa attività di sensibilizzazione e prevenzione si affianca quella di ferma repressione delle condotte illecite dei truffatori, portata avanti grazie al continuo scambio informativo tra i Reparti dell’Arma ai vari livelli e il puntuale e attento slancio investigativo dei militari chiamati a operare.
La combinazione tra queste attività, preventiva e repressiva, si è rivelata assolutamente vincente per sventare un tentativo di truffa ai danni di un cittadino di Aci Castello, e arrestare, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, il truffatore, un 31enne con precedenti di polizia.
In particolare, verso mezzogiorno, la vittima (mal)prescelta dai malviventi si trovava sola nella sua casa situata nel centro di Aci Castello, intenta a lavorare in smart-working, quando ha ricevuto una chiamata sul telefono fisso. L’interlocutore, presentandosi come Carabiniere, le ha riferito che sua figlia era stata arrestata e le ha chiesto, quindi, con insistenza, il pagamento di una “cauzione” per poterla liberare.
L’uomo, un Ufficiale dei Carabinieri in congedo, insospettito dall’insolita richiesta e, soprattutto, dallo scenario rappresentato durante la conversazione, in tutto e per tutto simile a quello segnalato proprio dai veri Carabinieri nelle diverse attività di sensibilizzazione, e forte anche dell’esperienza maturata durante il suo precedente servizio nelle file dell’Arma dei Carabinieri, ha deciso immediatamente di rivolgersi ai militari della locale Stazione.
Grazie al rapporto di fiducia instauratosi, nel tempo, tra il cittadino e i militari, non appena questi ha accennato la questione, i Carabinieri hanno compreso che si trattasse di una truffa e, pertanto, lo hanno rassicurato che nulla era accaduto a sua figlia.
Immediatamente, poi, una pattuglia lo ha raggiunto a casa, mantenendosi sempre in contatto telefonico con lui.
In quei pochi minuti antecedenti l’arrivo dei Carabinieri, l’uomo ha avuto la scaltrezza di tenere il gioco al truffatore, fingendosi preoccupato per quanto accaduto alla figlia e trattando il prezzo da pagare per poterla liberare nonché, grazie alla sua esperienza di investigatore, registrando spezzoni della conversazione che, via via, ha inoltrato ai Carabinieri.
Dunque, mentre il truffatore era convinto di avere ormai circuito la vittima, un complice si è presentato a casa per ritirare la finta cauzione, ignaro che i Carabinieri si erano già appostati nei pressi della palazzina e, in modalità “discreta”, lo stavano aspettando. Difatti, hanno monitorato tutti i suoi movimenti: dall’arrivo a bordo di una 500L, al momento in cui, varcata la porta di casa, si è fatto consegnare due orologi di valore. Quando, però, è uscito dall’appartamento, i militari dell’Arma lo hanno bloccato, recuperando i preziosi.
Condotto in caserma, l’uomo è stato identificato per il 31enne, già con precedenti di polizia, proveniente da Pompei, dove aveva noleggiato l’auto.
Il 31enne è stato, perciò, arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’atto, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua abitazione in Campania, ferma restando la presunzione di innocenza valevole ora e fino a condanna definitiva.