Un solo binario che corre diritto, in lontananza una facciata di mattoni rossastri e le rotaie che s’imbucano sotto la porta centrale dell’edificio: oltre l’abisso, la morte, l’inferno, in una parola, Auschwitz, il campo di concentramento nazista liberato dall’Armata Rossa il 27 gennaio 1945, oggi diventato il simbolo della Shoah, monito e testimonianza per le future generazioni.
Si calcola che nei lager nazisti abbiano perso la vita circa sei milioni di ebrei, annientati da un folle progetto, la “Soluzione finale”, ideata nella conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, nei pressi di Berlino, e attuata in maniera sistematica nei campi di lavoro e sterminio sparsi nell’Est Europa.
“Le parole sono pietre” diceva Carlo Levi per sottolineare l’importanza e la forza della comunicazione verbale, ma se proviamo a invertire la frase in “Le pietre sono parole” ecco che troviamo la medesima potenza espressiva, come le cosiddette “Pietre d’inciampo”, pietre “parlanti” dedicate alle vittime del nazifascismo e collocate in molte città e comuni italiani per ricordarci il dovere della memoria, il bisogno morale di non dimenticare.
Come non dimentica Francavilla di Sicilia, dove in occasione del “Giorno della Memoria”, istituito con la legge 20 luglio 2000, n. 211, per commemorare la persecuzione della comunità ebraica, nonché la deportazione di politici e dissidenti italiani nei campi nazisti, la locale Sezione FIDAPA ha posato per la prima volta la “Pietra della Memoria” (un progetto distrettuale Fidapa), incastonata nel marciapiede davanti a Palazzo Cagnone, nel centro storico della cittadina, un cerimoniale accompagnato dalle note del “Silenzio” eseguito da Martina Furnari.
La mattonella commemorativa, realizzata dalla francavillese Elena Lo Presti, è dedicata “A tutte le vittime dell’Olocausto” (1939-1945), e riporta una frase dello scrittore cileno Luis Sepulveda, “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”.
La cerimonia all’esterno è stata preceduta dall’incontro che si è tenuto nella Sala della Colonna, introdotto con i saluti ai convenuti da parte della presidente della Fidapa francavillese, dott.ssa Martina Dibella, che ha ringraziato il sindaco Enzo Pulizzi per la sua gradita presenza e per aver autorizzato la messa in opera della Pietra della Memoria, la Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Francavilla di Sicilia Prof.ssa Maria Rita Lo Giudice, il Dirigente Scolastico dell’I.I.S.S. Caminiti-Trimarchi, Prof.ssa Manuela Raneri, i docenti e tutti gli alunni per aver dato un forte contributo con riflessioni sul tema del ricordo dell’Olocausto.
La prof.ssa Antonia Laviano, ex docente di lettere dell’I.I.S.S. Caminiti-Trimarchi, dopo aver letto la poesia introduttiva a “Se questo è un uomo” di Primo Levi (1919 – 1987), deportato ad Auschwitz nel 1944, ha offerto ai presenti un breve excursus storico sui principali eventi che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, dall’ascesa al potere di Adolf Hitler nella Germania del 1933 all’emanazione delle prime leggi razziali nel 1935 (in Italia approvate nel 1938 dal regime fascista), dalla “Notte dei cristalli”, che fu l’inizio delle persecuzioni contro il popolo ebraico fino alla Shoah, termine ebraico della Bibbia che significa “distruzione”, “catastrofe”.
Nel corso della manifestazione sono state proiettate alcune sequenze del film “La vita è bella”, il capolavoro del regista e attore Roberto Benigni (tre premi Oscar nel 1999) che racconta tra umorismo e drammaticità l’immane tragedia dell’Olocausto, la storia di un bambino e di suo padre internati in un campo di concentramento nazista, un film che insegna il grande valore della vita e della libertà.
Luigi Lo Presti