Che fine ha fatto il maestoso lampadario che campeggiava sotto la cupola della navata centrale della Chiesa Madre San Leonardo Abate di Mascali?
Se lo chiedono tutti i mascalesi affezionati a quell’arredo diventato quasi “sacro” per la sua grandezza e bellezza – donato alla Chiesa Madre, nei primi anni ’80, dalla famiglia di Dante e Vilma Ribaudo, come ex voto – espressione di una fiorente attività artigianale che aveva visto sorgere a Mascali a partire dagli anni ‘70 numerosi imprese dedite alla realizzazione di lampadari che venivano esportate anche al di fuori della Sicilia.
Dopo i lavori di ristrutturazione durati circa 6 mesi (non completi del tutto, manca infatti la ristrutturazione della cupola esterna), la Chiesa Madre è stata riaperta al culto dei fedeli lo scorso 24 dicembre, ma dello storico lampadario non si hanno tracce.
Nella Chiesa Madre – edificata nel 1934, dopo l’eruzione dell’Etna del 1928 che distrusse il paese di Mascali, il lampadario – che pesava circa 1000 chili, del diametro di 3,5 metri e dell’altezza di circa 5 metri, struttura mista di ottone e ferro – rappresentava la luminosità, la bellezza, la sacralità del luogo.
Nel 2002 fu ristrutturato e ritornò all’antico splendore degli anni ’80.
I mascalesi si dicono delusi e indignati per la mancanza dell’arredo e attendono di conoscere fiduciosi che il lampadario torni ad illuminare la Chiesa Madre.
“Ho chiesto di vedere la struttura del lampadario smontato ma per vari motivi non è stato possibile – ha detto Enzo Ribaudo, figlio di Dante e Vilma Ribaudo –. In un primo tempo mi era stato detto che il lampadario era stato smontato per essere ricollocato nella navata centrale, conclusi i lavori di ristrutturazione della Chiesa ed aver rinforzato il gancio che lo sosteneva.
Mi sono attivato per capire dove si trovasse la struttura e se era possibile rimontarla, ma la cosa che mi ha addolorato maggiormente è di non essere stato totalmente interpellato durante la fase di smontaggio, avrei potuto consigliare il modo migliore per smontarlo senza danneggiare la struttura.
Mi era stato proposto di sostituire il lampadario esistente con uno più piccolo, simile a quelli laterali che però sono stati acquistati dalla chiesa e realizzati 20 anni dopo quello centrale, che invece era stato donato dai miei genitori ed, ovviamente, mi sono rifiutato”.
“Posso, con certezza, dire che la storia non finirà qui – dice Simona Battiato, moglie di Enzo Ribaudo -. Ci stiamo muovendo per conoscere le motivazioni e i responsabili di questo scempio fatto ed perché non è stato interpellato l’erede di chi lo ha donato che sicuramente avrebbe potuto dire come portarlo giù senza renderlo inutilizzabile. Ovviamente come famiglia faremo rumore, questo è sicuro. Quel lampadario acceso si vedeva anche da una casa di Giarre, emblema storico della chiesa di Mascali e donazione per un voto quindi sacro e inviolabile”.