A che cosa serve la scuola? Anzi, più precisamente “una” scuola, sembra chiedersi tra sé e sé Carmelo Blancato, sindaco di Motta Camastra, mentre nella sua stanza al piano terra della palazzina comunale firma alcuni documenti. Mi accoglie nel suo ufficio panoramico (da qui si gode una vista mozzafiato sulla valle sottostante), con la consueta gentilezza e offrendomi dei dolcetti.
È appena rientrato dalla BIT di Milano, la Borsa Internazionale del Turismo (Motta Camastra è uno dei Comuni nel cui territorio ricadono le Gole dell’Alcantara), ma non è di buon umore.
Da un po’ di tempo i suoi pensieri girano intorno ad un problema che al momento appare senza soluzione, preoccupazioni rese pubbliche in un messaggio postato su Facebook alcuni giorni addietro, parole quasi poetiche, ma l’amarezza è grande: “Sbarrare per sempre il portone di una scuola, con le aule colorate, nelle quali non entreranno più alunni schiamazzanti, né insegnanti, né bidelli, è molto di più: significa spegnere una comunità. Questo è un appello rivolto ai genitori Mottesi. Non lasciate morire il domani del nostro borgo”.
Ad essere in ballo è la sopravvivenza della scuola dell’infanzia del piccolo borgo messinese, che vede la presenza di soli 9 bambini, un numero molto esiguo che potrebbe ulteriormente ridursi nell’anno scolastico 2025/26 se non ci sarà un’inversione di tendenza nel prossimo futuro. Al momento si contano appena cinque iscrizioni all’Infanzia, un dato che non sarebbe sufficiente per la formazione di una classe.
Dallo scorso mese di marzo, il plesso scolastico è stato trasferito provvisoriamente nella frazione di Fondaco Motta (in costruzione la nuova sede di via Roma che ospita, oltre la sezione Infanzia, anche una pluriclasse di scuola secondaria di I grado), una struttura che dispone di una sala mensa (gratuita) e cucina («tutto è cucinato sul posto»), in più di uno spazio adibito a gioco libero e attività di relax.
L’edifico è dotato inoltre di un ampio cortile dedicato alle attività motorie e ludiche all’aria aperta. La scuola è facilmente raggiungibile anche grazie al servizio di scuolabus messo a disposizione dal comune gratuitamente.
I dati snocciolati dal primo cittadino non sono affatto rassicuranti: tra scuola di Infanzia, Primaria e Secondaria sono ben 27 i bambini in uscita da Motta Camastra e iscritti in altri comuni del circondario (Francavilla, Gaggi e frazione di Trappitello).
Sulla scelta delle famiglie di spostare gli alunni in altre scuole evidentemente pesano decisioni individuali, forse dettate da particolari situazioni o, semplicemente, per comodità.
Ma ad influire sulle decisioni dei genitori pare ci sia anche il sistema delle cosiddette “pluriclassi”, un modulo organizzativo alternativo alla tradizionale classe ordinaria che raggruppa più bimbi distinti per fasce di età, una soluzione adottata per far fronte al calo demografico degli alunni: la nascita di bambini è una condizione essenziale per qualsiasi sistema scolastico, meno nati significa meno società, meno futuro.
L’appello del sindaco è dunque a rimanere a Motta Camastra, a non optare per altre sedi, perché avere una scuola sul proprio territorio contribuisce a mantenerlo vivo, rappresenta una risorsa per tutta la comunità: “Non lasciate morire il domani del nostro borgo”.
Luigi Lo Presti