Sono 19 le persone destinatarie di un provvedimento restrittivo della libertà notificato da oltre un centinaio di carabinieri all’alba di ieri al culmine dell’operazione mercurio del Ros. Fra di loro ci sono due nomi noti della politica siciliana. Si tratta di Giuseppe Castiglione, 46 anni, capogruppo del Movimento per l’Autonomia all’Ars, di Nunzio Vitale, sindaco di Ramazza, di Salvatore Fornaro vice presidente del Consiglio comunale di Ramacca e di Matteo Marchese, consigliere comunale di Misterbianco.
Le indagini
Le indagini rappresentano la naturale prosecuzione dell’operazione chiamata Agorà ed avrebbe consentito di acquisire un grave quadro indiziario sulla base del quale sono stati ricostruiti dalla Procura di Catania gli affari criminali della famiglia catanese dei Santapaola – Ercolano sviluppati attraverso gruppi a loro storicamente collegati come quello del Castello Ursino e quello della Famiglia di Ramacca, quest’ultima egemone nel proprio territorio grazie alla rete di affiliati rimasti operativi anche dopo il completamento proprio dell’operazione Agorà condotta 2022, Allora l’inchiesta vide l’arresto di quello che sulla base degli indizi raccolti risultava essere il capo, Pasquale Oliva.
Le infiltrazioni nelle istituzioni, le elezioni 2021 e 2022
In base ai risultati delle indagini e alle accuse adesso mosse dalla Dda le famiglie avrebbero avuto la capacità di infiltrarsi nelle Istituzioni, attraverso politici locali dei quali avrebbero sostenuto la candidatura rispettivamente per le tornate elettorali per i Comuni di Misterbianco e Ramacca del 2021 e dell’Assemblea Regionale Siciliana del 2022.
L’organigramma delle cosche
Complessivamente l’attività investigativa avrebbe individuato e ricostruito a livello di gravità indiziaria, l’organigramma del sodalizio mafioso del Gruppo del Castello Ursino, con a capo Ernesto Marletta che si avvaleva di Rosario Bucolo. Quest’ultimo risulterebbe impegnato, attraverso altri affiliati, anche nella gestione di estorsioni ai danni di diverse attività commerciali ed imprenditoriali del centro città (le modalità di estorsione consistevano sia nella classica dazione denaro che nella imposizione di manodopera) e nel trasferimento fraudolento di valori attraverso fittizie intestazioni (strategia adottata dai vertici del Gruppo per la creazione, grazie anche a professionisti compiacenti, di attività – settore delle onoranze funebri – fittiziamente intestate a terzi e funzionali all’interesse dell’associazione).
L’intervento dei politici negli appalti pubblici
Secondo l’inchiesta i rapporti con i politici servivano all’organizzazione per incidere sugli appalti pubblici. “In tal senso – scrive la Procura – sarebbero documentate relazioni tra i vertici del Gruppo ed esponenti della politica locale e regionale e in particolare il consigliere comunale Matteo Marchese e il deputato regionale Giuseppe Castiglione.
I voti della mafia
Secondo le indagini nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco dello scorso 24.10.2021, Marchese, candidato della lista “Sicilia Futura”, avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano fattagli da Domenico Colombo, in cambio della promessa a soddisfare gli interessi economici nel settore lavori pubblici dell’associazione mafiosa.
L’accordo con Castiglione
In base alle indagini della Dda condotte dal Ros dei Carabinieri, poi sarebbe emerso che in epoca prossima alle consultazioni elettorali per l’Assemblea Regionale Siciliana del 2022 sarebbe intervenuto un accordo tra i vertici della famiglia mafiosa dei Santapaola Ercolano e in particolare Ernesto Marletta, ancora Rosario Bucolo e Domenico Colombo, Giuseppe Castiglione, presidente del Consiglio comunale di Catania e candidato della lista “Popolari ed Autonomisti” per l’A.R.S.
In particolare l’accordo risultava intermediato da Giuseppe Coco e, sulla base dello stesso, secondo quanto ricostruito dalla Procura, Castiglione avrebbe accettato la promessa di voti, promettendo a sua volta la realizzazione degli interessi dell’associazione mafiosa (tra gli altri l’affidamento di lavori pubblici e servizi pubblici connessi alla gestione del Cimitero di Catania). Castiglione risulterà poi eletto a deputato dell’ARS ed in seguito sarà componente della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia dell’ARS.
Gli affari della famiglia
Parallelamente l’attività investigativa, orientata ad accertare gli affari gestiti dalla famiglia mafiosa di Ramacca, avrebbe consentito di individuare gli uomini di assoluta fiducia di Pasquale Oliva, deputati, sulla base dei gravi indizi raccolti, al mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza ed alla cura degli interessi economici del sodalizio mafioso.
Si tratterebbe di Vincenzo Rizzo, che avrebbe il ruolo di organizzatore per il territorio di Palagonia e Ramacca. In questo contesto sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l’esito delle consultazioni elettorali amministrative proprio per il comune di Ramacca, in occasione delle elezioni dell’ottobre del 2021.
L’accordo per l’elezione del sindaco di Ramacca
Qui sarebbe stato stabilito un altro patti tra gli affiliati della cosa Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia e i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere Salvatore Fornaro, entrambi in corsa con la lista “Ramacca costruiamo una bella storia”.
L’accordo, sempre sulla base dei gravi indizi raccolti, avrebbe previsto l’impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei due politici in cambio dell’affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa. Ma non solo, l’accordo doveva essere a medio termine e riguardare la carriera politica di Fornaro, strettamente legato a Di Benedetto, al quale doveva essere garantita la sponda politica un ruolo strategico all’interno dell’amministrazione comunale.
Entrambi risulteranno eletti, Vitale sindaco e Fornaro consigliere che poi ricoprirà il ruolo di vicepresidente del Consiglio Comunale.