Cala il sipario sulla 155ª edizione del “Gran Carnevale Francavillese” che chiude con un bilancio in chiaroscuro riconducibile principalmente alle persistenti difficoltà a reperire risorse economiche, che si ripresentano identiche ad ogni ricorrenza e che vanno ad impattare sulla qualità complessiva della manifestazione.
Qualche criticità per quanto riguarda le luminarie; sarebbe infatti auspicabile per le prossime edizioni una migliore illuminazione artistica, sia sopra il palco, tra l’altro pressoché disadorno di abbellimenti carnevaleschi e scarsamente colorato, che lungo il percorso della sfilata, in particolare via Regina Margherita.
Nell’insieme è stato uno spettacolo coinvolgente e gradevole, ma si è anche avvertita, ancora una volta, l’esigenza di un maggiore coordinamento tra i carri e di una “cabina di regia” permanente che si attivi per tempo in prossimità del carnevale.
Quest’anno, a causa delle ristrettezze economiche, non c’è stata una vera e propria cerimonia di premiazione, insomma un carnevale senza vincitori né vinti, anche se alla fine ad aggiudicarsi l’ambito
Molto apprezzato anche il carro “Super Francavigghia”, raffigurante un gigantesco Incredibile Hulk, immerso tra i grattaceli di una metropoli e circondato da un centinaio di maschere nei panni dei mitici supereroi, l’Uomo Ragno, Superman e Supergirl, Batman e Catwoman, tutti riuniti in un lungo e coloratissimo corteo.
Ma è stato anche un Carnevale con un forte richiamo ai temi dell’ambientalismo, un grido di allarme lanciato in modo ironico dal gruppo “Movimento antincendio indipendente Alcantara” (M.A.I.A.), protagonisti di una “farsa-messaggio”, che ha preso forma con una Motoape, una “Lapa” agghindata con centinaia di oggetti di plastica raccolti sul territorio e con la realizzazione di sorprendenti costumi fatti con materiali di scarto rinvenuti nei fiumi e nei boschi della vallata: “abiti” costruiti con sacchi della spazzatura, tubi arrotolati sulla testa come dei turbanti, cappelli di lattine, persino dei “lacrimatoi” appesi sotto gli occhi per raccogliere le lacrime.
«Come gruppo MAIA ci siamo organizzati per mandare un messaggio di sensibilizzazione contro due grandi piaghe della Sicilia, come gli incendi e la spazzatura – afferma Luca Ventura, coordinatore del carro – e lo facciamo in maniera divertente in questa occasione del Carnevale francavillese».
In occasione della sfilata del Martedì Grasso, presentata da Alessandro Treffiletti, i riflettori erano puntati sull’atteso “Carro della Cianciuta”, realizzato a tempo di record e tornato ad essere, dopo il mezzo passo falso dello scorso anno, l’allestimento più rappresentativo del carnevale alcantarino, con tutti i suoi “elementi” caratterizzanti, il pupazzo di stoffa “adornato” con collier di salsiccia seduto su una sedia ed issato in cima al carro, le “vedove” piangenti con il volto imbiancato, il “discorso” commemorativo e un nutrito gruppo di lanciatori di coriandoli e farina.
Tra gli interpreti del Carnevale alcantarino, i mitici Giuseppe D’Aprile, per tutti “U’ Merru” e Peppino Silvestro, detto “U’ Surici”, che in un noto ristorante del luogo hanno festeggiato il loro 25° anniversario di matrimonio, una farsa che ha regalato agli “invitati” una serata di grande divertimento, tra battute a raffica, scenette comiche e tanta musica, con la “regia” di Filippo Zullo.
Il “Gran Carnevale Francavillese” è stato organizzato dall’Associazione “Vigghia”, presieduta da Lucia Cacciola, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e con il Patrocinio dalla Regione Siciliana, Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo; la Pro Loco, dal canto suo, ha messo in piedi due importanti eventi per i più piccoli, il “Party-Lab” e “Nel paese dei balocchi”.
“Oggi il nostro Carnevale viaggia su due linee parallele – commenta su Facebook Gianfranco D’Aprile, vicesindaco e assessore alle tradizioni popolari -: una è molto più avanti ed è quella dove si trovano i nostri ragazzi che costruiscono i carri, l’altra è rimasta ancorata ai ricordi, che purtroppo non trovano più riscontro oggi perché è cambiata la società, il mondo, perché chi doveva tramandare la tradizione non lo ha saputo fare. Chiunque abbia a cuore il Carnevale si metta a disposizione, senza contrapposizioni, semplicemente con la voglia e la passione, solo così si potranno coniugare tradizione e innovazione”.
Luigi Lo Presti