Da Oriente a Occidente, da una sponda all’altra dello Ionio, un mare che non separa, ma unisce, e poi una vita fuori dagli schemi, irrequieta e dissoluta, immersa nei miasmi delle taverne, tra bische, eccessi amorosi e gente di malaffare, ma con una forza e una personalità da “eroe” mortale, potente e coraggioso.
È quella di Clistèros, il personaggio immaginario uscito dalla penna creativa di Mimmo Catania, Generale (in congedo) dell’Aeronautica Militare Italiana prestato alla letteratura, passato dal realismo delle missioni diplomatico-militari alla narrativa storico-fantasy, un “uomo d’arme” e d’azione, che ha visto da vicino gli orrori della guerra in più parti del mondo, le distruzioni, la disperazione, il dolore, la morte.
Domenico, Mimmo, Catania è nato a Cremona nel febbraio del 1960, ma con salde radici in terra di Sicilia, dove ha vissuto da adolescente a S. Stefano di Camastra e a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
Sempre in Sicilia, ha prestato servizio a Trapani Birgi, a Vizzini e a Sigonella. La sua lunga carriera militare è iniziata nel 1979 con la frequenza del Corso Vulcano III dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli ed è proseguita, per quasi quarant’anni, con lo svolgimento di diversi incarichi operativi, di comando e di stato maggiore.
Ha studiato navigazione e combattimento aereo negli Stati Uniti; scienze aeronautiche, diplomatiche e militari presso alcune Università e Centri di alta formazione in Italia, negli Stati Uniti e in Germania; scienze della gestione delle risorse umane presso l’Università di Leicester, nel Regno Unito.
Ha lavorato presso il Quartier Generale della NATO a Bruxelles ed ha partecipato ad alcune Missioni di Stabilizzazione, sempre della NATO, in diversi Teatri Operativi all’estero e in Italia. Ha inoltre servito come Basco Blu dell’ONU nella Missione di Osservazione militare tra l’Iraq e il Kuwait (UNIKOM) ed ha anche servito come Verificatore nella Missione dell’OSCE per il Kosovo (KVM) a Pristina e a Vienna.
La curiosità per le vicende storiche della Sicilia, cui l’autore è legato da vincoli affettivi familiari, ha sempre avuto per Mimmo Catania un ruolo importante nella gamma dei suoi molteplici interessi; egli è pervaso da un forte senso di appartenenza all’isola, un attaccamento al territorio e alle comunità locali, amore non solo per l’armonia delle forme ancora conservata nei templi, nelle statue e nei teatri, ma, soprattutto, un rapporto identitario con la tradizione classica, sentimenti e relazioni da cui nascono produzioni letterarie, dibattiti e momenti culturali.
Così dopo l’esordio – nel 2021 – con “Clistèros” (sottotitolo: “Scappa da Calcide e lo inseguono in Sicilia”), ecco “Clistèros” che “Torna a Calcide e vince la guerra Lelantina”, il nuovo romanzo di Mimmo Catania, un’opera self publishing, cioè senza l’intervento di un editore, composta da 23 capitoli, 4 epiloghi (alfa, beta, gamma e delta), bibliografia e sitografia.
La pubblicazione, acquistabile sul portale Amazon, è stata presentata in anteprima venerdì scorso, 7 marzo, nella cittadina dell’Alcantara, presso la Sala della Biblioteca di Palazzo Cagnone, in un incontro organizzato dall’Amministrazione comunale, rappresentata all’evento da Gianfranco D’Aprile, vicesindaco e assessore alla cultura, in collaborazione con Nino Campo, appassionato di storia antica e custode presso il Museo archeologico di Francavilla di Sicilia (M.A.FRA.).
Il libro è corredato da due autorevoli prefazioni, la prima a cura del professore Vincenzo Correnti, avvocato già patrocinante in Cassazione (è stato docente di ruolo di Diritto commerciale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina), la seconda a firma del dottor Lino Zaccaria, giornalista professionista dal 1973, esperto di diritto dell’informazione e della comunicazione.
La postfazione è di Claudio Ardigò, poeta, noto critico letterario, giurato in importanti concorsi letterari, organizzatore della Fiera del Libro di Cremona.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo al primo libro, in cui si narra che Clistèros, giovane Calcidese dell’ottavo secolo a.C., accusato di barare al gioco dei dadi, fu costretto a fuggire con tutta la sua famiglia da Calcide per approdare da naufrago, dopo aver attraversato il mare, sulla costa orientale della Sicilia nell’anno 735 a.C.
Qui entra in contatto con le popolazioni locali e instaura una fitta e solida rete di relazioni sociali e commerciali, che si svilupperanno negli anni, ponendo così le basi del primo insediamento greco sull’isola, Naxos: è la nascita, ovviamente frutto dell’immaginazione dell’autore, della Magna Grecia, ossia quell’Est greco che diventerà nel corso dei secoli il centro propulsore della cultura occidentale e che sarà in seguito assorbito dall’Impero romano.
Nel libro sequel “Clistèros – Torna a Calcide e vince la guerra Lelantina”, l’autore riprende il filo conduttore del precedente romanzo: sono trascorsi 23 anni dallo sbarco in Sikelia, la colonia greca è già una realtà, ma dalla sua terra d’origine, l’Eubea, venti di guerra soffiano impetuosi, solcano il mare e giungono fino a Clisteros, che ora ha “… quarantaquattro anni, un fisico asciutto e ben tornito, frutto dei continui esercizi ginnici e dell’addestramento alla lotta e al combattimento da Oplita […]”.
Un giorno due navi attraccano al porto di Naxos, sono entrambe greche, ma hanno vele diverse, una arriva da Calcide, l’altra da Eretria, città sulla costa sud dell’Eubea. Portano notizie di guerra: “Sì, Clisteros! Siamo in guerra e io sono venuto a chiederti aiuto, assistenza, soldi, ferro, armi, cibo, navi, uomini, cavalli”.
Ora, la guerra tra le due polis, Calcide ed Eretria, c’è stata per davvero, ma non si conosce l’esatta datazione, alcune fonti la collocano proprio alla fine dell’VIII secolo a.C. mentre altre cinquanta o forse cento anni dopo. Si tratta della Guerra Lelantina, un lungo conflitto scoppiato per cause economiche: il possesso della ricca pianura alluvionale del fiume Lelanto.
Nel volume Mimmo Catania descrive un teatro bellico in cui vengono sperimentate nuove tecniche di combattimento (la “falange”) e strategie militari, con l’introduzione di nuovi strumenti di guerra, anche in campo navale (arpioni e rostri)
E Clisteros? Da quale parte si schiererà? Quali avventure lo attendono?
Noi ci fermiamo qui, lasciamo che siano i lettori a immergersi nel racconto di Catania e a scoprire quale sarà il destino del protagonista del racconto.
«La passione per l’antica Grecia mi è venuta mentre ero in visita al parco archeologico di Segesta», ha spiegato l’autore. «Avevo circa trent’anni e davanti a me una carriera militare iniziata presso l’Accademia aeronautica, studiavo aerodinamica, motori per aeroplani e armamenti missilistici. E mentre mi aggiravo tra quelle imponenti vestigia, e in altre zone di particolare importanza storica, come a Tindari, Siracusa, Agrigento, Selinunte, mi interrogavo sulle origini e sul significato di queste ricchissime testimonianze del passato».
In apertura, Catania ha mostrato una cartina tratta dalla rivista italiana di geopolitica Limes nella quale gli emisferi del pianeta sono divisi secondo i criteri di “caos” e “ordine”, ovvero il mondo dell’ordine rappresentato, a grandi linee, dal mondo occidentale, a cui si contrappone caoslandia, dove invece nascono i conflitti e le tensioni internazionali.
Ma i pericoli possono giungere da più parti, e non necessariamente da terra, dal cielo o dal mare; esistono infatti varie forme di guerra, oltre a quella combattuta con armi convenzionali, come la guerra batteriologica o cibernetica, senza dimenticare poi le nuove frontiere tecnologiche utilizzate a scopi bellici, come droni, satelliti e, in ultimo, l’intelligenza artificiale.
Insomma, se guardiamo alle nostre spalle, alla storia dell’umanità e agli scenari attuali, dobbiamo riconoscere una verità amara: la guerra è ancora tra noi.
Nella parte finale del libro, l’autore dedica uno dei quattro epiloghi a “Kallipolis, Costa orientale della Sicilia”. Secondo gli archeologici, è verosimile che la nascita del nucleo abitativo greco scoperto nel 1979 a Francavilla, sia legata ai movimenti dei calcidesi di Naxos nell’entroterra della Valle dell’Alcantara. Che l’antica Callipolis sia proprio l’attuale Francavilla? A tutt’oggi non ci sono ancora elementi di prova per affermarlo. Allora non resta che sognare: “Io sono Clisteros di Naxos”.
Luigi Lo Presti