La Corte Suprema di Cassazione I sezione si è pronunciata in merito ai ricorsi di alcuni imputati dell’operazione “Jungo” portata a termine dai carabinieri nel 2020.
La Cassazione ha rigettato il ricorso di Savoca Jonathan Mattia ed ha dichiarato inammissibili i ricorsi per Grasso Salvatore, Iapicca Antonello e Zappalà Fabio Leonardo.
E’ stata, inoltre, annullata la sentenza impugnata nei confronti di Gaetano Torrisi con rinvio per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte d’Appello di Catania. Soddisfazione è stata espressa dall’avv. Massimo Monastra difensore del Torrisi: “contiamo di ottenere la definitiva assoluzione per l’ultimo, marginale capo di imputazione rimasto, dopo che in primo e secondo grado il Torrisi è già stato estromesso dalle imputazioni più gravi”.
L’OPERAZIONE JUNGO
I carabinieri della Compagnia di Giarre con il supporto dei militari del Comando Provinciale nel 2020 diedero esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 46 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di “associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti”, “detenzione e spaccio di stupefacenti”, “estorsione” aggravata dal metodo mafioso, “lesioni” aggravate dal metodo mafioso.
Il provvedimento traeva origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Giarre dal 2017 al 2018, mediante attività tecniche e dinamiche, ulteriormente riscontrate da dichiarazioni di più collaboratori di giustizia.
L’indagine è stata avviata per individuare coloro che, a vario titolo, operavano in una piazza di spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere situata nel quartiere popolare “Jungo” di Giarre, attiva 24 ore su 24, grazie ai diversi turni di numerosi pusher, nel corso delle indagini venivano poi identificati altri indagati che si occupavano dell’approvvigionamento delle sostanze, di occultarle, confezionarle e rifornire regolarmente gli spacciatori al dettaglio.