Nei locali del Seminario vescovile di Acireale di via San Martino 4, lunedì scorso 17 marzo, il Serra Club di Acireale presieduto dall’ing. Pierluigi Bella e l’UCIIM (Unione Cattolica Italiana di Insegnanti, Dirigenti, Educatori e Formatori ), presieduta dalla prof.ssa Candida Ippolito, si è svolto un incontro dibattito sulla lettera apostolica che dove S.S. Papa Francesco sottolinea il “valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale”, perché i libri aprono nuovi spazi interiori, arricchiscono, aiutano ad affrontare la vita e a capire l’altro.
In apertura dei lavori il presidente del Serra Club di Acireale, ing. Pierluigi Bella, ringraziando i molti ospiti presenti, ha citato una frase di Papa Francesco: “la cultura della lettura è un modo di creare ponti” e ha espresso auspici perché l’incontro di stasera, dedicato alla cultura della lettura, potesse divenire un’opportunità per costruire ponti tra le diverse esperienze comuni, in particolare tra diverse realtà associative.
A relazionare sul tema la scrittrice prof.ssa Candida Ippolito e la dottoressa Gabriella Zammataro, coordinatrice scientifica della “Festa del Libro” di Zafferana Etnea, padre Nino Russo, parroco della Chiesa Madre S. Isidoro Agricola di Giarre e mons. Giovanni Mammino, Rettore del Seminario Diocesano.
Nel suo intervento la prof.ssa Ippolito ha sottolineato l’importante ruolo formativo della poesia e i benefici del romanzo. “La poesia è una produzione immediata che mette in connessione mente e cuore. Attraverso la poesia – ha detto l’Ippolito – è possibile per l’uomo manifestare tutti i sentimenti più spontanei ed istintivi, ancestrali, la poesia ha quindi anche un’azione consolatoria e meditativa. I giovani di questa generazione – ha continuato la Ippolito – esposti a dispositivi elettronici e ad una raffica di informazioni non filtrate, veloci e continue, corrono il rischio d’intorpidirsi sempre di più. Allora bisogna partire proprio dalla poesia. La sfida della scuola di oggi deve essere infatti quella di fare uscire fuori i ragazzi da questo torpore. Dobbiamo quindi educarli all’affettività, a percepire, percepirsi e sognare. Nella poesia i nostri giovani possono trovare un mezzo stabilizzante, spazi interiori confortevoli, risposte, domande e anche immagini di straordinaria bellezza. Attraverso la poesia imparano che la vita è fatta di delusioni ma anche di speranze e di gioie autentiche, a rivedere il proprio vissuto ed elaborarlo, la poesia insegna loro ad essere meno giudicanti comprendendo le emozioni del prossimo”.
“Quando il Papa si riferisce alle poesie e ai romanzi – secondo la Ippolito – si riferisce a quelli didascalici e formativi, opere di quegli autori che hanno consapevolezza del peso delle proprie parole nella società e per il singolo. In questi romanzi e poesie il lettore coglie senza fraintendimenti l’animo e le emozioni dell’autore. La finalità principale della poesia – conclude quindi la Ippolito – deve essere quella di toccare l’animo umano ed esprimere la sincerità del significato del messaggio”.
La professoressa Zammataro, presidente di Calicanto Associazione culturale di Zafferana Etnea e Coordinatrice scientifica della Festa del Libro di Zafferana Etnea, ha sottolineato come nella sua lettera Papa Francesco dà alla lettura una importanza straordinaria.
“I libri ci possono salvare e impegnare nei momenti di noia o quando siamo stanchi. La lettura ci aita a stare dentro il mondo, a comprendere culture diverse, a non credere nella omologazione ma a credere nella diversità. La lettura è un dono prezioso che ci dà la possibilità di crescere uomini e donne migliori”.
E citando l’italiano Pietro Citati e lo statunitense Harold Bloom, due scrittori agnostici, laici ed atei, la Zammataro sottolinea come ma nella loro formazione letteraria grande posto hanno ricoperto la Bibbia e i Vangeli.
“Papa Francesco nella sua lettera – dice la Zammataro- parla della preziosità della letteratura classica, del concetto di pietas che nasce nella cultura romana e in quella greca e che rappresenta il perno che legava l’uomo al divino. Allora la poesia – ha concluso la Zammataro – ci insegna a vedere nel visibile l’invisibile”.
Nel suo intervento padre Nino Russo ha fatto partecipi i presenti dei ricordi delle letture della propria infanzia che hanno influito sulla sua formazione personale e religiosa. Da qui l’impegno a promuovere fra i suoi alunni la lettura anche attraverso un’ampia raccolta di volumi custoditi in parrocchia perché dismessi e donati da chi avrebbe voluto buttarli.
Le conclusioni sono state affidate a monsignor Giovanni Mammino che, centrando il significato della lettera del Santo Padre, ha invitato tutti a riscoprire l’identità più profonda di sé stessi, affidando agli scrittori l’importante e fondamentale ruolo di confronto e ricerca del valore della nostra vita che protende verso il Signore, un appello rivolto a tutti a tornare, attraverso la lettura, alla propria identità più profonda, a selezionare le letture con apertura, con flessibilità e con sincerità, cercando di trovare ciò di cui abbiamo bisogno in ogni momento della nostra vita.