A Santa Venerina, nei locali della casa del Vendemmiatore, il prof. Alfonso Sciacca ha presentato la sua ultima fatica letteraria “Senectus”, rifacendosi al pensiero classico. La presentazione è stata organizzata dal Comune di Santa Venerina, in collaborazione con l’associazione culturale “Sto.Cu.Svi.T. – Storia Cultura Sviluppo Territoriale Santa Venerina”, presieduta dal prof. Giovanni Vecchio e dal dott. Gesuele Sciacca. L’incontro ha registrato gli interventi del preside prof. Salvatore Musumeci e della prof.ssa Carmelita Villeri, con un intermezzo musicale di flauto traverso proposto dal maestro Roay Giuseppe Mario Finocchiaro.
Il prof. Sciacca, brillante studioso acese, è stato per più di trenta anni docente e preside del liceo classico Gulli e Pennisi, ha scritto diversi volumi di letteratura e artistici, è impegnato in politica ed ricoperto la funzione di Sindaco di Acireale. Nella sua pubblicazione “Senectus”, giunta alla II edizione, si sofferma ed analizza la terza età, che alcuni autori considerano una malattia progressiva, con la perdita della forza vitale. Come spiegato nel volume, la vita di ogni uomo si svolge seguendo un segmento lineare, che inizia con la nascita e prosegue con la giovinezza, la maturità e la morte. Ma, altresì, invece, non si tratterebbe di un segmento lineare, ma di uno sviluppo circolare che precede la nascita grazie al patrimonio genetico e continua dopo la morte.
Il modo migliore di vivere e accettare la “Senectus” consiste nell’adozione di uno stile di vita sana e di un atteggiamento preventivo, che significa non solo alimentarsi correttamente e svolgere un’adeguata attività fisica per tutto l’arco della vita, ma anche intrattenere buone relazioni sociali, sviluppare le emozioni positive, partecipare attivamente alla vita della comunità, coltivare hobby e interessi gratificanti, utilizzando il rapporto con l’arte, la cultura e l’ambiente.
L’autore attinge al pensiero classico di Erodoto, Cicerone, Sofocle, Euripide, Catone e tanti altri che riconoscevano solo l’autorevolezza per guidare la società e le generazioni future: saggezza, autorità, prestigio, esperienza e competenza. La senescenza allontana dalle attività quotidiane, indebolisce il corpo, priva di quasi tutti i piaceri pone l’uomo un passo dalla morte, è il sentire comune. Invece, l’autore rivaluta la terza età e il coerente stile di vita.
Nel libro la vecchiaia non è solo un dato biologico, ma anche un destino psicologico e storico-culturale che può essere condizionato e fa germogliare l’idea di un invecchiamento attivo. Ed allora, il tema della vecchiaia, intesa come spazio o come luogo ultimo della nostra vita, è avvincente perché impatta senza scampo con la considerazione complessiva dell’esistenza umana. C’è, inoltre, una vecchiaia discreta e appartata, che ama vivere nel silenzio e nella serena meditazione, una vecchiaia attiva, che è contenta di sé, anche nella sofferenza è serena, che ama ancora il suo lavoro e la gratuità dell’essere utile agli altri, e che non si espone al pubblico se non quando è necessario, che ama il prossimo e soprattutto i giovani. Ed è la vecchiaia che tutti siamo chiamati a vivere bene, per quanto ci è possibile, perché è la nostra vita.
Anna Fichera