Si è tenuto all’ ISS “Fermi – Guttuso” un incontro culturale sul tema “L’Universo e l’origine della vita”, introdotto dal prof. Carmelo Torrisi (presidente della Società Giarrese di Storia Patria e Cultura), con il coordinamento del presidente dell’associazione “Amici del Fermi” prof. Giuseppe D’ Urso; relatore il prof. Pietro Pavone, già professore ordinario di Botanica presso l’Università di Catania.
Il relatore ha iniziato dalla teoria del Big Bang, nella quale s’ipotizza che in origine l’Universo era concentrato in un minuscolo punto dalla densità e gravità infinite. Il tempo e lo spazio erano pari a zero e la temperatura era dell’ordine di miliardi di miliardi di gradi, con continui mutamenti temporanei «detti fluttuazioni quantistiche. S’ipotizza che una transizione di fase quantistica produsse, in una frazione di secondo (10−35s), un’inflazione cosmica per la grande pressione negativa con il disaccoppiamento della forza gravitazionale. L’Universo, in appena un miliardesimo di secondo, aumentò le sue dimensioni di 1030. Una leggera sovrabbondanza di alcune particelle elementari (quark e leptoni) su altre particelle elementari (antiquark e antileptoni) come da Modello standard, portò alla formazione, per fusione nucleare, di un’enorme quantità di protoni, neutroni ed elettroni che iniziarono a combinarsi (nucleosintesi primordiale) per generare i primi nuclei atomici di deuterio e di elio. Diverse centinaia di milioni di anni dopo, iniziarono a formarsi le prime stelle e le prime galassie, e le loro temperature elevatissime, partendo da atomi d’idrogeno e di elio, hanno dato origine a nuovi elementi con peso atomico maggiore, fino a formare tutti gli elementi naturali della tavola periodica. Questo processo continua ancora oggi, all’interno delle stelle e nelle esplosioni cosmiche. Sicché si può affermare che ogni atomo che compone il nostro corpo, la Terra e l’intero Universo ha una storia cosmica alle spalle».
L’attenzione del pubblico presente è stata focalizzata sulla domanda più significativa: “£Come si è originata la vita sulla Terra?”. La risposta proposta dal relatore è partita dalle ipotesi storiche più antiche: «Aristotele fu un assertore della “generazione spontanea”, cioè gli esseri viventi più semplici si formano spontaneamente dalla polvere o dal fango. Questa teoria fu confutata nel 1668 da Francesco Redi e avvalorata da Luigi Pasteur che affermò: “Omne vivum ex vivo” (1864), “Ogni vivente da un essere vivente”, la vita non può avere origine che dalla vita. Le prime forme di vita rinvenute sulla Terra sono state trovate in rocce molto antiche, dette stromatoliti, formate da microrganismi bentonici fotosintetici che si sono originate in un periodo compreso tra i 2,7 e i 3,4 miliardi di anni fa. Oggi, sappiamo che la vita funziona attraverso la chimica specializzata del carbonio e dell’acqua e si basa in gran parte su quattro famiglie di sostanze chimiche: lipidi per le membrane cellulari, carboidrati, amminoacidi per il metabolismo delle proteine e acidi nucleici DNA e RNA per i meccanismi dell’ereditarietà e trascrizione».
Nei primi anni del XX secolo, uno straordinario passo in avanti è stato compiuto da Aleksandr Oparin che nel 1924 ipotizzò la possibile composizione di un “brodo primordiale”. Nel 1952 Stanley Miller e Harold Urey ricrearono in laboratorio le condizioni primordiali della Terra inserendo metano, ammoniaca e idrogeno (l’atmosfera) e acqua (gli oceani) in un’apparecchiatura di vetro. L’acqua era riscaldata sino alla bollitura, mentre una scarica elettrica simulava i fulmini. In pochi giorni, l’acqua e il vetro si colorarono di rosso, si erano formati gli aminoacidi. Nel 1953 James Watson e Francis Crick presentarono la struttura del DNA che si rinviene in tutti gli esseri viventi. Non importa che si tratti di un batterio, una pianta, un fungo o un animale: la vita parla la lingua del DNA. Più recentemente, Joan Oró i Florensa, usando una soluzione acquosa di acido cianidrico, ammoniaca e formaldeide, ottenne diversi amminoacidi e una grande quantità di adenina, parte degli acidi nucleici e dell’ATP, con il semplice riscaldamento.
«Per spiegare l’origine della vita – ho sottolineato il prof. Pavone – esistono diverse teorie, tutte validate, che provano la nascita di molecole organiche. In sintesi, le principali sono: la Teoria del mondo a ferro-zolfo; l’Ipotesi del mondo a RNA e Il mondo a Peptidi-RNA. All’inizio degli anni ‘60 furono individuati particolari strutture (liposomi) con un doppio strato di fosfolipidi che circonda un compartimento acquoso, e queste potrebbero essere state il primo confine cellulare. Gli scienziati sono sempre più convinti che per risolvere il problema dell’origine della vita sia indispensabile affidarsi alla chimica. Tuttavia, la transizione dalla non-vita alla vita non è mai stata osservata sperimentalmente, né c’è una spiegazione chimica soddisfacente. Questo ci fa ritenere – ha concluso il relatore – che il nostro pianeta sia un luogo speciale, fatto apposta per ospitare un fenomeno delicato e unico come la vita oppure, al contrario, che la vita sia un evento più ordinario di quanto pensiamo e che, nel buio cosmico, si nascondano tanti altri pianeti abitati, troppo lontani perché siano raggiunti e manifestarsi a noi».
Anna Fichera