Successo per mostra e convegno “Venerdì Santo a Francavilla di Sicilia, fede e storia di una tradizione nei secoli”

Pensare alla storia, alla fede e alla tradizione di un popolo è fondamentale perché sono le radici che mantengono viva una comunità.

È questo, in sintesi, il messaggio che ha voluto mandare don Gerry Currò, Arciprete di Francavilla, in occasione del convegno “Venerdì Santo a Francavilla di Sicilia, fede e storia di una tradizione nei secoli”,  tenutosi mercoledì scorso, 26 marzo, nella Chiesa di San Paolo, organizzato dalla Parrocchia Santa Maria Assunta, in collaborazione con la Confraternita Maria SS. Addolorata e il Comune.

In apertura, don Gerry ha salutato i convenuti e i relatori, sottolineando che la comunità francavillese gode di diversi momenti per rivivere la Passione, e che il convegno vuole essere un legame culturale e formativo in preparazione della Settimana Santa.

Il sindaco Vincenzo Pulizzi ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa, elogiando le manifestazioni, in qualsiasi forma rappresentate, in programma nella cittadina dell’Alcantara nel periodo che precede la Pasqua.

All’incontro è intervenuto il Rev. Don Vincenzo Massimo Majuri, delegato arcivescovile per le confraternite e docente di filosofia presso l’Istituto teologico San Tommaso di Messina, il quale ha offerto al pubblico un approfondito excursus storico-religioso sul tema “Confraternite: Storia, tradizione e profezie per il nostro tempo”.

Nella parte introduttiva, il relatore ha descritto brevemente l’origine e l’evoluzione delle confraternite, «che sono dimensioni vive e significative del tempo di oggi».

Don Vincenzo Majuri ha detto che è importante conoscere la propria storia, ma rivivere il passato senza una prospettiva attuale e futura sarebbe un fallimento. Come la moglie di Lot, nel libro della Genesi, che divenne una statua di sale per essersi voltata indietro.

«Essere forti – ha proseguito il sacerdote – significa essere consapevoli della propria storia e vivere il presente con coscienza. Non è solo una questione di preservare il passato, ma di coinvolgere giovani e famiglie per dimostrare che non siamo “reliquie” o resti museali. Siamo persone vive, figlie e figli di Dio, che vivono nel presente».

Il Quattrocento rappresenta l’apice delle attività confraternali, che si collocano nel Basso Medioevo (che si fa iniziare, convenzionalmente, dall’anno 1000), caratterizzato dalla nascita dei Comuni e delle Signorie, ma che hanno un antenato nelle cosiddette Discipline, associazioni miste formate da laici e chierici nell’XI secolo. Il sacerdote ha spiegato il significato, in ambito ecclesiastico, di stato laicale e stato clericale, distinguendoli dallo stato religioso, che non deriva da un sacramento ma è un dono dello Spirito Santo, nella teologia cristiana chiamato carisma, un’esperienza spirituale donata dal Signore attraverso un santo o una santa ad un fondatore carismatico, dal quale discendono le famiglie religiose della Chiesa, riconosciute gradualmente dalle autorità ecclesiastiche.

Nel corso dei secoli, le confraternite hanno svolto un ruolo significativo, mantenendo i loro obiettivi, come il mutuo soccorso tra gli aderenti, la carità, le opere di misericordia spirituali e corporali, la dimensione liturgica all’altare, che trova poi espressione nella diffusione della devozione verso specifici santi, titoli mariani o cristologici, che identificano l’associazione (siamo “dell’Assunta”, “dell’Addolorata”, “del SS. Crocifisso“).

Oggi le confraternite stanno rifiorendo grazie ai coordinamenti diocesani e regionali.

Francesco Sgroj, neo-Governatore della Confraternita Maria Santissima Addolorata, ha presentato la cronistoria della Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo. La prima sfilata nella cittadina dell’Alcantara risale al 1790, organizzata da padre Silvestro con solo bambini come figuranti. Nel 1865, padre Gaetano Calabrese perfezionò l’evento aggiungendo carri scenografici e coinvolgendo circa cinquecento figuranti.

Successivamente (1874, 1886 e 1892), la Rappresentazione si svolse con intervalli temporali irregolari, assumendo una cadenza settennale dal 1901 al 1922. La serie fu interrotta dal secondo conflitto mondiale, con le ultime edizioni prebelliche nel 1937 e 1938. Dopo quasi vent’anni, la “Passione” fu nuovamente rievocata il 19 aprile 1957, sotto l’egida dell’Assessorato Turismo e Spettacolo Regione Sicilia e dell’Ente Provinciale per il Turismo di Messina. La regia di Carmelo Orsina contribuì a rilanciare l’evento, attirando molti turisti dalla vicina Taormina.

Dopo l’edizione del 1962, la Rappresentazione fu riproposta nel 1985 e nel 1987 dal sindaco Salvatore Puglisi e dall’Arciprete Edmondo Orazio Fallone. L’ultima “Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo” si è svolta nel 2002, con precedenti edizioni nel 1990 e 2000.

Dal tavolo dei relatori, hanno preso la parola anche il dott. Carmelo Bertolami, Vicepresidente del Centro Interconfraternale Diocesano (CID), e il delegato delle Confraternite della zona jonica, Ernesto Pugliatti.

Il convegno è stato preceduto, sempre nella chiesa di San Paolo, da una mostra storico-fotografica con immagini provenienti dall’Istituto Luce (le più antiche sono del 1931), dall’archivio del prof. Salvatore Puglisi (1936 – 2011) e da collezioni di privati: una raccolta di scatti in cui i cittadini di Francavilla hanno potuto riconoscersi, avendo partecipato una o più volte alle rappresentazioni, come attori sui carri mobili spinti da volontari o a piedi. Circa venti scene, dall’Agnus Dei alla Crocefissione, che si svolgevano lungo le strade del paese, con la presenza di reparti dell’esercito romano a cavallo, come in un grande set cinematografico.

In esposizione anche alcuni manifesti d’epoca, il più vecchio risalente al 1957 e poi due locandine delle edizioni del 1985 e 1987.

Distribuiti tra i vari altari della chiesa seicentesca di Piazza San Paolo, diversi costumi di scena, alcuni utilizzati negli anni ’50 del secolo scorso: loriche in metallo di legionari romani, la corazza di cuoio di Ponzio Pilato e il bacile in cui si lavò le mani, abiti da sacerdoti e guardie del Sinedrio, e poi i simboli della Passione di Cristo: flagelli, la corona di spine, dadi, chiodi, vessilli romani e la Croce.

La rassegna includeva anche la proiezione di un filmato inedito dal titolo “Francavilla di Sicilia, anni Cinquanta e Sessanta”, riemerso dall’archivio storico del prof. Salvatore Puglisi (1936-2011), già sindaco di Francavilla.

I fotogrammi hanno riportato i presenti nel passato, mostrando una Francavilla non ancora modernizzata, fiera delle sue tradizioni e piena di vitalità, prima dei cambiamenti sociali ed economici del decennio successivo.

Ecco apparire la Sacra Rappresentazione del 1957: sequenze in bianco e nero, silenziose, realizzate con le cineprese dell’epoca, un filmato storico, commovente, di grande impatto comunicativo; vediamo i “quadri” in movimento, il susseguirsi di scene fisse, i bambini incerti nel passo con le pecorelle, il coro delle “Vergini”, la folla straripante. Tutto è poesia.

Sempre di quegli anni, le toccanti riprese dell’inaugurazione della storica ferrovia Alcantara-Randazzo (4 giugno 1959): nel video una fiumana di gente attende festante davanti alla stazione di Francavilla l’arrivo della prima Littorina; il treno è stracolmo di passeggeri che salutano dai finestrini, la fanfara suona e sventolano i tricolori, il convoglio sta per arrivare e i carabinieri allontanano le persone dai binari.

Poi le immagini di calciatori che fanno ingresso nel nuovo campo di calcio comunale, nei pressi del torrente Zavianni, con la benedizione dell’arciprete di allora don Francesco Di Marco.

E ancora, le straordinarie immagini del Carnevale francavillese: il grande archeggiato luminoso di via Vittorio Emanuele, il palchetto dei suonatori, i bambini in maschera e infine una affollatissima “Cianciuta”, il simbolo del Carnevale di Francavilla.

Il filmato termina con uno sketch comico che vede come protagonista Salvatore Vaccaro, noto anche come cumpari Turiddu. Questo personaggio è stato una figura di riferimento e “mister” per numerosi giovani calciatori locali, lasciando un segno indelebile nella comunità di Francavilla.

Trent’anni dopo un altro cortometraggio documenta la Sacra Rappresentazione andata in scena nel 1987. Questa volta il video è a colori, e lo spettacolo è grandioso. Le nuove strade urbane aperte nel corso degli anni fungono da palcoscenico al kolossal teatrale, mentre una voce narrante fuori campo descrive le varie fasi della Passione di Cristo.

Luigi Lo Presti