Bomba Day a Randazzo: i genieri dell’Esercito pronti a disinnescare due grosse bombe d’aereo della Seconda Guerra Mondiale -
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Bomba Day a Randazzo: i genieri dell’Esercito pronti a disinnescare due grosse bombe d’aereo della Seconda Guerra Mondiale

Bomba Day a Randazzo: i genieri dell’Esercito pronti a disinnescare due grosse bombe d’aereo della Seconda Guerra Mondiale

La recente scoperta di una bomba inesplosa nel 1943 nei pressi della basilica di Santa Maria riporta l’attenzione sul patrimonio monumentale di Randazzo e la sua distruzione da parte degli Alleati durante il secondo conflitto mondiale

Nelle scorse settimane, diverse zone dell’abitato della città etnea sono state teatro del ritrovamento di due bombe d’aereo inesplose, risalenti al luglio-agosto del 1943, uno dei momenti cruciali della campagna di Sicilia. Si tratta di un ordigno americano G.P. AN-M57 e di uno britannico G.P. MK IV, entrambi del peso di 250 libbre (circa 113 kg), ciascuno contenente circa 57 kg di tritolo.

L’ordigno statunitense è stato rinvenuto lungo un sentiero in costruzione sulle balze dell’Alcantara, nei pressi della basilica di Santa Maria. Qui, la situazione risulta particolarmente critica: sebbene la bomba sia priva del congegno di attivazione nella parte posteriore, la spoletta anteriore è ancora armata, rendendo impossibile una rimozione in sicurezza. La posizione del ritrovamento lascia supporre che l’ordigno potesse avere come obiettivo il ponte sull’Alcantara, costruito circa sessant’anni prima. Tuttavia, il fallito bersaglio e la mancata  detonazione evitarono danni gravi alla vicina chiesa di Santa Maria. Va ricordato che i bombardamenti degli Alleati causarono ingenti danni all’intero abitato: nel quartiere di S. Maria, il palazzo dell’Opera dei Quatris, progettato da S. Ittar, fu completamente distrutto insieme agli edifici circostanti, mentre la chiesa subì il crollo parziale dell’abside e danni significativi al tetto. Durante gli incessanti bombardamenti, nonostante gli sforzi degli equipaggi statunitensi e britannici per evitare di colpire le chiese monumentali, il fatto che questa bomba non sia esplosa può essere interpretato come un autentico miracolo mariano.

Il secondo ordigno, di fabbricazione britannica, è stato, invece, rinvenuto all’interno di un vivaio, tra via Foscolo e via Torre. In questo caso, la bomba non è armata.

Domani, sabato 12 aprile, gli artificieri del 4° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito condurranno le operazioni di disinnesco e trasporto degli ordigni in una cava, situata nella periferia ovest, dove saranno fatti brillare. Per garantire la massima sicurezza, è stata predisposta una camera di contenimento destinata al brillamento.

L’intervento include pure un imponente piano di protezione civile, coordinato dal prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, che ha convocato il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) dalle ore 6 di sabato fino alla conclusione delle attività di brillamento. Alle operazioni del C.C.S. parteciperanno uomini e mezzi del comune di Randazzo con la Commissione Straordinaria, le forze di polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco, i militari del 4° Reggimento Guastatori di Palermo e dell’Aeroporto di Sigonella, l’ASP3 di Catania, la protezione civile regionale, la Croce Rossa e il 118.

La pianificazione delle operazioni è stata definita durante le riunioni di coordinamento in Prefettura dove è stato deciso di procedere al brillamento nella giornata di sabato, per minimizzare i disagi alla popolazione.

Saranno istituite due zone rosse: una con un raggio di 200 metri attorno al vivaio e l’altra di 334 metri attorno alla chiesa di Santa Maria. Quest’ultima si estende fino a oltre 1 km verso nord, includendo un’area non antropizzata che comprende il fiume Alcantara e la S.S. 116. In totale, si prevede l’evacuazione temporanea di circa 1300 residenti. Le vie di accesso alle zone rosse saranno interdette e appositamente cinturate, con un presidio interforze collocato ai varchi d’ingresso.

Durante le operazioni di disinnesco, all’interno della zona rossa resteranno chiusi: cimitero, uffici pubblici e privati, negozi e strutture ricettive, con inevitabili disagi anche per la circolazione veicolare. Per fornire supporto logistico e assistenza alla popolazione evacuata, la Commissione Straordinaria ha predisposto quattro aree di attesa (largo San Giuliano, piazza Municipio, piazza Tutti i Santi e piazza Loreto), un’area di accoglienza presso la palestra comunale e una zona di ammassamento in contrada Arena-Pignatuni, dove il C.C.S. coordinerà le operazioni presso i locali della Protezione Civile comunale, dotati di un’elisuperficie, ex centro direzionale Taormina-Etna.

In caso di necessità, l’assistenza agli operatori del 4° Reggimento Guastatori sarà garantita dal Corpo Militare della Croce Rossa, mentre quella alla popolazione sarà assicurata dall’ASP3 di Catania e dal servizio 118. La chiusura delle operazioni è prevista entro la mattinata di sabato.

Ogni anno, in Italia, vengono rinvenuti circa 60.000 ordigni bellici di varia natura, per lo più risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Sebbene gli artificieri dell’Esercito lavorino senza sosta per bonificare il territorio, molti ordigni inesplosi – dai proiettili d’artiglieria alle bombe d’aereo – continuano a rappresentare, anche dopo oltre 80 anni, un grave pericolo per la popolazione.

Gaetano Scarpignato

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