Per i cristiani la “Settimana Santa” rappresenta il centro e il riferimento assoluto dell’anno liturgico.
Nella “graziosissima” città medievale la tradizione liturgica è arricchita ab immemorabili da manifestazioni processionali che qui assumono un particolare significato storico-religioso, talvolta tipico e variabile da quartiere a quartiere. Oltre ai riti canonici celebrati in ciascuna chiesa parrocchiale, si svolgono una serie di articolate manifestazioni animate sia dalle arciconfraternite – “SS. Crocifisso” (chiesa S. Martino), e “SS. Anime del Purgatorio” (chiesa S. Nicolò) – sia dalle antiche confraternite, “Maria SS. Annunziata” (chiesa dell’Annunziata) e “Maria SS. Addolorata” (chiesa S. Pietro).
A Randazzo, per l’immaginario collettivo, l’espressione “settimana santa” rievoca “processioni”, soprattutto quella che ha luogo la sera del “venerdì santo” dove aspetti religiosi, devozionali, artistici, culturali, storici e folcloristici si mescolano tra sacro e profano, tra luci e ombre.
In conformità a una consolidata tradizione, la processione serale del “Venerdì Santo” è animata dalla confraternita “Maria SS. Addolorata”. Per l’occasione sono fatti sfilare due simulacri di diverse epoche, il Cristo crocifisso e l’Addolorata, installati sopra due differenti “varette” entrambe portate a spalla con grande devozione da numerosi devoti che da circa vent’anni indossano un saio bianco. Il Crocifisso, montato sopra una pesantissima “varetta”, è illuminato con dei “lumieri” (candele accese dentro globi di vetro) agganciati su una raggiera lignea dorata.
Il corteo parte intorno alle venti dalla chiesa-confraternita di S. Pietro (filiale della parrocchia di S. Martino) per ritornarvi nuovamente dopo la mezzanotte.
La processione segue un antico percorso, piuttosto lungo e articolato, entro lo schema affusolato dell’antica città medievale. Essa si muove in un’oscurità serale che talvolta raggiunge un effetto scenografico non comune per la presenza di edifici antichi risalenti persino al tardo medioevo.
Questa solenne e sentita processione, che dà origine a un singolare e prolungato corteo, si articola in due parti che imprimono a essa un peculiare carattere itinerante unitario che anima gran parte del centro storico, coinvolgendo i tre quartieri in una solennità del tutto straordinaria.
L’itinerario procede con ritmi e campi visivi diversi scanditi dal suono dei musici della Banda “E. Marotta” di Randazzo, dalle giaculatorie gridate dai fedeli, dalle preghiere meditate e dall’avvicendarsi di quadri scenici di forte suggestione. Qui “l’ethos” drammatico del “Venerdì Santo”, con la solenne atmosfera e con le sue sfumature popolari, con le luminarie e gli stendardi delle varie confraternite, con i simboli e i personaggi dei misteri propri della “Via Crucis”, rappresenta il culmine della drammaticità e della partecipazione popolare.
Le soste lungo il percorso che porta al “Sepurcru” (sepolcro) sono scandite dal rintocco di una campanella, agitata dal rettore della confraternita dell’Addolorata. Il “Sepurcru”, allestito nel piazzale antistante l’antichissimo ex monastero benedettino di S. Giorgio, segna il giro di boa ed è tratto essenziale nel continuum processionale.
A formare il corteo, insieme alle confraternite e alle associazioni laicali cittadine in uniforme, con le insegne e con i ceri accesi, interviene il popolo, il clero e le autorità civili e militari.
L’effetto scenico di luce e di tenebre, realizzato in passato da una regia molto attenta a differenziare attraverso una maggiore o minore intensità i vari momenti del percorso, rende i movimenti dell’animo incontrollabili mentre le emozioni diventano quasi palpabili.
Una tradizione plurisecolare che coinvolge l’intera comunità, dove ogni gesto, canto e passo processionale diventa espressione di una fede profonda e condivisa.
“Le tradizioni tramandate dalla fede dei padri non sono solo memoria, ma occasione per rinnovare oggi la consapevolezza e la partecipazione ai misteri della Passione, Morte e Risurrezione del Redentore”, dichiara don Roberto Maio, parroco della comunità di San Martino.
Con i suoi riti, Randazzo rinnova ancora una volta il suo profondo legame con il Mistero Pasquale, custodendo e tramandando una delle espressioni più autentiche della devozione popolare siciliana.
Una tradizione plurisecolare che coinvolge l’intera comunità cittadina, dove ogni gesto, canto e passo processionale diventa espressione di una fede profonda e condivisa.
Con i suoi riti, Randazzo rinnova ancora una volta il suo profondo legame con il Mistero Pasquale, custodendo e tramandando una delle espressioni più autentiche della devozione popolare siciliana.
Gaetano Scarpignato
APPUNTAMENTI
Domenica 13 aprile 2025: Piazza Santa Maria, vie del centro storico e scalinata Cappuccini. XVI edizione della Passione di Gesù. Rappresentazione sacra a cura del Gruppo Passione di Gesù e della Parrocchia Santa Maria Assunta. Inizio ore 21.00 piazza S. Maria.
Lunedì 14 aprile: breve processione serale detta della “fratellanza”, animata dalla confraternita Maria SS. Addolorata. Partenza ore 19.00 dalla chiesa di San Pietro e visita al SS. Sacramento esposto nella basilica di S. Maria.
Martedì 15 aprile: breve processione serale animata dalla confraternita Maria SS. Annunziata. Partenza ore 19.00 dalla chiesa dell’Annunziata e visita al SS. Sacramento esposto nella basilica di S. Maria.
Mercoledì 16 aprile: ore 17.00 (chiesa di San Pietro), “Scinnuta ra Cruci” e deposizione dei simulacri del Crocifisso e dell’Addolorata sulle “Varette” processionali.
Venerdì 18 aprile: ore 9.00, chiesa parrocchiale San Martino, processione cittadina con il Cristo in croce a cura dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso. Ore 20.00 tradizionale processione serale lungo il centro storico con i simulacri del SS. Crocifisso e dell’Addolorata portati a spalla dai devoti che indossano un saio bianco.
Sabato 19 aprile: ore 9.30, processione con il Cristo morto sul cataletto a cura dell’Arciconfraternita delle SS. Anime del Purgatorio. Partenza dalla chiesa parrocchiale di San Nicolò.