Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, questa mattina, è stata eseguita dalla Polizia di Stato di Catania un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Catania, nei confronti di Filippo Intelisano, di 42 anni, Luigi Calabretta, di 29, Francesco Coppola, di 50, e Virgilio Papotto, di 53 anni.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal GIP, alla luce degli elementi indiziari attualmente disponibili in una fase processuale che non ha ancora permesso l’instaurazione del contraddittorio davanti al Giudice, si attribuisce agli indagati – ferma restando la presunzione di innocenza valevole fino a condanna definitiva – la commissione della tentata estorsione, in concorso tra loro, con l’aggravante di cui all’art.416 bis.1 c.p., per avere commesso il reato con il metodo mafioso, essendosi avvalsi, per coartare la volontà delle persone offese, della forza intimidatrice tipica del vincolo associativo.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di un’attività di indagine che ha tratto spunto dalla denuncia sporta da un dirigente della nota società di spedizioni, BRT S.p.a., il quale riferiva che – a seguito della interruzione dei rapporti commerciali tra quest’ultima società e la Gifra S.r.l., azienda locale addetta allo svolgimento di attività di facchinaggio nel Capoluogo etneo – due dipendenti della estromessa società lo avrebbero condotto presso l’abitazione di Filippo Intelisano, all’epoca dei fatti sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, che pretendeva spiegazioni in ordine alla cessazione dei rapporti contrattuali.
In tale ambito, Filippo Intelisano – manifestando interessi economici di fatto sulla Gifra S.r.l., pur non rivestendo formalmente alcuna carica societaria – avrebbe minacciato il dirigente di gravi ritorsioni all’azienda e agli amministratori dell’azienda di spedizioni qualora i rapporti economici non fossero proseguiti regolarmente.
Le tempestive indagini svolte, su direttiva della Procura, da parte della Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra Antiestorsioni – consentivano di verificare come Filippo Intelisano fosse il figlio del detenuto Giuseppe Intelisano, ritenuto storico appartenente alla compagine mafiosa Santapaola – Ercolano e che i due soggetti che si sarebbero occupati dell’accompagnamento coattivo presso la citata abitazione sarebbero i cognati di Filippo Intelisano e dipendenti della Gifra S.r.l., ovvero gli indagati Luigi Calabretta e Francesco Coppola.
Peraltro, nel corso delle indagini, si acquisivano gravi indizi in ordine alle reiterate pressioni intimidatorie e minacce gravi da parte di Virgilio Papotto (cognato di Filippo Intelisano ed amministratore di fatto della Gifra S.r.l.) nei confronti dei rappresentanti locali della BRT S.p.a. al fine di ottenere la revoca della risoluzione del contratto di appalto di servizi stipulato con la Gifra S.r.l. ovvero, in alternativa, la corresponsione alla società medesima di una somma di danaro a titolo di “indennità di buonuscita” con parallele richieste di ottenere ulteriori appalti in altre regioni italiane.
Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo di indagine, ha quindi disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, eseguita con la traduzione di tutti gli indagati presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.