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Giardini Naxos: quale futuro per lo storico Palazzo Paladino?

Giardini Naxos: quale futuro per lo storico Palazzo Paladino?

La Regione Siciliana, attraverso il Parco Archeologico di Naxos e Taormina, vorrebbe acquisirlo al patrimonio pubblico, ma sta di fatto che continua a rimanere un edificio privato, che un gruppo imprenditoriale si è aggiudicato nei mesi scorsi partecipando alla relativa asta indetta dal Tribunale di Messina. Intanto il civico consesso della cittadina turistica ha approvato una mozione dei consiglieri di minoranza sull’argomento

In una recente seduta, il civico consesso di Giardini Naxos ha approvato la mozione presentata lo scorso marzo dai consiglieri comunali di minoranza Alessandro Costantino, Valentina Sofia, Angelo Cundari e Mario Sapia avente ad oggetto l’acquisizione al patrimonio pubblico dello storico Palazzo Paladino, costruito a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo sullo sperone roccioso formato da una colata lavica che domina la baia di Naxos.

L’edificio, noto anche come “Castello di Schisò” ed assurto ad emblema della cittadina turistica jonica, non sa ancora “cosa farà da grande”. Sino ad oggi è appartenuto ad una famiglia privata, ed a privati potrebbe continuare ad appartenere in quanto lo scorso 20 dicembre il Tribunale di Messina ha indetto un’asta per la sua vendita. Ad aggiudicarsela, per 1 milione e 615mila euro, è stato il gruppo imprenditoriale “Chincherini”, probabilmente intenzionato a trasformare Palazzo Paladino in un’esclusiva struttura alberghiera. Ma un paio di mesi prima l’ex assessore regionale ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, aveva posto un diritto di prelazione in favore della Regione Siciliana, tenendo anche conto del fatto che il Parco Archeologico di Naxos aveva deliberato l’acquisizione del Palazzo Paladino stanziando i relativi fondi.

La questione resta pertanto indefinita, ma con la loro mozione i consiglieri comunali giardinesi della minoranza tentano di imprimere un “colpo d’acceleratore”. “Considerato – si legge nel documento da loro predisposto e recentemente approvato dall’organo consiliare – che il Palazzo Paladino è situato alle spalle dell’area archeologica di Naxos, che la sua acquisizione rappresenterebbe un ideale completamento del Parco Archeologico di Naxos e che questo  sarebbe il primo passo verso la realizzazione di un museo archeologico di prestigio in grado di valorizzare degnamente i numerosi reperti attualmente presenti nel piccolo museo esistente, oltre a rappresentare un’occasione per la valorizzazione del patrimonio culturale e monumentale dell’intero comprensorio, si impegnano il Sindaco e l’Amministrazione Comunale ad adottare ogni iniziativa utile all’acquisizione al patrimonio pubblico del Palazzo Paladino”.

La mozione è stata accolta molto favorevolmente anche dal presidente del civico consesso naxiota Danilo Bevacqua (nel riquadro sulla foto di Palazzo Paladino), per il quale «il Castello di Schisò è un magnifico monumento fra i più antichi della nostra riviera jonica ed una delle più importanti memorie storiche di questo comprensorio. Merita quindi a pieno titolo di far parte del nostro patrimonio pubblico».

In effetti, il Parco Archeologico “Naxos – Taormina” ed il suo comprensorio di riferimento necessitano di un luogo che possa ospitare un museo degno di questo nome, dove poter finalmente esporre i numerosi e significativi reperti affiorati nel corso di tante campagne di scavo e sino ad oggi, purtroppo, rimasti in larghissima parte accantonati in anonimi e precari magazzini. A Palazzo Paladino, inoltre, potrebbero essere ricavate aule in cui svolgere corsi di specializzazione in Archeologia, sale convegni, biblioteche e sale multimediali.

La fruizione pubblica di Palazzo Paladino costituirebbe insomma uno strumento essenziale per lo sviluppo anche economico di tutto il comprensorio taorminese-naxiota, specie se si considera che il turismo culturale e quello museale non costituiscono più nicchie di mercato, ma delle realtà in continua espansione.

Le sorti del Castello di Schisò stanno anche a cuore della sezione “Taormina – Alcantara” di Legambiente, che avantieri ha dedicato alla questione un apposito convegno.

Rodolfo Amodeo

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