Corruzione ad Acireale: la Cassazione annulla tre arresti dell'operazione "Sibilla" -
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Corruzione ad Acireale: la Cassazione annulla tre arresti dell’operazione “Sibilla”

Corruzione ad Acireale: la Cassazione annulla tre arresti dell’operazione “Sibilla”

La Cassazione ha annullato senza rinvio i provvedimenti cautelari del Tribunale del riesame e del Gip di Catania emessi nei confronti di tre indagati dell’operazione ‘Sibilla’: il capo dell’area tecnica del Comune di Acireale, Giovanni Barbagallo, difeso dagli avvocati Fabrizio Seminara, Nino Garozzo e Nunzio Mangiagli; l’ingegnere Ferdinando Garilli, assistito da Enrico Trantino; e la consulente locale del Coni, Anna Maria Sapienza, difesa dall’avvocato Mario Brancato.

Nell’inchiesta è coinvolto l’ex sindaco Roberto Barbagallo, che è ai domiciliari, la cui posizione è diversa e il cui ricorso non è ancora pervenuto in Cassazione. Per lui e altri 12 indagati la Procura ha chiesto e ottenuto il processo immediato ipotizzando, a vario titolo, i reati di di turbata liberta’ degli incanti e corruzione continuata.

La prima udienza del processo si terrà il prossimo 3 luglio davanti alla terza sezione penale del Tribunale.

Le indagini della guardia di finanza ruotano attorno a Barbagallo, 42 anni, sindaco dal giugno del 2014: secondo l’accusa per favorire la campagna elettorale del deputato regionale di Sicilia Futura Nicola D’Agostino, che non è indagato, avrebbe dato disposizione ad un luogotenente della polizia locale, Nicolò Urso, di avviare controlli amministrativi nei confronti di due piccoli imprenditori.

L’obiettivo sarebbe stato quello di indurli ad avvicinare il sindaco per evitare la sanzione, quest’ultimo avrebbe chiesto in cambio sostegno elettorale per il suo referente politico. L’indagine ha portato alla luce anche irregolarità in merito all’ampliamento del cimitero comunale di Acireale e al conferimento di incarichi professionali relativi alla riqualificazione della pista di atletica nel centro sportivo ‘Tupparello’ di Acireale e nel campo di calcio di Malvagna (Messina).

Anna Maria Sapienza è accusata, con la complicità di un dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Acireale, di avere ottenuto per un ingegnere e per sé l’incarico di redigere il progetto dei due impianti sportivi, retribuiti con 5.000 e 14.300 euro e attribuito con una finta gara al massimo ribasso.

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