L’operatore turistico Alexandre Morello, recentemente derubato di gran parte dei quadrupedi utilizzati per praticare il trekking ed effettuare escursioni, lancia l’allarme per questo tipo di abigeato abbastanza diffuso, ma sul quale regna parecchia omertà e che potrebbe anche nuocere alla salute degli ignari consumatori di carne equina
Nelle aree rurali è un reato abbastanza diffuso, ma non se ne parla quasi mai, anche perché la maggior parte delle vittime, per riottenere il maltolto, preferiscono “sbrigarsela” da soli. Ha pensato bene invece di rivolgersi alle forze dell’ordine il quarantunenne Alexandre Morello (nella foto) allorquando, nelle settimane scorse, gli sono stati rubati otto dei nove cavalli che teneva in un’azienda agrituristica di Castiglione di Sicilia per effettuare trekking ed escursioni.
Morello, originario della provincia di Palermo, risiede ed opera ormai da tre anni tra l’Etna e la Valle dell’Alcantara, «delle zone ideali – sottolinea – per la pratica del turismo equestre ed in cui, pertanto, ho deciso di trasferirmi insieme ai miei animali. Adesso, però, questo furto non ci voleva perché mi ha arrecato un danno economico non indifferente. Sto continuando a lavorare, ma ho dovuto rimpiazzare i cavalli sottrattimi con altri, e questo, chiaramente, ha comportato per me costi ingenti ed un notevole trambusto per poter riorganizzare in tutta fretta la mia attività».
Dopo aver denunciato alle autorità competenti il furto da lui subito, Alexandre Morello ha deciso di rivolgersi alla nostra redazione giornalistica per portare l’accaduto all’attenzione dell’opinione pubblica locale.
«Ritengo doveroso farlo – dichiara – perché su questo tipo di reato, malgrado da queste parti sia pressoché all’ordine del giorno, c’è stata sino ad oggi parecchia omertà. Le vittime di questi furti, purtroppo, ne parlano solo con “gli amici degli amici” per tentare di aver tornati indietro gli animali, e tutto finisce lì. In realtà la problematica in questione è più complessa di quanto possa apparire perché non crea solo un danno al soggetto derubato, ma può avere anche gravi ripercussioni sulla salute umana.
«Mi chiedo, in particolare, cosa potrebbe succedere se la carne di quei cavalli che mi sono stati furtivamente sottratti nei giorni scorsi andasse a finire in qualche macelleria piuttosto che in qualche ristorante o in qualche panino imbottito. E sapete perché me lo chiedo? Perché alcuni di quei miei cavalli, pur essendo perfettamente idonei al trekking ed alle escursioni, presentavano delle patologie per le quali stavo provvedendo ai relativi trattamenti sanitari.
«Dinnanzi al deprecabilissimo fenomeno dei furti di cavalli – conclude Morello – c’è, quindi, ben poco da scherzare perché, a parte il danno economico per chi li subisce, non si sa dove vanno a finire gli animali rubati, che potrebbero anche essere malati, ma che gente senza scrupoli immette nel mercato alimentare».
Rodolfo Amodeo